BERNANKE ANNUNCIA UN’AMERICA INDEBOLITA E LE BORSE SI AFFLOSCIANO - MILANO -1%, SPREAD A 481 - MA LA FED PROMETTE CHE PRESTO INIETTERÀ SOLDI NEI MERCATI (ALTRIMENTI OBAMA VA A CASA) - CANNATA (DEBITO PUBBLICO): SIAMO RICCHI DI LIQUIDITÀ, NON C’È DA PREOCCUPARSI - MA BANKITALIA RICORDA: 48 MLD € FUGGITI ALL’ESTERO IN 4 MESI - GOLDMAN SACHS VERSO IL PRIVATE BANKING - GRECIA: IMPOSSIBILE ATTUARE I TAGLI DELLA TROIKA - COSA CAMBIA CON LA RIFORMA DEL LAVORO…

1 - BORSA: BERNANKE COMPROMETTE LA SEDUTA, MILANO LA PEGGIORE (-0,94%)
Radiocor - Le borse europee chiudono deboli una giornata vissuta all'insegna dei rialzi, penalizzate dalle dichiarazioni del presidente della Fed, Ben Be rnanke. Il governatore della banca centrale americana non ha fornito alcuna indicazione sulle prossime mosse della Fed per stimolare l'economia (vista peraltro in cattiva salute), deludendo cosi' i mercati, che scommettevano su un nuovo allentamento della politica monetaria. Milano ha registrato la performance peggiore (-0,94%) penalizzata dalle banche, mentre la migliore e' stata Madrid (+0,20% circa), che ha beneficiato del buon esito dell'asta spagnola.

A Piazza Affari sul Ftse Mib hanno chiuso in forte calo Bpm (-4%) e Intesa Sanpaolo (-3%). Male anche Impregilo (-2,4%), sui cui si e' sgonfiato l'appeal speculativo dopo la vittoria in assemblea del socio Salini, che si e' aggiudicato la nomina del nuovo cda. Per contro, hanno chiuso in forte rialzo Lottomatica (+3%) e Ansaldo (+1,6%), in attesa dei conti e di nuove commesse. Nel resto del listino, andamento ancora estremamente volatile per Fonsai e Unipol nel secondo giorno dell'aumento di capitale. Le ordinarie Fonsai sono balzate del 90% con i diritti a -64%, mentre Unipol ha perso il 13,4% circa (-59% i diritti).

2 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 481 PUNTI
(ANSA) - Lo spread Btp-Bund chiude a 481 punti base con il rendimento del Btp a 10 anni al 6,01%. Il differenziale tra la carta decennale spagnola e tedesca termina a 550 punti con il tasso dei Bonos al 6,71%.

3 - CANNATA (TESORO): SIAMO RICCHI DI LIQUIDITÀ, ENTRATE VANNO BENE
(LaPresse) - "Siamo ricchi di liquidità e le entrate continuano ad andare bene". Lo ha detto il direttore generale per il debito pubblico del Tesoro, Maria Cannata, incontrando i giornalisti a via XX settembre per fare un punto sull'asta dei Btp a 3 anni di venerdì scorso.

4 - BANKITALIA: NO EFFETTI DA DECISIONE MOODY'S
(LaPresse) - La decisione di Moody's sulle emissioni di debito italiane, resa nota subito prima di un'asta di titoli dello Stato, "non ha avuto effetti sostanziali sulla domanda o sui rendimenti". Lo scrive la Banca d'Italia nel Bollettino economico mensile.

5 - BANKITALIA: IN 4 MESI DISINVESTIMENTI ESTERI A 47,1 MLD
(LaPresse) - I disinvestimenti netti dall'estero, iniziati nella seconda metà del 2011 e connessi con le tensioni legate alla crisi dei debiti sovrani, "sono proseguiti a ritmi sostenuti nei primi quattro mesi dell'anno corrente". Lo scrive la Banca d'Italia nel bollettino economico. I non residenti, spiega via Nazionale, "hanno disinvestito attività italiane (soprattutto titoli a medio e a lungo termine) per 47,1 miliardi, mentre i residenti hanno effettuato vendite nette di attività estere per 17,6 miliardi (soprattutto per il mancato rinnovo di obbligazioni e strumenti monetari)".

La voce "altri investimenti", prosegue Bankitalia, costituita in gran parte da depositi e prestiti, "ha registrato nei primi quattro mesi del 2012 nuove passività sull'estero per 58,2 miliardi, in larga misura riconducibili alle operazioni intra Eurosistema effettuate tra la Banca d'Italia e la Banca centrale europea". Il saldo della Banca d'Italia presso l'Eurotower, che aveva raggiunto in marzo i 270 miliardi, in contropartita dei deflussi netti sul mercato della raccolta bancaria e dei titoli di Stato, è rimasto stabile tra aprile e giugno su questo livello.

6 - USA, BERNANKE: ECONOMIA SI È INDEBOLITA, FED PRONTA AD AGIRE
(LaPresse/AP) - L'economia statunitense si è indebolita ma la Federal Reserve è pronta a muoversi per assicurare la crescita nel caso in cui le condizioni non migliorassero. È quanto ha dichiarato il presidente della Fed Ben Bernanke durante la sua relazione di metà anno al Congresso, senza però dare dettagli sul tipo di azioni che verrebbero intraprese né dire se esse siano imminenti. Bernanke ha notato che l'economia statunitense, che nella seconda metà del 2011 cresceva a un tasso annuo del 2,5%, ha rallentato a poco più del 2% nel primo trimestre del 2012 e probabilmente ha frenato ancora nel secondo. La tendenza, ha aggiunto, non dovrebbe cambiare nei prossimi mesi, soprattutto se la crisi in Europa non migliorerà e se il Congresso non affronterà entro fine anno i problemi di bilancio.

In tal caso, ovvero se il Parlamento Usa non riuscisse a raggiungere un accordo sul budget il prossimo anno per evitare aumenti delle tasse e tagli lineari alla spesa, l'economia statunitense potrebbe soffrire una lieva recessione. "Il modo più efficace con cui il Congresso può contribuire a sostenere l'economia in questo momento - ha continuato - è lavorare per affrontare le sfide fiscali della nazione in un modo da tener conto sia delle necessità sul lungo periodo sia della fragilità della ripresa".

"Fare questo il prima possibile contribuirebbe a ridurre l'incertezza e aumentare la fiducia delle famiglie e delle imprese", ha spiegato il presidente della Fed. Infatti, ha notato, "sebbene il calo dei prezzi dell'energia garantisca al momento sostegno al potere d'acquisto dei consumatori, le famiglie restano preoccupate per l'occupazione e le prospettive di reddito e il loro livello complessivo di fiducia rimane relativamente basso". Gli investitori speravano che Barnanke lasciasse intendere un ulteriore fase di acquisto di bond per ridurre i tassi a lungo termine. Dopo il suo discorso sia Wall Street sia le borse europee hanno perso punti.

7 - WALL STREET IN NEGATIVO DOPO PAROLE BERNANKE
(LaPresse) - Wall Street ha girato in negativo in scia alle parole del presidente della Fed, Ben Bernanke. Il Dow Jones cede lo 0,6% a 12.651,15 punti, con il Nasdaq che lascia lo 0,08% a 2.894,51 punti, mentre tiene lo S&P (+0,03% a 1.354,07 punti).

8 - CARBURANTI, CODACONS: PRONTI A DENUNCIARE SERRATE NON A NORMA LEGGE
(LaPresse) - "Siamo pronti a denunciare sia alla Procura della Repubblica che alla Commissione di garanzia i gestori che, nonostante il richiamo del Garante, aderiranno alla serrata, e ogni violazione delle disposizioni vigenti". Lo afferma in una nota il Codacons, a proposito dello sciopero dei benzinai, annunciato, self service compresi, da venerdì 3 a domenica 5 agosto, periodo che il presidente dell'Autorità di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già considerato di franchigia. L'associazione dei consumatori sottolinea che "persino nei periodi in cui è consentito lo sciopero", secondo le norme "'le stazioni di servizio in funzione nell'autostrada dovranno rimanere aperte in misura non inferiore a una ogni cento chilometri'".

9 - GOLDMAN SACHS VIRA VERSO IL PRIVATE BANKING
Wall Street Italia - Goldman Sachs ha allo studio la costituzione di una banca intestina che si occupera' di sviluppare servizi di private banking. L'obiettivo e' chiaramente quella di essere percepita sotto un altro aspetto agli occhi degli investitori e dei clienti piu' ricchi. A riportarlo e' l'edizione online del Wall Street Journal. Con la decisione l'istituto sinonimo di affari spericolati e attivita' di trading senza freni che garantiscono ampi profitti intende lanciare un messaggio molto forte, rinnovando l' immagine di "Piovra della Finanza" che si era creata con il tempo tra la clientela benestante e aziendale.

Specializzandosi in prestiti a basso profitto concessi alle persone piu' facoltose e alle societa', l'istituto intende inoltre allontanarsi dalle sempre meno redditizie attivita' di trading. Il quotidiano finanziario, che cita il presidente e amministratore delegato del gruppo, Lloyd Blankfein, rivela un obiettivo di 100 miliardi di dollari di prestiti, contro i 12 miliardi di dollari di fine marzo. La decisione rifletterebbe il clima poco favorevole che si respira a Wall Street dopo la crisi finanziaria, che ha portato a un calo dei ricavi nei business tradizionali. La banca guidata da Blankfein ha chiuso il trimestre con un calo degli utili dell'11% su base annua. I numeri sono in ogni caso risultati migliori delle stime. I profitti sono stati di $962 milioni, $1,78 per azione, rispetto agli $1,09 miliardi, $1,85 per azione, dello scorso anno. Le attese erano per $1,18 per titolo.

10 - GRECIA: VENIZELOS, IMPOSSIBILE ATTUARE TAGLI CHIESTI DA UE-FMI
(ASCA-AFP) - Tagli alla spesa greca per 11,5 miliardi di euro nei prossimi due anni come richiesto dal Piano Ue-Fmi sono ''praticamente impossibile'' da attuare. Lo afferma Evangelios Venizelos, leader del Pasok, uno dei tre partiti che sostengono il governo di Atene. ''E' molto difficile, praticamente impossibile realizzare risparmi per 11,5 miliardi di euro attraverso tagli alla spesa nel 2013 e 2014 - ha detto Venizelos -. Questa difficiolta' e' stata sempre presente, ma ora si e' aggravata a causa della recessione''.

11 - UNGHERIA, INIZIATI COLLOQUI PER PRESTITO 15 MLD EURO DA FMI
(LaPresse/AP) - L'Ungheria e il Fondo monetario internazionale hanno iniziato oggi i negoziati su una nuova linea di credito da 15 miliardi di euro, mirata a rafforzare la stabilità finanziaria del Paese. La decisione di avviare un accordo per un prestito con l'Fmi era stata presa dal governo del premier Viktor Orban a novembre. Il governo si attende di raggiungere un accordo finale intorno a ottobre, anche se gli analisti ritengono che sia più probabile che ciò avvenga all'inizio del 2013. L'Ungheria è stata la prima nazione europea a ricevere un prestito dal Fondo, ottenendo 20 miliardi di euro nel 2008 per evitare il default.

Tuttavia a fine 2010, poco dopo essere salito al potere, Orban decise di non rinnovare l'accordo con il Fondo monetario, evitando quindi i controlli internazionali sulle politiche economiche del nuovo governo. Da allora Budapest ha introdotto tasse speciali sulle banche, sulle compagnie di telecomunicazioni e sulle vendite al dettaglio, una tassa piatta al 16% e la nazionalizzazione di quasi 14 miliardi di euro in beni gestiti da fondi pensionistici privati.

12 - ENTRA IN VIGORE LA RIFORMA DEL LAVORO, COSA CAMBIA NELLA VITA DEI LAVORATORI
Fulvio N. per Yahoo! Finanza - Entra in vigore mercoledì 18 luglio la riforma del lavoro approvata il 27 giugno scorso. Alcune misure, non è ancora del tutto chiaro quali, sopravviveranno solo fino al prossimo decreto sviluppo, all'interno del quale saranno inserite le modifiche alla riforma del ministro Fornero richieste dai partiti che sostengono la maggioranza.

Cosa cambierà nella vita di tutti i giorni? Difficile ancora a dirsi, sia per via delle annunciate modifiche, sia perché bisognerà aspettare qualche tempo per vedere come gli attori in campo (principalmente lavoratori e aziende) reagiranno alle nuove norme e quali comportamenti adotteranno per rispettarle o (come accade spesso in Italia) aggirarle.
In base al testo approvato, con le nuove leggi, sono soprattutto alcune tipologie di lavoratori che sentiranno il cambiamento, nel bene o nel male. Vediamone alcune delle principali.

Innanzitutto coloro che sono oggi costretti ad aprire una partita IVA per fare un lavoro sostanzialmente da dipendente, con tanto di orari di entrata e uscita dall'ufficio, con le nuove norme dovrebbero passare, se il datore di lavoro deciderà di mantenere il posto, a un contratto subordinato vero e proprio, con tutte le garanzie che esso comporta (assenti dalla tipologia di lavoro autonomo).

Per far scattare la presunzione di irregolarità per le partite IVA ora si devono verificare almeno due delle seguenti condizioni: durata della collaborazione superiore a 8 mesi, compenso equivalente a più dell'80% del reddito annuale del lavoratore, postazione fissa in una delle sedi del committente. Questa stessa presunzione di illegalità, che andrà poi confermata o smentita dalle parti, non si applica a lavori in cui è richiesta una professionalità elevata, quelli che portano a un reddito complessivo annuo di più di 18mila euro per il lavoratore e, naturalmente, per le attività svolte da professionisti iscritti agli albi.

Per quanto riguarda i precari senza partita Iva, la riforma Fornero pone alcuni paletti ai contratti a progetto e a quelli a tempo determinato. Per quanto riguarda i primi, andrà sempre indicato, appunto, un progetto specifico che non potrà più corrispondere all'oggetto sociale dell'azienda, ma dovrà essere reale e indirizzato a un risultato finale che andrà indicato sul contratto stesso, non potranno essere la mera esecuzione di compiti ripetitivi che possono rientrare in contratti collettivi nazionali e non si potranno più svolgere secondo le stesse modalità dei contratti subordinati.

Per quanto riguarda i lavoratori assunti a tempo determinato, potranno essere assunti senza specificare la causale solo nel primo contratto, che potrà durare al massimo 12 mesi, non potrà essere prorogabile e potrà proseguire oltre la scadenza solo per altri 30 (se di durata inferiore ai 6 mesi) o 50 giorni (se di durata superiore ai 6 mesi). Tra un contratto e l'altro dovranno passare almeno 60 (per i contratti di 6 mesi) o 90 giorni (per i contratti di durata superiore). Le durate intermedie tra i contratti sono comunque tra i principali argomenti al centro delle proposte di modifica.

Per quanto riguarda invece le agenzie per il lavoro e i contratti di somministrazione, una delle tipologie che maggiormente ha contraddistinto lo sviluppo del precariato in Italia, con le nuove regole, vale più o meno quanto detto per i lavoratori a tempo determinato, quindi la possibilità di non specificare la causale del contratto solo per il primo rapporto di lavoro, di durata inferiore ai 12 mesi. Viene poi impedito alle agenzie per il lavoro di somministrare lavoratori svantaggiati a condizioni retributive peggiori rispetto a quelle normali in cambio di formazione e inserimento lavorativo e di fornire apprendisti con contratto a termine.
Per tutte le forme di lavoro a termine, ci sarà poi a carico del datore di lavoro un'aumento dell'1,4% dell'aliquota contributiva, che andrà a finanziare una delle creature più importanti della riforma, l'ASPI - Assicurazione Sociale per l'Impiego.

Questo, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe spingere le aziende a fare un maggior uso dell'apprendistato e, successivamente dei contratti a tempo indeterminato, rispetto alla giungla dei contratti a progetto che ha caratterizzato in questi anni l'esistenza di troppe persone, giovani soprattutto, ma non solo. Il tempo ci dirà se quest'obbiettivo verrà raggiunto, soprattutto visto che ancora, allo stato attuale, a fronte di queste nuove norme, nessuna misura è stata presa dal governo per sostenere l'economia, e quindi le imprese. In questo momento di crisi e a condizioni invariate si può quindi ipotizzare, con pessimismo, che queste ultime saranno portate maggiormente a tagliare i costi rappresentati dai lavoratori, piuttosto che stabilizzare le loro posizioni.

Fino a qui abbiamo parlato dell'entrata nel mercato del lavoro. Tornando all'ASPI, passiamo a parlare dell'uscita.
Quello che si può prevedere è un peggioramento delle condizioni dei lavoratori che entreranno in mobilità, che vedranno, a fronte di un modesto aumento dell'indennità che arriverà al 75% dello stipendio, una drastica riduzione della sua durata: per la fascia più bassa infatti, la cui età viene alzata da 50 a 55 anni, potrà durare (a partire dal 2017, ma con riduzioni progressive a partire dal prossimo anno) fino a un massimo di 12 mesi, mentre per quella più alta potrà arrivare al massimo a 18 mesi.

Un lavoratore del nord di 53 anni che dovesse quindi ritrovarsi a entrare in mobilità, potrebbe contare su un sostegno da parte dello stato che andrà a diminuire progressivamente dal prossimo anno fino al 2017 da 30 a 12 mesi, mentre fino a ieri questo poteva arrivare fino a 36 mesi. In un periodo come questo in cui trovare un lavoro diventa sempre più difficile, con una tendenza che non sembra destinata a migliorare in tempi brevi, e con l'aumento dell'età pensionabile, questa riduzione della protezione sociale per queste fasce di lavoratori potrebbe avere ripercussioni molto pesanti sulle loro vite e su quelle delle loro famiglie.

Invece, per gli apprendisti andrà sicuramente meglio, perché, coloro che ne avranno i requisiti, potranno beneficiare del nuovo ammortizzatore sociale o della sua forma ridotta, definita Mini ASPI.

Un'altro dei temi caldi della riforma è stato sicuramente quello delle modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ora sarà possibile per le aziende licenziare per motivi economici e il lavoratore avrà diritto al reintegro solo se il giudice constaterà la manifesta insussistenza delle motivazioni.

 

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