pietro salini

CHI SALINI, CHI SCENDE - MENTRE IL NEO AD DI CDP, DARIO SCANNAPIECO, PENSA DI METTERE LA PARTECIPAZIONE IN WEBUILD TRA GLI ASSETT NON STRATEGICI, SALGONO I RUMORS DI UN PIETRO SALINI, AD DI WEBUILD, IN GRAN MOVIMENTO: USCIRE DALLA PIÙ GRANDE AZIENDA ITALIANA DI COSTRUZIONI FACENDO ENTRARE FONDI INTERNAZIONALI (MA IL GOVERNO POTREBBE ANCHE METTERE UN VETO) - SE SALINI DECIDESSE DI RESTARE A CAPO DI WEBUILD, LA SUA PIÙ GRANDE AMBIZIONE SAREBBE LA POLTRONA DI CARLO BONOMI ALLA PRESIDENZA DELLA CONFINDUSTRIA….

dario scannapieco 1

DAGOREPORT

“Cdp prepara l'uscita da Webuild”, scriveva “Il Foglio” in data 16 luglio. Ad oggi, il novello ad della Cassa, Dario Scannapieco, sta pensando di mettere la partecipazione di Cdp Equity tra gli assett non strategici, ma l’ex vicepresidente della Banca europei degli investimenti, amico di Mario Draghi e già suo collega al Tesoro, ancora non ha deciso. 

 

WEBUILD

Nell’attesa salgono i rumors sulla piazza di Milano che bisbigliano di un Pietro Salini, ad di Webuild, in gran movimento: uscire dalla più grande azienda italiana di costruzioni facendo entrare fondi internazionali. Quest’ultimi sarebbero ben felici di entrare ma dopo un’accurata “due diligence”, visto che nelle commesse di Webuild i cosiddetti costi a finire sovente sono stati più alti. 

 

Ma c’è un altro fatto: Webuild fu messa su per creare la più grande impresa italiana di costruzioni e Cdp Equity sborsò 250milioni ottenendo una quota del 18,7%  della società: a questo punto, il governo Draghi potrebbe anche mettere un veto. 

pietro salini

 

Altro sussurro. Se il vispo Pietro Salini decidesse di restare a capo di Webuild, la sua più grande ambizione  sarebbe quella di prendere il posto di Carlo Bonomi alla presidenza della Confindustria. Chi più vivrà, più vedrà…

 

CDP PREPARA L'USCITA DA WEBUILD E INAUGURA UNA NUOVA STAGIONE. RIPORTARE IL RUOLO DELLA CASSA ALLA SUA MISSIONE ORIGINARIA: È IL METODO DRAGHI, PER EVITARE UNA NUOVA IRI 

https://www.ilfoglio.it/economia/2021/07/16/news/cdp-prepara-l-uscita-da-webuild-e-inaugura-una-nuova-stagione-2685559/- articolo del 16 LUG 2021

 

pietro salini inaugurazione nuovo ponte di genova

La Cassa depositi e prestiti uscirà da Webuild, l’azienda di costruzioni che opera in Italia e all’estero la cui maggioranza è controllata al 44,99 per cento dal gruppo Salini. Cdp Equity ha una quota del 18,7 corrispondente in base all’attuale capitalizzazione di borsa a poco più di 370 milioni, rispetto ai 250 che sborsò ad agosto 2019 per consentire la nascita di quello che allora fu presentato come Progetto Italia, un campione nazionale di costruzioni e appalti. Si era a un anno dal crollo del ponte Morandi (ricostruito da Webuild e Leonardo) e alle battute finali del governo Lega-5 Stelle.

 

pietro salini il varo dell'ultimo impalcato del nuovo ponte di genova

Molti allora vedevano in una ristatalizzazione tipo Italstat un modello da riproporre un po’ ovunque, da Tim ad Alitalia. Una nuova Iri. Era la filosofia grillina del largo impiego del denaro pubblico sposata al nazionalismo della Lega e poi, con il governo Conte 2, al residuo statalismo del Pd. Favorita dalla presenza al vertice della Cdp dell’ad Fabrizio Palermo, una delle prime nomine targata 5s. 

 

Da allora tutto sta cambiando nella cassaforte del Tesoro e nell’intervento governativo nell’economia. A fine maggio Palermo è stato rimpiazzato da Dario Scannapieco, ex vicepresidente della Banca europei degli investimenti, amico di Mario Draghi e già suo collega al Tesoro, abituato a investire quando necessario e per obiettivi mirati, e poi uscire. 

 

A fine giugno l’assemblea di Webuild, grazie anche ai risultati di bilancio e alle commesse ottenute all’estero, ha deliberato un aumento della retribuzione dell’ad Pietro Salini da 5,4 a 6,14 milioni, nonostante il voto contrario della Cdp, che invece nel consiglio d’amministrazione a marzo 2021, in era Palermo, si era espressa a favore.

 

CDP EQUITY

E’ certo che il non aver tenuto conto delle obiezioni del nuovo vertice della Cassa abbia irritato Scannapieco e Draghi, abituato a memorizzare tutto. Anche perché proprio l’intervento pubblico e delle banche (Intesa, Unicredit e Bpm) aveva consentito a Salini la ricapitalizzazione per il salvataggio di Astaldi, secondo gruppo italiano con 2 miliardi di debiti, ma con un ricco portafoglio ordini. 

 

mario draghi in conferenza stampa 2

Ma nel disimpegno da Webuild c’è anche la prima attuazione della filosofia anticipata sul Foglio del 5 giugno: mettere i propri investimenti al servizio non di un’ideologia politica (statalizzare quel che si può) ma di una visione di mercato (uscirne quando si può).

 

Le ultime nomine di Draghi non sono tutte all’insegna del disimpegno pubblico: ovviamente né per Terna né per Ferrovie né per la Rai. Ma il governo si è affidato o a una selezione di head-hunters come per i vertici Rai (Carlo Fuortes e Marinella Soldi hanno i curriculum migliori) e lasciando ai partiti la scelta delle poltrone sottostanti; ed a criteri di competenza consolidata come per Ferrovie e Cdp. 

 

fabrizio palermo giovanni gorno tempini dario scannapieco

In quest’ultimo caso c’è anche qualcosa di più: riportare il ruolo della Cassa alla sua missione originaria, cioè intervenire e breve-medio termine solo in operazioni con piani di risanamento possibile, anziché farne una nuova Iri, un fondo sovrano tricolore o il binario morto di imprese decotte.

 

Da questo punto di vista il disimpegno da Webuild – al momento non ancora formalizzato – può essere considerato un modello virtuoso: il Tesoro ci guadagna un centinaio di milioni in due anni, l’azienda è rimessa in carreggiata. Quanto a Tim la partita è più complessa poiché si tratta di definire le coordinate della rete unica, fare i bandi e poi lasciare campo agli operatori privati. 

 

CDP-Reti Bassanini firma

Cioè non piantare bandierine nazionali anti-Vivendi ma di tutelare infrastrutture e sicurezza (il cloud nazionale va in questa direzione) e far fare ai privati la concorrenza sul servizio. Ma anche qui il percorso sembra avviato, anche per eliminare la presenza contemporanea di Cdp in Tim e Open Fiber. 

 

CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Quanto all’ex Alitalia – ieri è stato raggiunto l’accordo con Bruxelles per l’operatività della nuova Ita dal 15 ottobre con mano dipendenti e aerei, prestito pubblico subordinato a pareggio di bilancio nel 2023 – la Cdp ha deciso di tenersi fuori. Come fece nel 2013 quando Enrico Letta allora a palazzo Chigi convocò Giovanni Gorno Tempini, allora ad della Cdp, oggi confermato alla presidenza, e Franco Bassanini, allora presidente: ricevendone la minaccia di dimissioni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…