mario centeno giuseppe conte

L'EUROPA PREPARA LA NUOVA TRAPPOLA PER LE BANCHE ITALIANE - IL PRESIDENTE DELL'EUROGRUPPO SOLLECITA GLI ISTITUTI DI CREDITO A DISFARSI DEI TITOLI DI STATO IN ECCESSO, METTENDO A RISCHIO IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO. IL PARLAMENTO SI ERA OPPOSTO. MA GUALTIERI È RIMASTO ZITTO

 

 

 

Giuseppe Liturri per “la Verità

 

Mentre ancora il governo illude il Parlamento che ci siano margini di manovra sull' approvazione della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), già definita nei suoi aspetti sostanziali tra dicembre 2018 e dicembre 2019, nuovi nubi si addensano all' orizzonte. Si tratta del rafforzamento dell' Unione bancaria, un altro elemento del fantomatico pacchetto promesso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, assieme allo strumento di bilancio dell' Eurozona. Abbiamo già visto che la risoluzione Molinari-D' Uva sul Mes, approvata dal Parlamento il 19 giugno 2019, è stata totalmente disattesa sia dall' Eurogruppo sia dall' Eurosummit. Ma ciò che sta per accadere sull' Unione bancaria è addirittura ancora peggio.

MARIO CENTENO

 

Una potenziale bomba a orologeria piazzata sotto il nostro sistema bancario, in totale spregio delle condizioni poste dal Parlamento.

Partiamo dalla fine. Il 30 gennaio, il presidente dell' Eurogruppo, Mário Centeno, con una lettera indirizzata ai suoi colleghi faceva il punto sull' ultima riunione del 20 gennaio. A proposito dell' Unione bancaria, facendo preciso riferimento a una lettera del presidente del gruppo di lavoro presso l' Eurogruppo del 3 dicembre, Centeno riferiva dell' invito ricevuto dai capi di governo nel continuare il lavoro avviato nei mesi precedenti e parlava di «logica di pacchetto» in modo da realizzare avanzamenti in parallelo su tutte le seguenti quattro aree tematiche in discussione.

 

La prima riguarda il completamento dei fondi nazionali di garanzia dei depositi e graduale costituzione di un fondo comune di garanzia dei depositi. La seconda incentiva le banche a ridurre il rischio di concentrazione dei titoli governativi, attraverso la graduale introduzione della contribuzione al fondo in base al livello di rischio che tenga conto anche del livello di concentrazione di questi titoli, con graduale introduzione di un costo per l' eccessiva concentrazione di debito sovrano. La terza attiene la gestione delle crisi bancarie, con il miglioramento degli strumenti esistenti e l' introduzione di nuovi. Infine, il potenziamento dell' integrazione transfrontaliera delle banche.

 

GUALTIERI CENTENO

La pericolosità del punto 2 (incentivi a ridurre il possesso di titoli governativi) per le nostre banche balza subito all' occhio. Esse detengono oggi poco meno di 400 miliardi di euro di titoli pubblici, praticamente raddoppiati dopo la crisi del 2011, conseguendo inoltre ricche cedole e plusvalenze. Val la pena di notare che le banche francesi, spagnole e tedesche detenevano al 31 ottobre scorso titoli dei rispettivi Paesi per 151 miliardi, 180 miliardi e 163 miliardi di euro.

 

Così stando le cose, il fondo comune di garanzia per i depositanti sarà alimentato dalle nostre banche in modo più che proporzionale e addirittura ci saranno costi per l' eccessiva concentrazione di titoli di Stato. L' ennesimo attacco al nostro sistema bancario e al nostro debito pubblico. Il divieto di ponderazione cacciato dalla porta rientra dalla finestra.

 

Vale la pena notare che a quella riunione dell' Eurogruppo, il 20 gennaio, era presente il ministro Roberto Gualtieri, il quale non poteva non sapere che l' 11 dicembre 2019 il Parlamento, in preparazione dell' Eurosummit del 12 e 13, aveva approvato una risoluzione di maggioranza in cui impegnava il governo a «mantenere la logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l' equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell' Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici.

Mario Centeno, ministro Portogallo

 

In particolare, escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, ed escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all' Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato».

 

Il deputato del M5s Raphael Raduzzi ha sottolineato il 31 gennaio su Twitter che non fu facile inserire nella risoluzione quell' impegno esplicito, inserito proprio alla luce del preoccupante contenuto della lettera del 3 dicembre. Invece che cosa accade? Che il presidente Centeno il 30 gennaio per tutta risposta ha richiamato quella lettera e i quattro fronti in cui si articola il rafforzamento dell' Unione bancaria, ivi inclusa la penalizzazione dei titoli di Stato di cui si è detto. Abbiamo tracce dell' opposizione del ministro Gualtieri a tale esplicito ribaltamento della volontà del nostro Parlamento e del mandato conferito al governo?

 

raphael raduzzi

I dubbi aumentano ricordando che il 10 dicembre Gualtieri in una nota per la stampa, nonostante conoscesse già il contenuto della lettera del 3 dicembre, ribadiva la propria contrarietà a «limiti di concentrazione dei titoli di Stato» e derubricava a «base per una riflessione, non ancora una concreta proposta» l' ipotesi di incentivi alla diversificazione degli attivi bancari. Ma qui siamo già oltre, siamo addirittura alla penalizzazione, correttamente rilevata da Raduzzi e vietata dalla risoluzione parlamentare. Purtroppo per Gualtieri e per il Parlamento, Centeno afferma a chiare lettere che c' è «un ampio consenso per continuare a lavorare sui quattro aspetti delineati nella lettera di dicembre», ma uno di quei quattro è da rigettare e non può entrare mai in nessun pacchetto.

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