giuseppe conte ponte morandi benetton autostrade

ASPI E SPERA – A DUE ANNI E MEZZO DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI ANCORA NON È STATA RISOLTA LA GRANA DELLA CONCESSIONE AI BENETTON. SIAMO SEMPRE ALLA SOLITE ANCHE CON IL DOSSIER DELLA RETE UNICA, E IL VIZIO DI FONDO È SEMPRE LO STESSO: IL GOVERNO NON HA FATTO BENE I CONTI CON IL MERCATO E LE SUE REGOLE E HA SOTTOVALUTATO GLI INTERESSI (E LE CONTROMOSSE) DEI SOGGETTI IN CAMPO

 

 

Paolo Baroni per ''La Stampa''

 

crollo ponte morandi

Autostrade e Rete unica: due storie infinite, due dossier che arrancano nonostante le spinte (e a volte le urla) della politica. Due storie parallele, con molti protagonisti in comune: il governo (i vari Conte, Gualtieri, Patuanelli e De Micheli) a fare da regista; la Cassa Depositi guidata da Fabrizio Palermo, nel ruolo di player; e l' onnipresente e molto aggressivo fondo australiano Macquarie.

 

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

Per entrambe le vicende la soluzione è ancora di là da venire. Per un vizio di fondo, si potrebbe dire: il governo non ha fatto bene i conti con il mercato e le sue regole (comprese quelle della concorrenza nel caso delle tlc) ed ha sottovalutato gli interessi dei vari soggetti in campo, sia pubblici che privati come dimostrano i fatti degli ultimi mesi.

giuseppe conte paola de micheli

 

La telenovela Aspi

È il 15 luglio quando al termine di un Consiglio dei ministri durato un' intera notte il governo ufficializza la resa dei Benetton.

 

fibra ottica

 Che dopo il crollo del ponte Morandi e la minaccia di revoca della concessione(o «caducazione» per dirla col premier), per evitare il default avallano «l' immediato passaggio del controllo di Aspi» a Cdp, attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato e l' ingresso di investitori istituzionali di suo gradimento, «l' uscita dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione in Borsa».

GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO

 

Veniva subito fissata la scadenza del 27 luglio, data entro cui Cdp e Atlantia avrebbero dovuto siglare un memorandum per regolare il passaggio delle quote, ma è subito saltata. Questo è stato solo il primo di tanti rinvii. Già ai primi di agosto, infatti, Atlantia segnala «concrete difficoltà nella trattativa con Cdp» per questo il mese dopo la società mette in campo una doppia soluzione.

 

Quella principale prevede la vendita dell' intera quota di Aspi (88%) attraverso un' asta internazionale, ovviamente «aperta anche a Cdp ed alleati», e di procedere alla scissione conferendo le quote ad una nuova società da quotare in Borsa, ma non si esclude nemmeno di poter cedere questo 88% direttamente a Cdp (mentre l' ipotesi iniziale prevedeva che Cassa depositi rilevasse il 33% con un altro 22% assegnato ad investitori istituzionali).

 

A ottobre l' assemblea di Atlantia dà il via libera alla scissione. Intanto il confronto con Cdp si fa sempre più duro. Le parti litigano sulla richiesta di manleva rispetto alle possibili richieste di danni legate al crollo del Morandi avanzata da Cdp e soci (i fondi esteri Macquarie e Blackstone) e ovviamente sul prezzo. Sia Atlantia che i grandi fondi internazionali presenti nel capitale di Aspi non sono disposti a fare sconti e valutano l' intera Aspi 11-12 miliardi contro gli 8,5/9,5 di Cdp.

luciano benetton

 

Proposte e controproposte si elidono, intanto per il 15 gennaio viene fissata l' assemblea di Atlantia che dovrà procedere con la scissione. Con una lettera del 22 dicembre il Consorzio Cdp conferma il suo interesse per l' operazione ma chiede più tempo per poter presentare per quella data un' offerta vincolante anticipando poi che alla luce della due diligence in corso intende rivedere al ribasso la sua offerta portandola ben sotto la parte bassa della forchetta proposta in precedenza. Ipotesi che viene subito respinta in quanto «non sufficiente».

 

Questo non impedisce però ad Atlantia di lasciare porta aperta a Cdp, dando tempo sino al 30 gennaio per chiudere la due diligence ed aspettando poi sino al 31 luglio per decidere eventualmente di revocare la scissione. E così, il traguardo che dopo tante tribolazioni sembrava vicino torna ad allontanarsi.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE

Digitale, priorità assoluta

È invece del 31 agosto la firma tra Tim e (di nuovo) Cdp di un memorandum che dà il via all' operazione Rete unica, e alla nascita di una nuova società a forte presenza pubblica chiamata a gestire lo sviluppo della banda ultra larga e far quindi compiere al Paese un balzo in avanti nella digitalizzazione.

 

giuseppe conte paola de micheli ponte genova

L' obiettivo, fortemente caldeggiato dal governo, che fa della digitalizzazione uno dei primi impegni del Recovery plan, è integrare la rete gestita da Tim (dove Cdp ha quasi il 10%) con quella di Open Fiber, società partecipata 50/50 da Cdp ed Enel e nata per portare la fibra nelle «aree bianche» del Paese, ovvero quelle a fallimento di mercato. Tim fa la prima mossa e assieme a Fastweb, Tiscali e Kkr da vita a Fibercop a cui conferisce la sua rete in rame, ma presto i problemi sorgono sul fronte Open Fiber con Enel che a ottobre decide di fare cassa e sfilarsi.

 

Macquarie

A nulla è valso l' invito ufficiale dei ministri Gualtieri e Patuanelli all' ad Francesco Starace di «tenere presente l' interesse strategico del progetto Rete unica» a partire dal fatto Cdp nel frattempo ha messo nero su bianco il suo interesse a partecipare al progetto: alla fine però Enel formalizza l' accordo con Macquarie a cui entro il 30 giugno 2021 cederà tra il 40 ed il 50% di Open Fiber.

 

Soldi, soldi, soldi

ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi

Anche in questo caso il prezzo (2,12/2,65 miliardi), la classica offerta che non si può rifiutare, rappresenta «il problema» perché in pratica valorizza Open Fiber tanto quanto Fibercop con cui dovrebbe poi fondersi, col risultato di impedire a Tim di detenere il 50,1% della nuova AccessCo che da subito aveva posto come condizione irrinunciabile per partecipare al progetto. Cdp potrebbe far valere un diritto di prelazione ma, al momento, non sembra interessata ed esclude una trattativa sulla quota di Enel.

 

Inutile dire che a questo punto, complice l' Antitrust che ha da poco avviato un' indagine sulla nascita di Fibercop per valutare gli eventuali rischi di restrizione della concorrenza (piccolo assaggio di quello che potrebbe succedere più avanti anche con Bruxelles), anche questa operazione si presenta tutta in salita ed oggi è impossibile prevederne i tempi .

una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak le carcasse delle auto sotto il ponte morandi soccorsi dopo il crollo del ponte morandi il crollo del ponte morandi

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."