LA CLASSE È ACQUA - IL MILIARDARIO ZHONG SHANSHAN SCAVALCA JACK MA TRA GLI UOMINI PIÙ RICCHI DI CINA. IL SUO BUSINESS? L’ACQUA MINERALE, CHE IN UN PAESE MOLTO INQUINATO E CON UNA BORGHESIA (SE COSÌ SI PUÒ DIRE)  IN ESPANSIONE, OSSESSIONATA DALLA SALUTE, VALE ORO - ANCHE PERCHÉ L’80% DELLE ACQUE SUPERFICIALI DEL PAESE SONO PRATICAMENTE VELENO. DOPO LA QUOTAZIONE A HONG KONG DELLA “NONGFU SPRING” IL SUO PATRIMONIO È…

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Filippo Santelli per “la Repubblica - Affari & Finanza”

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Il nuovo Paperone di Cina vende acqua fresca. Letteralmente. Ma l' acqua fresca, in un Paese iper inquinato e con milioni di consumatori sempre più ossessionati dalla salute, vale oro. Così dopo la quotazione a Hong Kong della sua azienda di acqua in bottiglia, Nongfu Spring, cioè la "Sorgente del contadino", Zhong Shanshan è diventato per qualche momento l' uomo più ricco del Dragone, per poi stabilizzarsi con 54 miliardi e rotti di patrimonio su un comunque dorato secondo posto. Dietro solo a Pony Ma, il fondatore del colosso digitale Tencent, ma addirittura davanti all' altro Ma hi-tech, cioè Jack, il creatore di Alibaba.

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La minerale come l' economia digitale, in Cina può succedere anche questo. Lo stesso governo di Pechino ha riconosciuto che l' 80% delle acque superficiali del Paese non sono adatte al consumo umano. I cittadini evitano come veleno il liquido che esce dai rubinetti di casa e nel frattempo il Dragone è diventato il secondo mercato al mondo per l' acqua in bottiglia, con Nongfu che ne controlla la quota maggiore, il 12%.

 

Onore all' intuizione di prodotto e di marketing avuta dallo schivo Zhong Nanshan, un "lupo solitario", un quarto di secolo fa. Figlio di una famiglia di proprietari caduta in disgrazia durante la Rivoluzione culturale, da giovane Zhong le aveva sperimentate un po' tutte: operaio, giornalista, poi spacciatore di pillole di tartaruga contro la disfunzione erettile.

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Nel 1996, prima di finire nei guai con le autorità, capì la crescente sete di acqua pura dei cinesi e si assicurò il diritto di imbottigliare quella di una delle riserve più grandi di Cina, il Lago delle mille isole, nello Zhejiang. La sua era naturale, a differenza di quella purificata dei concorrenti, cosa che iniziò a sottolineare in una serie di spot molto aggressivi.

 

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Le autorità li bloccarono, la pubblicità comparativa è vietata, ma i cinesi furono conquistati. Oggi Zhong controlla ancora l' 84% di Nongfu, sbarcata in Borsa all' inizio del mese. Va detto che nel frattempo l' imprenditore, sempre riservato, ha avuto un' altra illuminazione notevole. Zhong infatti è pure l' azionista di maggioranza di una società di Pechino che si chiama Wantai Biological Pharmacy e che produce test diagnostici per malattie infettive. L' ha portata in Borsa lo scorso aprile. Fortuna, fiuto e intuizione: la classe non è acqua.

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