alitalia

ALITALIA, CHI SE LO PRENDO ‘STO PACCO? - DOPO L'USCITA DI SCENA DI ATLANTIA, IL GOVERNO CERCA NUOVI SOCI E TORNA L'IPOTESI CASSA DEPOSITI E PRESTITI - PUBBLICAMENTE FRENATA DAL PRESIDENTE DELL'ACRI GIUSEPPE GUZZETTI (“NON FAREI MAI UN INVESTIMENTO IN ALITALIA”), CDP SI È GIA’ CHIAMATA FUORI APPELLANDOSI A UN DIVIETO STATUTARIO CHE PERÒ ALCUNI RITENGONO POSSA ESSERE SUPERATO - FINORA LA COMPAGNIA E’ COSTATA ALL’ITALIA 9 MILIARDI DI EURO…

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

gianfranco battisti

Sarà il premier Giuseppe Conte a provare in extremis a far decollare il salvataggio Alitalia.

Lo farà probabilmente già martedi, incontrando l' ad di Fs Gianfranco Battisti, che sta lavorando in queste ore a tentare di ricucire una situazione che appare sempre più problematica. Di fatto l' unico partner industriale su cui possono contare le Fs sono gli americani di Delta Airlines, disposti ad entrare nella NewCo con una quota del 10-15%. Il piano a cui pensava Battisti, d' intesa con il Mef, prevedeva e prevede ancora che accanto al colosso Usa e al Tesoro, scendesse in campo Atlantia.

 

danilo toninelli gianfranco battisti

Una soluzione di mercato, industriale, per evitare gli strali europei e l'accusa di voler salvare la compagnia con i soldi dello Stato. Atlantia, che si è chiamata fuori nonostante un pressing insistente ma garbato, avrebbe dovuto rilevare una partecipazione del 30-35%, analoga a quella delle Fs, mentre Delta e Tesoro avrebbero avuto complessivamente il 25-30%, il resto sarebbe dovuto andare a società nell' orbita pubblica: Fincantieri e Poste in primis, che però al dunque sono sparite dai radar dopo aver assicurato, in via informale, di voler essere della partita.

 

EMBRAER E-175 ALITALIA

Nel vertice di governo convocato per la prossima settimana, Conte tornerà a chiedere alle società pubbliche di rientrare in gioco, per avviare un' operazione di sistema e soprattutto con valenza industriale. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il piano messo a punto da Battisti e condiviso da Delta ha basi molto solide, una strategia aggressiva per crescere sulle rotte di lungo raggio e una solida linea di sviluppo dell' intermodalità, delle sinergie cioè con i treni.

 

LE LIMITAZIONI

ALITALIA

Senza contare che verranno poste alcune limitazioni alle low cost per frenare i vantaggi di cui hanno goduto finora. Ma di là delle tecnicalità, ciò che più preoccupa l' esecutivo è che con l' uscita di scena di Atlantia cade l' unica alternativa industriale privata valida. Anche se non è escluso che, in prossimità della scadenza di fine mese, data entro la quale il dossier va chiuso, possa partire dalla Lega un ultimo pressing sui suoi vertici.

 

Il governo ha chiarito che la NewCo sarà pulita da ogni debito, come del resto già accaduto nei precedenti tentativi di salvataggio del vettore (si ricorda che dalla sua fondazione la compagnia di bandiera è costata finora 9 miliardi circa al Paese).

 

GIUSEPPE GUZZETTI

D' altra parte, proprio l' azzeramento del debito costituisce un punto su cui si svilupperà il pressing del governo sui candidati a rilevare quote della compagnia: un modo per rendere meno gravoso l' impegno. Ma chi potrebbero essere questi candidati? Pur trattandosi di società quotate, e quindi con degli obblighi precisi verso gli azionisti sulla destinazione di risorse aziendali, di fronte a una chiamata diretta da Palazzo Chigi non sarà facile per i grandi gruppi partecipati dallo Stato negarsi ancora.

 

La situazione è ormai tale che a questo punto nemmeno le rigide regole europee sugli aiuti di Stato freneranno il governo. Si ricorda peraltro che a cavallo dell' estate va restituito il prestito da 900 milioni (con gli interessi ora sfiora il miliardo) concesso all' Alitalia dal Tesoro, sempre che non si ricorra all' ennesima proroga. In ogni caso, senza nuove iniezioni di liquidità la compagnia vanta un' autonomia che al più tardi, e grazie anche al forte miglioramento gestionale impresso dai commissari, può arrivare alla fine del prossimo inverno o poco più in là.

 

logo cassa depositi

Respinta al mittente la proposta di Lufthansa, pronta a rilevare la flotta tricolore ma solo dopo il taglio di 4-6 mila dipendenti, e cadute nel vuoto le offerte di easyJet e di alcuni fondi d' investimento, dalle parti del governo si sta pensando nuovamente a una partecipazione della Cassa depositi e prestiti: un' idea che nelle intenzioni degli advisor che lavorano attorno alla formazione della cordata, avrebbe dovuto completare la combinazione con Atlantia.

 

Ma, pubblicamente frenata dal presidente dell' Acri Giuseppe Guzzetti («Non farei mai un investimento in Alitalia»), alla fine Cdp si è ritirata dalla partita appellandosi a un divieto statutario che però alcuni ritengono possa, attraverso passaggi tecnici nemmeno tanto sofisticati, essere superato. Sarebbe infatti insostenibile, dal punto di vista politico, annunciare adesso un nuovo piano lacrime e sangue dopo avere lasciato intendere che il salvataggio Alitalia era cosa fatta.

 

CONTO ALLA ROVESCIA

aereo lufthansa

Di qui la nuova linea d'azione sulla quale il governo ora vorrebbe lavorare, tentando di convincere i vertici di Cdp a scendere in campo in qualche modo: già questa settimana sono previsti incontri ai massimi livelli nella sede di Via Goito. Di certo lo spettro di migliaia di esuberi, sopratutto a Roma dove ha sede la compagnia aerea (si parla di almeno 2.500 espulsioni subito se non partirà il piano delle Fs), è un motivo sufficiente per mobilitare, questa volta si spera seriamente, le forze di governo. Altrimenti, dopo Atlantia anche Fs - che ha posto la condizione di potere avviare un piano a condizioni di mercato - dovrà gioco forza arrendersi, trascinando con sé Delta. Il countdown è cominciato.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?