AUTOSTRADE PERDUTE – I GRILLINI GRIDANO AL RICATTO MA IL GOVERNO STA TRATTANDO CON I BENETTON PER CERCARE DI SALVARE IL SALVABILE – IN BALLO C’È LA SOPRAVVIVENZA DELLA SOCIETÀ, CHE HA GROSSI PROBLEMI DI CASSA ED È STATA AMMAZZATA DAL DECRETO MILLEPROROGHE – CON LO STOP AGLI INVESTIMENTI SI BLOCCHEREBBERO CENTINAIA DI OPERE, PER UN VALORE TOTALE DI PIÙ DI 60 MILIARDI (E L’OCCUPAZIONE DI 25MILA PERSONE)

-

Condividi questo articolo


 

 

Lorenzo Cresci per “la Stampa”

 

roberto tomasi autostrade per l'italia roberto tomasi autostrade per l'italia

È una partita che si gioca su tre tavoli, quella tra Autostrade per l' Italia e il governo: quella economico-finanziaria è la più delicata, perché in ballo c' è la sopravvivenza della stessa società del gruppo Benetton, con problemi di cassa (almeno 400 milioni, fin qui coperti dalla capogruppo Atlantia) e un equilibrio mantenuto fino al 31 dicembre scorso, grazie alla possibilità di poter operare in debito.

paola de micheli 1 paola de micheli 1

 

OPERE CHE RISCHIANO DI SALTARE CON UN EVENTUALE CRAC DI AUTOSTRADE OPERE CHE RISCHIANO DI SALTARE CON UN EVENTUALE CRAC DI AUTOSTRADE

«Equilibrio smarrito con il decreto Milleproroghe e il nodo sul valore dell' indennizzo per l' eventuale revoca della concessione», si fa notare in ambienti vicini al gruppo. E qui la partita diventa politica, e, quindi, di conseguenza anche giudiziaria perché tra i 23 miliardi che vorrebbe Autostrade e gli 8 miliardi che vorrebbe pagare lo Stato, la differenza è evidente e diventa materia degli studi legali.

luciano benetton luciano benetton

 

Da qui la richiesta di linee di prestito garantiti formulata da Autostrade a Sace, su cui il governo, specialmente, nella sua componente pentastellata, è orientata al «no». Meno tranchant sembra la linea di Cassa depositi e prestiti, con cui Autostrade nel dicembre 2017 ha trattato una linea di credito per 1,7 miliardi di euro (di cui 1,1 in forma di Term Loan con durata decennale e 0,6 miliardi di euro in forma di Linea Revolving quinquennale), solo in parte incassata.

ROBERTO ZUCCHETTI ROBERTO ZUCCHETTI

 

Alla richiesta di avere altri 200 milioni, in aprile, «Cdp non ha detto no», sottolineano fonti vicini al dossier, ma ha congelato la trattativa, «intavolando comunque un dialogo», si fa osservare. Il problema è che ci sono «motivazioni oggettive» che hanno cambiato la situazione dal 2017 a oggi: dal crollo del Ponte Morandi alla revisione della concessione su cui lavora il governo, dalla rivalutazione degli introiti dei pedaggi autostradali alla valutazione junk, spazzatura, cui le agenzie di rating hanno costretto Autostrade.

 

giuseppe conte paola de micheli giuseppe conte paola de micheli

In questa partita su più fronti, ecco l' attacco della società con lo stop agli investimenti da 14,5 miliardi programmati fino al 2038, di cui 6 per il primo quadriennio: senza prestiti si blocca tutto. Una minaccia che «non è un ultimatum - spiegano fonti di Atlantia - nei confronti dei decisori istituzionali. Atlantia e Aspi da gennaio a oggi hanno inviato nove lettere a tutti gli attori istituzionali coinvolti, non ricevendo alcuna formale risposta su nessuno dei punti salienti evidenziati o delle proposte formulate.

ponte morandi ponte morandi

 

Mentre Atlantia - sempre secondo le fonti - ha atteso e attende che vengano prese decisioni in merito alle proposte inviate formalmente, anche relativamente alla vicenda della concessione in campo da quasi due anni».

 

ponte morandi ponte morandi

Il prezzo dello stop

L' Italia delle infrastrutture rischia di bloccarsi, e da uno studio del professor Roberto Zucchetti, docente di Metodologie di valutazione delle infrastrutture di Trasporto alla Bocconi di Milano, di cui La Stampa è entrata in possesso, emergono numeri di grande valore. Sono centinaia le opere che restano bloccate, per un valore diretto di 14,5 miliardi oltre ai 7 di manutenzioni (attività non sospese), una spesa «che ha fattore moltiplicatore di tre», sottolinea il professor Zucchetti, quindi parliamo di oltre 60 miliardi.

salini conte de micheli ponte genova salini conte de micheli ponte genova paola de micheli. paola de micheli.

 

A rischio di realizzazione infrastrutture attese da tempo come la Gronda di Genova (4,3 miliardi) e il Passante di Bologna (circa 1 miliardo), ma anche decine di ampliamenti e miglioramenti di terze e quarte corsie praticamente su tutta la rete nazionale: A1, A4, A8, A9, A12, A13, A14. Bloccati anche interventi di innovazione della rete (incluse le "smart roads") e miglioramenti della visibilità su strada e in galleria. E ancora, senza liquidità da parte di Autostrade, oggi alle prese con un debito di svariati miliardi, bloccate opere locali per il collegamento tra i centri urbani e l' autostrada tramite la realizzazione di svincoli e il potenziamento di aree di servizio.

AUTOSTRADE PER L ITALIA AUTOSTRADE PER L ITALIA

 

il ponte morandi a genova il ponte morandi a genova

«Gli investimenti garantirebbero un' occupazione di 25 mila unità all' anno - osserva Zucchetti - lavoro che serve al Paese».

a genova il varo del primo impalcato del nuovo ponte a genova il varo del primo impalcato del nuovo ponte genova ponte morandi genova ponte morandi genova ponte morandi genova ponte morandi ponte morandi spinoza genova ponte morandi spinoza genova paola de micheli renzo piano paola de micheli renzo piano

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…