salvo

SALVO ERRORI, SALVO È UN GRANDE ARTISTA - UNO STUDIO DELLA FONDAZIONE SORGENTE GROUP RIPERCORRE LA STORIA E LA BELLEZZA DI VIA DELLA CONSOLAZIONE, UNA STRADA SCOMPARSA DI ROMA, CHE RIVIVE IN UN DIPINTO DI SALVO. E’ L’OCCASIONE PER RIPORTARE ALL’ATTENZIONE UN PITTORE SOTTOVALUTATO IERI, DIMENTICATO OGGI – ALLA QUADRIENNALE DI ROMA LA SERIE PIÙ DISTINTIVA DI TUTTA LA SUA PRODUZIONE: QUELLA DEI PAESAGGI METAFISICI

https://www.affaritaliani.it/blog/palazzo-potere/una-strada-scomparsa-di-roma-rivive-in-un-dipinto-di-salvatore-mangione-732832.html.

 

Salvo

L’importanza della memoria. Con queste tre parole si potrebbe sintetizzare perfettamente la vita professionale di Salvo (pseudonimo di Salvatore Mangione 1947-2015). Nelle sue opere il senso del ricordo è sempre vivo ed esibito con rispetto, specie nei confronti dei grandi maestri del passato, senza celate provocazioni o virtuosismi inutili e ostentati.

 

L’approccio di Salvo al mondo dell’arte avvenne quasi per caso: da adolescente, alcuni insegnanti del liceo ne notarono il grande talento come disegnatore, esortandolo così a non sprecare questa dote e anzi, consigliandoli studi specifici all’accademia, che non poté seguire per difficoltà economiche. 

 

Basandosi solamente sul suo talento, cominciò così a produrre repliche di celebri opere dei grandi maestri del passato come Rembrandt, Leonardo e Raffaello. La qualità stilistica delle sue riproduzioni non passò affatto inosservata e Gian Enzo Sperone, uno dei galleristi più all’avanguardia, cominciò a comprare le sue opere e a commissionarne di nuove. 

Salvo

 

Dopo un periodo di arte concettuale, Salvo decise di ritornare alla pittura nella sua forma più autentica. All’elemento provocatorio, Salvo antepose ora l’elemento “mnemonico”: un segno, un riferimento preciso che veicolasse un ricordo nello spettatore. E questa esigenza di memoria si fece ancora più forte man mano che passavano gli anni.

 

È in questo momento che rivolge la sua attenzione alle rovine antiche, meglio se diroccate in un contesto rurale e isolato. Ai suoi occhi, queste vestigia un tempo imponenti ed ora abbandonate a se stesse divennero la perfetta metafora della caducità del tempo, rafforzando l’importanza della reminiscenza. 

 

Salvo

Negli anni 80 Salvo diede vita alla serie più distintiva di tutta la sua produzione: quella dei paesaggi. Nei suoi dipinti le forme divennero semplici e geometriche, accompagnate da tonalità cromatiche accese, abbinate fra loro in maniera anti-naturalistica. 

 

Questo nuovo stile sembrò l’ennesimo omaggio al passato, al movimento espressionista di inizio Novecento, quando il colore utilizzato in questa maniera brutale, voleva guidare l’occhio dello spettatore verso l’aspetto più intimo e introspettivo del quadro. 

 

Visti attraverso la lente della memoria, quelli che erano paesaggi reali e ben riconoscibili divennero vedute idealizzate, dall’atmosfera magica e fiabesca, depurate da tutti quegli elementi ritenuti superflui dalla selezione istintiva della mente.

 

le opere di salvo e di davide stucchi

Egli era solito insistere su come la memoria personale filtrasse e selezionasse i vari ricordi, enfatizzando certi dettagli e “tagliandone” altri, creando così un’immagine personale e unica. 

 

Durante un’intervista concessa nel 2013, un anno prima di morire, Salvo affermerà: “C’è sempre una restrizione dei dati memoriali: la nostra memoria seleziona, sceglie i valori esistenziali su cui costruirà il futuro”.

 

La Via della Consolazione, protagonista del dipinto proveniente dalla collezione E. Greco di Roma, era uno degli scorci più interessanti, romantici e suggestivi di tutto il centro di Roma, tanto da essere scelta anche nel celebre film “Vacanze Romane”, come luogo d’incontro tra la principessa Anna (Audrey Hepburn) e il reporter Joe Bradley (Gregory Peck): alle loro spalle i due protagonisti del film incrociano i loro destini proprio davanti all’Arco di Settimio Severo sedendosi sul parapetto della via.

 

Salvo quadriennale

Via della Consolazione collegava, infatti, via dei Fori Imperiali a Piazza della Consolazione, attraversando l’antico Foro repubblicano, di cui lambiva l’Arco di Settimio Severo e le colonne del Tempio di Saturno. Per questo la Via fu oggetto di diverse riflessioni sul suo reale impatto urbanistico, valutato all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione urbana e valorizzazione del sito archeologico. Dopo anni di rinvii, fu il sindaco (e autorevole storico dell’arte) Giulio Carlo Argan a dare una forte accelerazione al progetto di rinnovo, che prevedeva l’eliminazione di questa strada, al fine di trasformare l’area in un parco archeologico pedonale. Tuttavia fu il suo successore, Luigi Petroselli a portare a termine questa demolizione, nel 1980.

 

salvo

Secondo lo studio sull’opera – realizzato dalla Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter e Paola Mainetti - questa “Veduta di Via della Consolazione” rispecchia perfettamente l’idea e l’atmosfera che il pittore sapeva creare attorno al paesaggio storico e assume sicuramente una valenza metaforica: la testimonianza visiva di una strada considerata fra le più belle e suggestive al mondo, immolata sull’altare del progresso.

 

Un sacrifico ritenuto comunque necessario per tutelare uno dei parchi archeologici più importanti del mondo. E non a caso Salvo la volle dipingere con la luce del tramonto, quasi a sottolineare il crepuscolo di una Roma decadente ma ancora autentica, destinata a cambiare inesorabilmente con il passare del tempo.

 

Il pittore osserva i monumenti del Foro Repubblicano collocandosi alle spalle il Campidoglio con orientamento dello sguardo verso nordest e avendo alla sua sinistra il grande muro di sostruzione del Tabularium. Così nel dipinto possono essere facilmente individuati i resti di monumenti celebri: da sinistra il Tempio del Divo Vespasiano, la Chiesa dei Santi Luca e Martina, la Curia Iulia, l’Arco di Settimio Severo e il Tempio di Saturno.

salvo san giovanni degli eremitani

 

A sinistra le tre colonne superstiti sormontate da capitelli corinzi, alte 15,20 m appartengono al Tempio del Divo Vespasiano, innalzato dal figlio Tito e completato poi dal fratello Domiziano, in onore del padre Vespasiano divinizzato.

 

Al centro corre la Via della Consolazione che nei secoli riprese e mantenne il tracciato dell’antico Clivus Capitolinus che collegava i fori imperiali alle pendici del Campidoglio attraversando il Foro Repubblicano e passava tra il Tempio del Divo Vespasiano e il Tempio di Saturno.

 

In fondo al centro del dipinto fa da sfondo la facciata con cupola della Chiesa dei Santi Luca e Martina di Petro da Cortona. La chiesa fu realizzata a partire dal 1635 su progetto di Pietro Berrettini da Cortona con impianto a croce greca e cupola all’intersezione dei due bracci principali. Fu l’unica superstite, tra gli edifici insistenti sul medesimo isolato, a non essere demolita per l'apertura, nel 1932, di via dell'Impero.

 

paola e valter mainetti foto di bacco (1)

La facciata della chiesa, ripresa fedelmente nel dipinto, è considerata il vero capolavoro di Pietro da Cortona: divisa in due ordini, incorniciata fra coppie di lesene e coppie di colonne, in perfetta simmetria tra loro. La poderosa cupola, realizzata nel 1664, è poggiante su un tamburo circolare diviso da paraste in otto sezioni, con finestre a timpano triangolare; il tutto è coronato da una lanterna composta da due ordini.

 

Proseguendo nell’osservazione del dipinto si scorge il tetto spiovente della Curia Iulia, dalla forma semplice a parallelepipedo, fatta iniziare la costruzione da Cesare, fu conclusa nel 29 a.C. per ospitare le riunioni del Senato. Si conserva ancora oggi pressoché inalterata grazie alla trasformazione dell’edificio in chiesa di S. Adriano durante il VI secolo d.C.

 

foro romano di fine 800

Dinanzi alla Curia, in linea di sguardo compare maestoso, leggermente di tre quarti, l’Arco di Settimio Severo costruito tra il 202 e il 203 d.C., per volere del Senato in onore dell’Imperatore e dei suoi due figli, Caracalla e Geta, in occasione della vittoria ottenuta contro i Parti. Si trova alla fine della Via Sacra ed insieme all’Arco di Augusto, quello di Tiberio e il Portico di Gaio e Lucio Cesare costituiva uno dei quattro accessi monumentali alla Piazza del Foro.

 

la rivoluzione notturna del foro romano xx

Infine si ergono poderose a destra le colonne del  Tempio di Saturno. L’edificio è uno dei luoghi sacri più antichi presenti nel Foro Romano, dopo il Tempio di Vesta e il Tempio di Giove e, consacrato nel 497 a.C. da A. S. Atratino e M. M. Augurino, subì numerosi restauri e ricostruzioni fino alla fine dell’Impero. Il tempio aveva una funzione amministrativa oltre a quella religiosa, infatti all’interno veniva conservato il tesoro dello stato, l’aerarium.

la rivoluzione notturna del foro romano 18

 

Si erge su alto basamento, che compensa il terreno fortemente inclinato con un dislivello di 6 m, collocato tra gli antichi percorsi del Vicus Jugarius a est e il Clivus Capitolinus (poi via della Consolazione) a ovest. Come si vede nel dipinto, ancora oggi si conservano sei colonne sulla fronte nord del portico e una laterale, risalenti all’ultima fase di ricostruzione del III d.C., in granito grigio e rosa con capitello ionico e la trabeazione con una piccola parte del timpano conservata

 

Queste visuali del Foro repubblicano possiamo definirle iconiche per gli artisti di vedute romane fin dal Settecento e si ritrovano anche nelle prime fotografie dell’Ottocento, arricchite spesso da personaggi dell’epoca. In questo dipinto contemporaneo lo stesso paesaggio archeologico, pur nella semplificazione delle linee e dei dettagli, riesce ad essere colto nelle caratteristiche salienti dei monumenti mantenendone la correttezza formale e la proporzione degli spazi.

la rivoluzione notturna del foro romano 8

 

 

Valentina Nicolucci, Curatrice per l’Archeologia di Fondazione Sorgente Group

 

Gian Maria Mairo, Curatore per la Pittura di Fondazione Sorgente Group

 

www.fondazionesorgentegroup.com

 

 

 

 

la rivoluzione notturna del foro romano 7la rivoluzione notturna del foro romano 11la rivoluzione notturna del foro romano 12Foro romano santa Maria Antiqua la rivoluzione notturna del foro romano 16

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…