GRETA HA TROVATO UN ALLEATO PREZIOSO CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI: LE ASSICURAZIONI - I SEMPRE PIÙ FREQUENTI DISASTRI CAUSATI DA INONDANZIONI, INCENDI E AUMENTO DELLA TEMPERATURA GLOBALE STANNO FACENDO A PEZZI LE COMPAGNIE MONDIALI CHE HANNO DOVUTO RIMBORSARE GIÀ 42 MILIARDI DI DOLLARI PER I DANNI NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2021. E NEL CONTO NON CI SONO LE ONDATE DI MALTEMPO CHE HANNO COLPITO GERMANIA, BELGIO E OLANDA...

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Luca Pagni per "Affari & Finanza - la Repubblica"

 

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Nel primo semestre 2021 le compagnie mondiali hanno dovuto rimborsare 42 miliardi di dollari per i danni causati dal cambiamento climatico, il 39% in più della media dei primi 20 anni del secolo. E ora si alleano con le associazioni ambientaliste.

 

Nel conto mancano ancora le inondazioni che in Europa hanno devastato la Germania, e colpito duramente Belgio e Olanda, così come la terza ondata di incendi del Nord America. Ma anche così, il 2021 si presenta come un anno record per i danni causati dai disastri climatici: a detta degli esperti, dovuti al cambiamento climatico e all'inarrestabile - finora - aumento delle temperature medie.

 

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Si tratta di eventi che colpiscono l'ecosistema e che comportano un doloroso elenco di vittime. Ma hanno un impatto sempre più rilevante anche a livello economico per i conti pubblici dei Paesi colpiti (sostegni alle popolazioni e opere di ricostruzione), ma anche a livello finanziario. In particolare, i fenomeni legati al climate change impattano sempre di più sul settore delle assicurazioni (e delle riassicurazioni) chiamati in causa per i risarcimenti, ma sempre più in difficoltà nel prevedere dove e, soprattutto, quando e come colpiranno i disastri naturali.

 

alluvione in germania alluvione in germania

Per le compagnie il conto diventa sempre più salato. Lo dicono i numeri. Nel solo primo semestre del 2021, i rimborsi che hanno dovuto pagare per i danni ammontano già a 42 miliardi di dollari, la cifra più alta dal 2012. Si tratta del 2 per cento in più della media degli ultimi 10 anni, per non dire che è del 39 per cento più elevata della media dei primi 20 anni del secolo

 

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 Ed è ancora peggio se si guarda al periodo compreso tra 1980 e 2000: in questo caso, i danni risarciti sono addirittura raddoppiati (pari al +101 per cento). È la cifra più aggiornata di cui dispone il settore, che si può leggere in un rapporto appena pubblicato da Aon, multinazionale con sede a Londra e leader a livello globale nei servizi di consulenza assicurativa e brokeraggio.

 

INCENDIO LYTTON CANADA INCENDIO LYTTON CANADA

Il report segnala qualche distinguo, perché in questi primi 6 mesi dell'anno i danni risarciti sono stati superiori rispetto alle medie abituali negli Usa, in Europa, Medio Oriente e in Africa, mentre sono risultati inferiori in Estremo oriente e nel resto delle Americhe. Tutto questo nonostante il numero di disastri naturali che si sono abbattuti sul pianeta siano stati nei primi sei mesi inferiori agli anni passati.

 

le inondazioni a londra le inondazioni a londra

Segno che diventano sempre più devastanti. Lo ricorda sempre il report di Aon: da gennaio a giugno, le vittime sono state oltre 3 mila, di cui un terzo a causa delle temperature estreme. A partire dall'evento che ha fatto più danni: l'ondata di gelo negli Stati Uniti e in Canada. Ma si tratta di un caso: in realtà, non solo le catastrofi fanno sempre più danni ma sono anche in costante aumento. La tendenza che si è amplificata nelle ultime stagioni parla chiaro. Solo per fare un esempio, negli Stati Uniti tra il 1970 e il 2015 c'è stata una media di 5 disastri naturali all'anno, ma tra il 2015 e il 2018 è salita a 15, con una frenata nel 2019, per poi tornare ai livelli precedenti.

 

Per questo motivo, le assicurazioni si sono mobilitate e si stanno spostando sempre di più dalla parte delle associazioni ambientaliste, fondi di finanza etica e centri studi indipendenti nel chiedere ai governi e alle istituzioni interventi per la riduzione delle emissioni.

 

inondazioni inondazioni

Come si legge in un report appena pubblicato dalla Global federation of insurance association (Gfia), le compagnie chiedono interventi più severi per la riduzione del rischio climatico: «Le temperature stanno aumentando più rapidamente di quanto era previsto ed è in corso nel mondo un'allarmante perdita di biodiversità».

 

Questo comporta il fatto che per gli analisti, in particolare delle società di riassicurazione (specializzate nel coprire i rischi delle compagnie a diretto contatto con famiglie e imprese), non riescono più a costruire modelli che sappiano prevedere con buona approssimazione le grandi catastrofi. Senza contare che il cambiamento climatico non significa solo danni diretti, ma è un rischio di lungo termine anche per la salute pubblica.

 

inondazioni in pakistan inondazioni in pakistan

Lo spiega sempre il documento del Gfia: «Una stagione più lunga di incendi nei boschi può contribuire a un aumento dei tassi delle malattie respiratorie ». mentre estati più calde accrescono i pericoli per la salute della popolazione più anziana. Allo stesso modo, vivere in aree colpite spesso da eventi come le inondazioni può avere un impatto rilevante per la salute mentale di chi ci abita.

 

Se questo è il sentiment del settore di fronte al cambiamento climatico, non potevano mancare le voci controcorrente. Tra i manager che guidano i gruppi assicurativi c'è chi invita a non vedere solo gli aspetti negativi, ma considerare quanto sta accadendo «non come una minaccia, ma come la più grande opportunità per progettare nuovi prodotti».

 

riscaldamento globale riscaldamento globale

Lo ha detto John Neal, il ceo dei potentissimi Lloyd's di Londra, parlando a inizio giugno all'Annual Insurance Conference di Standard&Poor's. Più della metà dei manager che hanno partecipato considerano le ricadute del cambiamento climatico «nettamente più impattanti delle riforme regolamentari e dell'avvento dell'insurtech», la trasformazione digitale che sta sconvolgendo il settore, portando alla ribalta nuovi protagonisti.

 

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Ma il numero uno dei Lloyd's, pur non sottovalutando le preoccupazioni, ritiene venga offerta «una reale possibilità per progettare nuovi prodotti e nuovi servizi che possano accompagnare la transizione green decisa da governo e istituzioni globali».

 

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In pratica, anche Neal si mette nella scia dell'alleanza - fino a qualche tempo fa impensabile - fra assicurazioni e ambientalisti: «Se non c'è nessuno pronto ad assicurare la transizione energetica verso una economia a basso tenore di carbonio, significa che non arriveremo mai al punto di abbandonare i combustibili fossili e investire in energia pulita».

 

Chi lo avrebbe detto solo pochi anni fa, quando ancora le compagnie erano pressate dai fondi etici perché non assicurassero più miniere di carbone nonché le attività più inquinanti. Segno che la transizione ecologica è diventata trasversale in ogni settore dell'economia.

 

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