ursula von der leyen e angela merkel

LA GERMANIA SI PAPPA TUTTO - AI TEDESCHI SONO ANDATI 1.000 MILIARDI DI AIUTI UE SU 1.900 DISPONIBILI - MOLTO STACCATE CI SONO ITALIA E FRANCIA CON IL 17% DEGLI AIUTI AUTORIZZATI, 320 MILIARDI CIRCA CIASCUNA. E POI GLI ALTRI: IL REGNO UNITO AL 4%, IL BELGIO AL 3% E TUTTI GLI ALTRI SOTTO IL 2%, COMPRESA LA SPAGNA, IL PAESE UE CON IL MAGGIOR NUMERO DI CONTAGIATI - CONSEGUENZA? SI DISTORCE IL MERCATO…

Giuseppe Chiellino per il “Sole 24 Ore”

 

angela merkel ursula von der leyen

La Dg Concorrenza della Commissione europea ha autorizzato finora circa 1.900 miliardi di euro di aiuti da parte degli Stati membri alle proprie aziende per far fronte all' emergenza pandemica da coronavirus. Le maglie più larghe adottate da Bruxelles da metà marzo non solo hanno drasticamente semplificato le procedure e ridotto i tempi per le autorizzazioni che spesso arrivano nel giro di 48 ore, anche durante i week-end, ma consentono agli Stati membri di utilizzare tutta la flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l' economia, anche in modo selettivo per sostenere i settori più colpiti.

 

Al 30 aprile erano state autorizzate 127 misure nazionali, per 26 Stati membri più il Regno Unito. Ma come avverte un portavoce della Dg che fa capo a Margrethe Vestager, i numeri cambiano di giorno in giorno, in relazione tipo di misura in questione o perché gli Stati membri hanno già detto che alzeranno gli importi.

 

ursula von der leyen e angela merkel

Tutto bene, dunque? Non proprio. «Tutti gli aiuti di Stato approvati sono stati necessari e proporzionati per sostenere le imprese» - spiega un portavoce. «Tuttavia, vi sono enormi differenze nell' ammontare degli aiuti concessi dagli Stati membri, che sembrano proporzionati alle disponibilità di finanza pubblica che ciascun Paese ha e alla dimensione delle rispettive economie». Basta andare guardare i dati dei singoli Paesi per capire qual è il problema: il 52% degli aiuti approvati riguarda la sola Germania, quasi mille miliardi di euro.

 

ursula von der leyen e angela merkel

Molto staccate ci sono Italia e Francia con il 17% degli aiuti autorizzati, 320 miliardi circa ciascuna. E poi gli altri: il Regno Unito al 4%, il Belgio al 3% e tutti gli altri sotto il 2%, compresa la Spagna, il Paese Ue con il maggior numero di contagiati. Senza contare che «l' effetto economico delle misure di aiuto approvate è diverso, alcuni provvedimenti riguardano sovvenzioni dirette a fondo perduto, altri prestiti e garanzie».

 

Insomma, ce n'è abbastanza per far suonare un vigoroso campanello d'allarme per le conseguenze che questa situazione può produrre nel mercato unico, trasformando una crisi sanitaria simmetrica in una crisi economica asimmetrica, al termine della quale l'Unione si sveglierà con divari tra "ricchi e poveri" ancora più ampi di oggi.

 

In un clima che richiama il "liberi tutti", c'è anche chi - è il caso dell' Austria - vorrebbe eliminare la notifica ex-ante o addirittura abolire le regole sugli aiuti pubblici alle imprese, superando anche i limiti previsti dal temporry framework (800mila euro per ciascuna impresa, oltre ai 200mila previsti dal regime de minimis) introdotti proprio per evitare che gli Stati membri con finanze pubbliche più floride elargiscano alle proprie imprese aiuti eccessivi provocando quelle che Bruxelles definisce «indebite distorsioni alla parità di condizioni nel mercato unico».

 

ursula von der leyen e angela merkel

«Qualche paese vorrebbe farlo, non può farlo ma non si può escludere con lo stia già facendo» osserva un funzionario. Il rischio, dunque, è che gli Stati che possono permetterselo, i deep pockets, in questa fase ricoprano di soldi le proprie imprese, rafforzandole rispetto a quelle di altri Paesi e falsando la concorrenza nel mercato unico. Perciò Bruxelles resiste: «Il controllo degli aiuti di Stato è necessario per preservare il mercato unico Ue e la coesione nell' Unione e per consentire all' economia europea di riprendersi dalla crisi attuale e ripartire con forza». Non si può tacere, però, la lezione che l' Italia dovrebbe trarre: risanare i conti pubblici quando l' economia lo consente, permette di mettere sufficiente fieno in cascina per le situazioni di crisi cjhe prima o poi arrivano.

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA