pier silvio berlusconi fedele confalonieri

FEDELE ALLA LINEA – CONFALONIERI ALL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI CONFERMA LE VOGLIE ESPANSIONISTICHE DI MEDIASET IN EUROPA: “QUELLO CHE IERI ERA CONSIDERATO UN TABÙ, OGGI È UN PROGETTO”. E ANCHE UN OBBLIGO IN UN MERCATO CHE VA VERSO LE MEGA AGGREGAZIONI  – MA IL CFO GIORDANI SMENTISCE L’OPERAZIONE “PROSIEBENSAT1”: “NON CI SONO PROGETTI IN GERMANIA”. FORSE PERCHÉ NON SI RIESCE A TROVARE UN ACCORDO SULL’EVENTUALE GOVERNANCE?

CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI

1 – MEDIASET MIT KRAUTEN – PIER SILVIO HA TROVATO IL PARTNER EUROPEO CHE CERCAVA: LA TV TEDESCA “PROSIEBENSAT 1”. BENE, MA CHI COMANDA? CHI GUIDERÀ UN’EVENTUALE FUSIONE? – IN UN MERCATO DOMINATO DA COLOSSI (DISNEY-FOX, COMCAST-SKY) È L’UNICA SOLUZIONE PER COMPETERE È L’AGGREGAZIONE

 

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/mediaset-mit-krauten-ndash-nbsp-pier-silvio-ha-trovato-partner-europeo-201157.htm

 

prosiebensat1

2 – IL BISCIONE RIGURGITA LO SQUALO BRETONE - MARINA BERLUSCONI: ''BOLLORÉ È DANNOSO, NON FAREMO NESSUN ACCORDO CON VIVENDI. È IL VICINO DI CASA CHE NON VORREMMO MAI AVERE''. DI PIÙ! '' COMPIE IL SOLITO MIRACOLO AL CONTRARIO: RIESCE AD ARRECARE DANNI MOLTO RILEVANTI AGLI ALTRI, DANNEGGIANDO ALLO STESSO TEMPO ANCHE SE STESSO'' - MEDIASET PER UN'ALLEANZA PREFERISCE I TEDESCHI DI PROSIEBENSAT1

 

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/biscione-rigurgita-squalo-bretone-marina-berlusconi-201397.htm

torri mediaset

 

3 – CONFALONIERI (MEDIASET): IL PROGETTO DI UN BROADCASTER EUROPEO NON È PIÙ UN TABÙ

Francesca Gerosa per www.milanofinanza.it

 

Il progetto di un broadcaster europeo non è più un tabù. Così ha esordito il presidente di Mediaset , Fedele Confalonieri, nel corso del suo intervento all'assemblea odierna degli azionisti. "Quello che ieri era considerato un tabù, ossia la creazione di un broadcaster paneuropeo, oggi è un progetto allo studio dei vertici dei principali broadcaster europei sia pure ancora sotto forme e modalità diverse", ha dichiarato Confalonieri.

 

pier silvio berlusconi ai palinsesti mediaset 2018

"Se entrassimo in una logica sovranazionale, che peraltro in parte sperimentiamo con successo da anni con Telecinco", ha proseguito, "lo faremmo con grande determinazione. Insomma con un progetto industriale vero, convincente e non avventurista, cioè nello stile di lavoro più nostro". Il presidente di Mediaset  ha però evidenziato anche le difficoltà nel realizzare tale progetto che naturalmente coinvolge tutto il sistema: "non solo una singola impresa, ma anche gli interlocutori politici e istituzionali".

 

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

Per cui una nuova aggregazione europea "nasce se sono state create le condizioni perché un campione nazionale possa crescere e trasformarsi in un campione europeo". D'altra parte, ha spiegato, "tutelare la concorrenza non è più controllare con il bilancino le dimensioni delle imprese" dato che "ormai hanno a che fare con la tecnologia, che spinge inesorabilmente verso il gigantismo". Piuttosto "dovrebbe sempre più riguardare i comportamenti concorrenziali delle imprese".

 

berlusconi mediaset

Quindi, secondo Confalonieri, "occorre rivedere le convinzioni giuridiche alla base del fitto reticolo delle leggi che ostacolano ex ante la creazione di grandi complessi industriali ed ex post le decisioni delle autorità Antitrust nazionali che sono tutte all'insegna del piccolo è buono". Peraltro, "il livello di intervento dell'Antitrust non può che essere continentale: siamo alle prese con fenomeni giganteschi, pensiamo a Facebook  che acquisisce Whatsapp e Instagram, e creano aggregazioni di dati di miliardi di utenti", ha osservato.

mediaset prosiebensat

 

Comunque a oggi non ci sono progetti di espansione di Mediaset  in Germania. "Vogliamo crescere, stiamo valutando dove e come, ma non ci sono al momento progetti di espansione in Germania", ha confermato il cfo di Mediaset , Marco Giordani. Quindi nessuna operazione di M&A con la tedesca ProsiebenSat1 .

 

Con il 50,43% del capitale presente, l'assemblea degli azionisti di Mediaset  ha approvato il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2018 e deliberato di riportare l'utile di Mediaset  a nuovo accogliendo la proposta del cda che intende con questa scelta rendere ancora più solida la struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo, nonché avere le risorse adeguate per cogliere, appunto, tutte le opportunità di mercato in ambito internazionale.

marco giordani

 

Qualora fosse necessario, il board si è riservato la facoltà di esaminare nuovamente la decisione nella riunione consiliare già fissata per il 25 luglio. In caso il consiglio di amministrazione valutasse in quella sede l'opportunità di distribuire dividenti attingendo alle risorse disponibili, sottoporrà la proposta a un'eventuale nuova assemblea degli azionisti.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI

Infine, i soci hanno approvato la modifica dell'articolo 7 dello statuto sociale che prevede l'introduzione del cosiddetto voto maggiorato che consente di attribuire a ciascuna azione fino a un massimo di due voti, una mossa che consente a Fininvest di blindarsi ulteriormente. Hanno votato sì il 93,5% dei presenti, pari al 47,1% del capitale sociale. Contrari il 6,4% dei presenti, pari al 3,2% del capitale sociale. Fininvest detiene il 44,175%, Mediaset  ha in azioni proprie il 3,73% del capitale. Escluse dal voto sia Vivendi , che detiene il 9,61%, sia il suo fiduciario Simon, titolare del 19,19%.

 

Infatti il cda di Mediaset , riunitosi prima dell'assemblea dei soci, ha deliberato all'unanimità di opporsi alla richiesta di Vivendi  e del trust Simon di esercitare i diritti di voto inerenti alle rispettive partecipazioni e di non consentire a quest'ultima di partecipare ai lavori assembleari. Invece il cda ha deciso di non opporsi, nonostante i presupposti, all'accesso ai lavori assembleari da parte di Vivendi  "tenuto conto dell'interesse della società alla stabilità delle delibere assembleari e dell'esistenza di pronunce giudiziali solamente nei confronti di Simon".

 

prosiebensat1 3

Il cda di Mediaset  ha ritenuto che il socio Vivendi  e il suo fiduciario non sono legittimati all'esercizio dei diritti amministrativi (incluso il diritto di voto) inerenti alle azioni Mediaset  detenute. Il board, valutati i pareri legali rilasciati dai propri consulenti e le pronunce del Tribunale di Milano, ha ritenuto che Vivendi  ha acquistato, e detiene, la partecipazione in Mediaset  in violazione delle obbligazioni assunte da Vivendi  a favore di Mediaset  con il contratto stipulato l'8 aprile 2016 avente a oggetto, tra l'altro, la cessione di Premium e delle disposizioni di cui all'art. 43 comma 11 del Tusmar, come accertato da Agcom.

prosiebensat1 1

 

Una decisione, quella di negarle il diritto di voto in assemblea, che Vivendi  oggi ha condannato, aggiungendo che né l'accordo dell'8 aprile 2016 oggetto della controversia né la decisione dell'Agcom di aprile 2017 o nessuna ulteriore legge applicabile può impedirgli di votare. "La decisione del cda di Mediaset  è contraria a tutti i principi fondamentali della democrazia degli azionisti. E' illegale e contro gli interessi di Mediaset  e, in particolare, dei suoi azionisti di minoranza", ha rimarcato il gruppo media francese che si è riservato il diritto di contestare in tribunale la validità delle delibere adottate oggi.

 

prosiebensat1 2

Due anni fa era stata Agcom a imporre a Vivendi  di ridurre il proprio peso in Tim  (23,94%) o in Mediaset  per garantire il pieno rispetto della normativa vigente in materia di pluralismo nel settore delle comunicazioni e rientrare così nei tetti imposti dalla Legge Gasparri. Nella primavera dello scorso anno, il gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine ha optato per allentare la presa su Mediaset , fronte su cui infuria una battaglia legale con richieste risarcitorie per oltre 3 miliardi di euro legate sia al mancato rispetto degli impegni per l'acquisto da parte dei francesi della pay tv Premium sia per il tentativo di scalata messo in atto da questi ultimi proprio sul Biscione. A Piazza Affari al momento il titolo Mediaset  avanza dello 0,50% a quota 2,82 euro.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…