biennale alemani

‘’LA BIENNALE DI VENEZIA CI HA FATTO VERAMENTE SCHIFO” - LUCA BEATRICE: “L’APPUNTAMENTO PIÙ ATTESO IN AMBITO ARTISTICO, DOPO TRE ANNI DI STOP, SI È TRASFORMATO IN UNA VETRINA PER DARE SPAZIO ALLE MINORANZE ETNICHE E ALL’ANTROPOLOGIA DEGLI SCONFITTI. UN TRIPUDIO DI ARTIGIANATO POPOLARE, PIÙ CHE DI OPERE ARTISTICHE - SIMONE LEIGH HA TRASFORMATO IL PADIGLIONE AMERICANO IN UNA SPECIE DI CAPANNA DELLO ZIO TOM, CON ORRIDE SCULTURACCE IN STILE AFRO - IL RADICALISMO CHIC DELLE DONNE BIANCHE PREMIA CHI È SEMPRE STATO ESCLUSO, GUARDANDOLO COME UN ANIMALE DA COMPAGNIA”

Luca Beatrice per https://mowmag.com/culture/la-biennale-di-venezia-come-trionfo-dell-artigianato-popolare-ci-ha-fatto-veramente-schifo

 

LUCA BEATRICE

L’appuntamento più atteso in ambito artistico, dopo tre anni di stop, si è trasformato in una vetrina per dare spazio alle minoranze etniche e all’antropologia degli sconfitti. A tratti sembrava di stare al Brico Center in un tripudio di artigianato popolare, più che di opere artistiche. E se il “maschio bianco eterosessuale” (figuriamoci di destra) è stato ormai completamente espulso, non resta che seguire il consiglio di Camillo Langone: “Fai quadri bellissimi ma possiedi un pisello? Affogati”

cecilia alemani dago

 

Direte, a che serve una recensione della Biennale di Venezia a scoppio ritardato, dopo averne lungamente parlato e scritto nei giorni della pre-inaugurazione stampa? La verità è che, come la vendetta, certe mostre vanno servite fredde, superato l’impatto emotivo e la fatica fisica di un’inesausta maratona tra padiglioni, eventi off, cerimonie e quant’altro ci ragioni meglio, diventi più impietoso, cinico e divertente. 

 

Un fatto va ribadito: l’edizione 2022 era particolarmente attesa dopo tre anni di stop e una precedente non proprio memorabile. Attesa soprattutto per la direzione di Cecilia Alemani, prima donna italiana alla guida della Biennale Arte, lombarda di nascita, newyorkese di adozione come il marito Massimiliano Gioni (che fu direttore nel 2013). 

artisti dell uganda premiati alla biennale di venezia 4

 

Alemani ha subito capito ciò che nel 2009, quando mi fu affidata la curatela del Padiglione Italia, mi fu ben chiaro: il lavoro lo fai prima di tutto su te stesso, gli artisti non dico che sono intercambiabili ma quasi. Preceduta da un’imponente campagna stampa sul personaggio, Cecilia ha posato come una modella vestita da Stella McCartney con una predilezione per le scarpe fetish. 

Simone Leigh - U.S.-Pavilion-Venice-Art-Biennale-2022

 

La persona giusta al momento giusto, ha scelto la strada di una biennale al femminile, prendendosi responsabilità e merito dell’appuntamento con la storia, cercando di mediare, talora bene talora così così tra l’attitudine dello storico europeo che indaga le radici nel ‘900 e il curatore americano invischiato nel pantano del politicamente corretto. Come sempre accade ci ricorderemo di lei e non tanto delle opere.

simone leigh leone d'oro alla biennale di venezia 2

 

A noi francamente non interessa metterci dalla parte del torto dopo essere stati per decenni se non secoli dalla parte della ragione, quando alla Biennale (e nei musei) entravano solo gli artisti maschi e ora siamo contenti che l’arte al femminile sia maggioritaria, non fosse altro che per un risarcimento. Non ci piace invece che il “casting” si sia spinto verso prodotti che in altri tempi a Venezia non sarebbero mai arrivati, così come certi giocatori non avrebbero giocato in Nazionale, ma vista la penuria ci arriva anche Jorginho. 

 

Sarà che siamo figli della cultura punk, ma questo trionfo dell’artigianato popolare ci fa veramente schifo. “Questa è una chitarra, suona” è sempre stata la nostra massima, abbiamo lottato per liberarci delle aberrazioni folk e ora ce le ritroviamo in una grande mostra “costretta” a dar spazio alle minoranze etniche e all’antropologia degli sconfitti. 

 

simone leigh 01 giardini america 09

Oh, ma dove erano questi e queste non dico quando da noi bazzicavano Leonardo o Michelangelo, ma anche solo Burri o Fontana. Talvolta sembra di stare al Brico Center del terzo mondo, con esiti formali piuttosto sfigati diciamolo e tutto ciò solo per accontentare o risarcire chi al pranzo di gala dell’arte parteciperà una sola volta e poi mai più.

 

Per favore (lo dico a me stesso) non entrare nella polemica “cercasi maschio bianco eterosessuale” (aggiungerei anche di destra non fosse davvero troppo) perché questa tipologia umana o subumana è stata cacciata dal mondo dell’arte progressista e la sua unica chance di sopravvivenza è diventare una rarità come il Gronchi Rosa. 

 

laetitia ky 1

Rubo le parole, pubblicate su “Il Foglio”, dell’amico Camillo Langone: “ Fai quadri bellissimi ma possiedi un pisello? Affogati. Più che un criterio artistico mi sembra un criterio zootecnico. Mi consolo col titolo della mostra, “Il latte dei sogni”, che sarebbe una citazione surrealista ma che senza volerlo introduce un fatto molto reale: le donne il latte possono soltanto sognarselo, senza gli uomini”, insomma lo lascio esprimere a lui il fastidio non per la sconfitta delle quote azzurre ma perché l’arte e la cultura dovrebbero viaggiare su pianeti diversi, premiare il talento e basta senza preoccuparsi del sesso, pur sapendo che non sarà più così e dobbiamo mettere in conto un lungo periodo afflitti da tali rotture di coglioni.

 

biennale di venezia il latte dei sogni

Contesto, invece, radicalmente l’assegnazione dei premi a riflettere l’ipocrisia dell’arte contemporanea e del suo sistema. Intendiamoci, i due padiglioni prescelti, Gran Bretagna e Francia con due allestimenti molto narrativi e musicali realizzati dalle artiste Sonia Boyce e Zineb Sedina, sono piuttosto belli, a differenza del riconoscimento scontato assegnato all’americana (nera) Simone Leigh spinta dal messaggio di Joe Biden, “congratulazioni per la tua storica partecipazione al Padiglione Stati Uniti. Devi esserne molto fiera, io e la first lady siamo onorati che tu possa rappresentare la nostra Nazione in un’esposizione così importante”. 

 

l elefante di katharina fritsch sotto la cupola di galileo chini

Ebbene, quello spazio che fu, tra gli altri, di Bruce Nauman, Robert Gober, Jenny Holzer, Mark Bradford, è stato trasformato in una specie di capanna dello zio Tom o peggio di Mame da Via col vento, con orride sculturacce in stile afro. Non basta all’arte rappresentare il mondo, lo deve anche elaborare e la forma ha la sua importanza. Sennò parliamo d’altro. Il radicalismo chic delle donne bianche premia chi è sempre stato escluso, guardandolo come un animale da compagnia. A completare il lotto, insigniti anche il padiglione Uganda, la pittrice inuit, la femminista militante e il ragazzo franco libanese, solo maschio della compagnia.

francis alys belgio giardinikudzanai violet hwamicecilia alemani

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...