carlo bertazzo

CHE BELLA PROMOZIONE: BERTAZZO NOMINATO AMMINISTRATORE DELEGATO DI ATLANTIA MENTRE SOFFIANO LE VOCI DI UN RISCHIO DI CRAC SE IL GOVERNO REVOCA LE CONCESSIONI AUTOSTRADALI - ALTRA BUFERA È ARRIVATA CON LA NOTIZIA CHE L'AD DELLA CONTROLLATA AEROPORTI DI ROMA, UGO DE CAROLIS, L'8 GENNAIO HA CEDUTO LE SUE 27 MILA AZIONI ATLANTIA PER UN CONTROVALORE DI 573 MILA EURO, ANTICIPANDO DI POCHI GIORNI L'ENNESIMO DOWNGRADE DA PARTE DI S&P

 

carlo bertazzo

R.Amo. e R.Dim. per "il Messaggero"

 

«Atlantia è una holding leader nel suo settore che, pur in un momento delicato e complesso come quello odierno, ha grandi potenzialità di crescita e sviluppo anche attraverso le proprie società controllate e partecipate, italiane ed estere, che certamente il nuovo assetto manageriale saprà mettere a frutto». Con queste parole ieri il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, ha provato ad allontanare lo spettro del fallimento di Autostrade per l'Italia in caso di revoca della concessione nel giorno della nomina di Carlo Bertazzo alla guida della holding. Bertazzo è il nuovo amministratore delegato di Atlantia. Lo ha deciso ieri il cda della holding.

 

 «Sono lieto che Atlantia possa avvalersi della consolidata esperienza» di un «manager che conosce molto bene la società e il gruppo, nonché di grandi competenze maturate in primarie società, quotate e non, anche nel settore infrastrutturale», ha aggiunto Cerchiai. Bertazzo, 54 anni, uomo di fiducia della famiglia Benetton e vicino a Gianni Mion, dovrà guidare Atlantia verso l'obiettivo di diventare una holding a tutti gli effetti.

UGO DE CAROLIS

 

Siede nel cda di Atlantia dall'aprile 2013, è anche consigliere di Edizione, la cassaforte dei Benetton, e delle controllate Abertis e Aspi, nonché di Cellnex, e venne indicato come il candidato per guidare il cambio di passo del gruppo deciso dopo l'escalation giudiziaria legata ai falsi report sui viadotti che ha portato all'uscita di Giovanni Castellucci.

 

Toccherà al nuovo ad, dunque, gestire lo spettro di una revoca all'orizzonte. Del resto, le ultime parole del premier Giuseppe Conte, pronto a richiamare «le gravissime inadempienze» di Aspi, sembrano lasciare pochi spiragli per una marcia indietro sull'azzeramento della convenzione del 2007.

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Nonostante i rischi sulla continuità della gestione di Autostrade, sembrano ridursi in queste ore le possibilità di una soluzione soft da far passare in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. In questo caso, Atlantia potrebbe far scattare la risoluzione del contratto prevista dalla Convenzione in caso di cambio della normativa aprendo la strada a una lunga battaglia giudiziaria. Ma vuol dire anche che tutti gli effetti di questa possibile valanga passeranno inevitabilmente sotto il giudizio dei mercati e delle agenzie di rating.

 

Una prospettiva così poco esaltante richiedeva la guida di un manager di fiducia come Bertazzo che ha già ricoperto anche la carica di ad di Gemina e di vice presidente esecutivo di Adr, prima della fusione di Gemina con Atlantia, oltre a gestire in prima linea l'operazione Abertis. Entro fine febbraio il manager lascerà gli incarichi di amministratore unico di Sintonia e di direttore generale di Edizione e sin da subito si dedicherà a rassicurare gli investitori facendo leva sulla fiducia costruita per anni sul mercato.

 

GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI

Ma un altro caso è scoppiato ieri sul fronte di Atlantia. L'amministratore delegato della controllata Adr, Ugo De Carolis l'8 gennaio ha ceduto le sue 27 mila azioni della holding per un controvalore di 573 mila euro, anticipando di pochi giorni l'ennesimo downgrade da parte di S&P. Che ieri non ha risparmiato Aspi, bocciata da da BBB- a BB-) e e la stessa Aeroporti di Roma (passata da BBB- a BB+) nella corsa alla revisione. Entrambe le società perdono la tripla BBB e scendono sotto il livello investment grade riservato ai titoli speculativi: una cattiva notizia per chi batte cassa sul mercato per finanziare investimenti.

FABIO CERCHIAI

 

LE MOSSE

Intanto è stato convocato per oggi un cda straordinario di Aspi, la società che gestisce 3 mila chilometri di rete. Un'occasione per discutere lo stato dei rapporti con il governo e un'anticipazione del piano industriale della società autostradale 2020-2023 che verrà approvato dopodomani.

 

 Tra i driver del piano l'accelerazione delle spese per manutenzione che si aggirano su 1,3-1,5 miliardi a regime; la rivoluzione strategica del sistema controlli e monitoraggio della rete; la costruzione di una piattaforma digitale con Ibm per monitorare ponti e gallerie in tempo reale entro il 2020; e la qualità del servizio certificato secondo gli standard Iso.

roberto tomasi autostrade per l'italia

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…