casello autostradale

FANNO COME CAZZO GLI PARE - SONO 16 SU 25 LE CONCESSIONARIE INADEMPIENTI CON PIANI ECONOMICO-FINANZIARI SCADUTI DA DUE, TRE E ADDIRITTURA SETTE ANNI - LA LISTA DEI RITARDATARI, OLTRE AD ASPI, COMPRENDE IL GRUPPO TOTO PER LA STRADA DEI PARCHI (A24-A25 ROMA-L'AQUILA-TERAMO), SU CUI POI SI È PURE INNESCATO IL CONTENZIOSO SULLA MESSA IN SICUREZZA POST-TERREMOTO CON TANTO DI NOMINA DI COMMISSARI AD ACTA, ED IL GRUPPO GAVIO (OTTO CONCESSIONI IN TUTTO), OLTRE AD AUTOVIE VENETE, BRESCIA-PADOVA E MILANO SERRAVALLE…

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli incalza Autostrade e chiede che la società presenti «entro il 23 luglio» un nuovo piano economico finanziario. Dopo il braccio di ferro di martedì notte che ha prodotto un'intesa di massima con i Benetton il Mit passa subito all'incasso e chiede che la proposta di transazione approvata dal Consiglio dei ministri venga subito tradotta in pratica recependo «puntualmente» tutte le indicazioni del governo a partire dagli impegni economici.

 

PAOLA DE MICHELI ROBERTO GUALTIERI

Ma non è solo Aspi a scontrasi con il problema dei piani economico finanziari (Pef) e quindi della revisione delle tariffe: sono in tutto ben 16 (su un totale di 25) le concessionarie inadempienti con piani scaduti da due, tre e addirittura sette anni. Tempo quasi scaduto In base al decreto milleproroghe le società avevano tempo sino al 31 marzo per presentare i nuovi Pef al Ministero delle infrastrutture, mentre entro il 31 luglio dicastero e concessionarie dovevano definire le intese, quindi trasmetterle all'Autorità di regolazione dei trasporti (che dopo l'emanazione del decreto Genova ha riscritto completamente le regole di calcolo degli aumenti) per il visto di conformità e poi al Cipe per il via libera finale.

 

paola de micheli dario franceschini patto per l'export farnesina

Mancano due settimane alla scadenza, ma tutta la procedura si è arenata. Stando a indiscrezioni, infatti, alla Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del Mit hanno giudicato «insufficienti» le proposte ricevute. La lista dei ritardatari, oltre ad Aspi, comprende il gruppo Toto per la Strada dei parchi (A24-A25 Roma-L'Aquila-Teramo), su cui poi si è pure innescato il contenzioso sulla messa in sicurezza post-terremoto con tanto di nomina di commissari ad acta, ed il gruppo Gavio (otto concessioni in tutto dalla A4 Torino-Alessandria alla A32 Torino-Bardonecchia, dal Traforo del Frejus all'Asti-Cuneo, all'Autostrada Ligure Toscana all'Autofiori), oltre ad Autovie Venete, Brescia-Padova e Milano Serravalle.

 

ATLANTIA INVESTITORI

Le regole fissate dall'Art Sia chiaro, le nuove regole non garantiscono uno sconto automatico sui pedaggi ma ugualmente possono portare benefici importanti per gli utenti della strada. «Mettono sotto controllo i costi operativi al fine di renderli efficienti, riallineano la remunerazione degli investimenti ai tassi di mercato e solo per le opere effettivamente realizzate, incentivano un reale miglioramento della qualità del servizio e redistribuiscono a beneficio degli utenti i maggiori ricavi da traffico superiore alle previsioni», spiegano dall'Autorità dei trasporti.

 

COME CAMBIANO I CONTEGGI

La novità più importante, che è entrata giocoforza anche nella trattativa all'ultimo sangue tra governo e Aspi, riguarda i costi di costruzione delle opere e fissa al 7,09% (contro l'11% riconosciuto sino a ieri alla società Autostrade) il tasso di remunerazione sul capitale investito, il cosiddetto Wacc, una delle voci che assieme al tetto di inflazione programmata e agli indicatori sulla qualità dei servizi incide sulla tariffa/km. Con i vecchi accordi si era certamente largheggiato un po' troppo.

 

casello autostradale

La seconda novità riguarda i costi di gestione e il tasso di efficentamento annuale di ogni singola concessione, il cosiddetto «fattore X»: rispetto al passato, anziché tenere in conto solo dello stato della pavimentazione e del tasso di incidentalità, ora sono 11 i parametri monitorati, compresa la velocità media di percorrenza del flusso veicolare, la fluidità ai caselli, l'adeguatezza strutturale e tecnologica delle infrastrutture e la soddisfazione degli utenti rispetto ai livelli di servizio fissati dal Mit. Infine è previsto un meccanismo di contenimento dei ricavi dei concessionari che trasferisce direttamente agli utenti gli eventuali maggiori ricavi conseguiti dal concessionario per effetto di volumi di traffico superiori alle previsioni.

 

Basta che il livello di ricavi superi del 2% quello previsto che tutta la parte in eccesso va a ridurre i pedaggi. Il nuovo piano di Aspi Uno dei punti critici dello scontro tra governo e società Autostrade riguardava il taglio delle tariffe. Ora sono in tanti a chiedersi quanto scenderanno dunque, di qui a breve, i pedaggi sui 3000 km di rete gestiti da Aspi. «Indicare una percentuale è impossibile - fanno sapere dalla società -. Però si può dire che certamente scenderanno».

 

casello autostradale

La ridefinizione del Wacc, infatti, limiterà a un massimo dell'1,75% gli incrementi annuali, ma poi per fare scendere effettivamente i pedaggi, sino eventualmente ad azzerarli in determinati ambiti (come ad esempio è stato ipotizzato per la Liguria) Aspi si è già impegnata a stanziare 1,5 miliardi di euro in cinque anni più altre risorse negli anni a seguire.

 

L'ultimo richiamo Oltre alla conferma dei 3,4 miliardi di interventi compensativi «senza effetto sulla tariffa», ieri il Mit ha chiesto ad Autostrade che nel suo nuovo piano finanziario siano previsti sia «un programma di investimenti sulla rete pari a 14,5 miliardi», sia «una consistente riduzione della tariffa». «Il Mit è in attesa di ricevere il Piano economico finanziario per valutarne la rispondenza alle condizioni definite e accettate da Aspi» è scritto in una nota. In alternativa, come è noto, può ancora scattare la revoca della concessione.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…