tasse partita iva

AL GOVERNO SERVE UNA BOTTA DI CUNEO - L'ITALIA HA IL DEPRIMENTE RECORD PER IL COSTO DEL LAVORO: QUANDO VA BENE, UN DIPENDENTE COSTA IL DOPPIO DI QUANTO GUADAGNA, MA SI ARRIVA TRANQUILLAMENTE AL 58% DELLO STIPENDIO LORDO CHE SE NE VA IN TASSE, CONTRIBUTI E TRATTENUTE, PER CERTE CATEGORIE DI LAVORATORI - MA CI SONO TRE OSTACOLI SULLA STRADA DELLA RIDUZIONE SBANDIERATA DAI GIALLO-ROSSI

 

zingaretti di maio

Cristiano Dell'Oste e Valentina Melis per www.ilsole24ore.com

 

Il rapporto, quando va bene, è di uno a due. Oggi un operaio metalmeccanico che guadagna 23.290 euro all’anno (quasi 1.800 euro netti al mese) ne costa alla sua azienda poco meno di 50mila. Per l’esattezza 49.445. In pratica, il cuneo fiscale e contributivo arriva al 52,9%, fra trattenute in busta paga e oneri a carico del datore di lavoro. È un cronico difetto del sistema italiano, che il confronto in atto tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico ha riportato in cima all’agenda politica.

 

Il record italiano

 

 

tasse

L’Ocse ha rilevato per il nostro Paese un’incidenza media del “cuneo” pari al 47,9 per cento. Un record negativo secondo solo a Belgio e Germania, tra gli Stati dell’organizzazione. Ma le simulazioni del Sole 24 Ore del Lunedì rivelano che la percentuale può essere ben superiore, arrivando al 54,1% per un impiegato nel commercio con una retribuzione annua lorda (Ral) di 44mila euro. E addirittura al 57,5% per un assistente di cantiere con una Ral di 50mila euro. Con differenze che dipendono dal peso variabile dei contributi Inail e della detrazione Irpef per lavoro dipendente, oltre che dall’articolazione delle voci contributive minori (enti bilaterali, fondi di assistenza e così via).

 

L’obiettivo di ridurre il cuneo, per adesso, sembra condiviso. Entrare nei dettagli, però, non sarà facile. Per almeno tre motivi, che riguardano la copertura finanziaria, le finalità dell’operazione e la sostenibilità previdenziale.

 

 

Finora sono circolate diverse ipotesi. Nelle scorse settimane il Movimento 5 stelle aveva proposto di “compensare” l’introduzione del salario minimo con un taglio del cuneo fiscale. Appena due giorni prima che Matteo Salvini gli ritirasse la fiducia, il premier Giuseppe Conte aveva indicato come prioritario un intervento sul cuneo «a vantaggio di lavoratori e pensionati» per «liberare risorse effettive a favore delle buste paga».

 

 In ambienti del Partito democratico, invece, si è parlato di una riduzione di un punto percentuale all’anno per cinque anni. Oppure di un intervento sulla falsariga del bonus da 80 euro, ma destinato ai contribuenti con redditi fino a 55mila euro. Tra gli scenari possibili ci sono anche sconti più selettivi legati alle nuove assunzioni o una sforbiciata dei contributi minori che gravano sulle imprese, a partire dall’1,61% destinato a finanziare la Naspi.

luigi di maio nicola zingaretti

 

 

Dalla teoria alla pratica, gli ostacoli sulla via del taglio sono tre.

 

1. Le risorse. Una volta evitato il rincaro dell’Iva (23,1 miliardi) quanto denaro rimarrà per il cuneo? Interventi a tappeto costano molto e rischiano di tradursi in pochi euro a contribuente.

 

Il bonus 80 euro impegna 9,5 miliardi all’anno (dati 2017) e va a 11,7 milioni di lavoratori con un reddito tra 8mila e 26mila euro. Nella fascia fino a 55mila euro ci sono altri 4,5 milioni di contribuenti. Con tutta evidenza, un intervento significativo a loro favore costerebbe alcuni miliardi.

 

2. La sostenibilità previdenziale. La fetta più grande del cuneo è costituita dai contributi previdenziali (33% a carico dell’azienda e 9,19% a carico del dipendente). È chiaro che incidere su questa voce può rivelarsi un boomerang per i futuri assegni pensionistici, proprio mentre l’Ocse prevede che nel 2050 in Italia ci saranno più pensionati che lavoratori.

 

È anche per questa ragione che si è ipotizzato di tagliare i contributi minori o destinati a finanziare prestazioni accessorie, come la Naspi, che potrebbero essere messi a carico della fiscalità generale.

lavoratori delle piramidi

 

3. Le finalità dell’operazione. A parità di costo per lo Stato, i tagli non sono tutti uguali. Un conto è ridurre l’Irpef per aumentare il “netto in busta paga” (per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e, si spera, aumentare la domanda interna). Un altro è tagliare gli oneri a carico del datore di lavoro (per difendere la competitività delle aziende e agevolare nuove assunzioni).

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."