https://www.repubblica.it/economia/2024/09/24/news/francia_piu_tasse_ricchi_banche-423517946/
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
emmanuel macron Michel Barnier
«Faremo dei compromessi» promette il premier francese Michel Barnier. Appena insediato, l’ex commissario europeo, di origini savoiarde, ha davanti una prima montagna da scalare: l’approvazione della Legge Finanziaria.
[…] il rapporto deficit/Pil della seconda economia dell’Ue è salito a 5,6% quest’anno e per rispettare l’obiettivo di tornare a meno del 3% nel 2027, come promesso da Emmanuel Macron, bisognerebbe trovare 110 miliardi nei prossimi tre anni.
È il dibattito che infiamma già la politica francese, sotto la vigilanza di Bruxelles e dei mercati finanziari. Il presidente della Corte dei conti, Pierre Moscovici, parla di «momento drammaticamente delicato» e invita a fare scelte coraggiose.
Il neo premier di destra ha promesso di non «aumentare la pressione fiscale su tutti i francesi», ma ritiene che «i più ricchi devono partecipare allo sforzo di solidarietà». «Il controllo della spesa pubblica – ha spiegato Barnier - può essere fatto in particolare attraverso prelievi mirati sulle persone ricche o su alcune grandi imprese».
Il governo dovrà riuscire a imporsi di fronte a un’Assemblea di deputati frammentata in tre blocchi inconciliabili: la sinistra, arrivata prima alle elezioni di luglio ma assente dall’esecutivo, il centrodestra macronista e l’estrema destra, in posizione di arbitro. Il capo del governo ha sottolineato che la situazione è «molto grave».
«Gran parte del nostro debito è emesso sui mercati internazionali e dobbiamo mantenere la credibilità della Francia», ha aggiunto. Lo spread è di nuovo salito a 0,78 punti percentuali, il livello più alto dal 5 agosto. Dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale francese a giugno, aveva raggiunto 0,81 punti. L’indice della Borsa di Parigi ha chiuso ieri in lieve calo, con i titoli bancari in rosso.
Dopo le prime dichiarazioni di Barnier, gli investitori scommettono già su una maggiore tassazione delle grandi imprese, che colpirebbe in particolare gli istituti bancari. Il premier ha una sua credibilità da spendere con Bruxelles e i mercati finanziari ma è fragile politicamente.
Barnier ha preso come capo di gabinetto il funzionario che ha lavorato con Le Maire negli ultimi anni, e messo sotto la sua supervisione il ministro macronista dei Conti pubblici, Laurent Saint-Martin. A complicare tutto c’è anche la riforma delle pensioni, che la sinistra e l’estrema destra vogliono abrogare.
[…] La Francia ha dovuto chiedere a Bruxelles una proroga per presentare la traiettoria del deficit e anche per la Finanziaria il calendario parlamentare è strettissimo. La sinistra ha già detto che presenterà una mozione di sfiducia contro il governo a ottobre, ma non passerà se i deputati di Marine Le Pen non la votano. La leader dell’estrema destra vuole “proteggere la classe media” da eventuali stangate fiscali. Di fatto è lei che tiene in mano la sopravvivenza dell’esecutivo.
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