ILVA, LACRIME E SANGUE - ARCELOR MITTAL CHIEDE DI ALLUNGARE LA CASSA INTEGRAZIONE PER 8157 ADDETTI, DI ALTRE 9 SETTIMANE UNA VOLTA TERMINATI GLI AMMORTIZZATORI CONCESSI PER L’EMERGENZA COVID: PRATICAMENTE TUTTO L’ORGANICO DI TARANTO ESCLUSI I DIRIGENTI - I SINDACATI: “E’ UNO SCHIAFFO AI LAVORATORI E ANTICIPA IL PIANO INDUSTRIALE, OVVERO TAGLI ED ESUBERI”

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Paolo Baroni per “la Stampa”

 

protesta operai contro arcelor protesta operai contro arcelor

Alla vigilia della presentazione del nuovo piano industriale da parte di ArcelorMittal arriva una nuova doccia gelata sui lavoratori dell' ex Ilva. Ieri, infatti, l' azienda ha inoltrato una nuova richiesta per allungare la cassa integrazione di altre 9 settimane una volta terminati gli ammortizzatori concessi per la Covid. E questa volta, quasi a voler drammatizzare ancor di più la situazione, la richiesta di cassa dal 6 luglio riguarda ben 8.157 addetti, in pratica l' intero organico di Taranto esclusi i dirigenti .

 

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«Uno schiaffo ai lavoratori, l' anticipo molto probabilmente di quello che sarà il nuovo piano dell' azienda, ovvero tagli ed esuberi» protesta il coordinatore di fabbrica della Fim Cisl, Vincenzo Laneve. «È una vergogna» dichiara il segretario della Fiom Francesco Brigati. «Basta così, discorso chiuso - dice Vincenzo Talò della Uilm -. ArcelorMittal va accompagnata alla porta».

 

OPERAI FUORI DALLA FABBRICA ARCELOR MITTAL A TARANTO OPERAI FUORI DALLA FABBRICA ARCELOR MITTAL A TARANTO

Colpa della crisi che sta colpendo in maniera molto pesante tutta la siderurgia, del calo degli ordini e delle consegne causate dal fermo prolungato delle attività del Paese, spiega l' azienda, anticipando quelle che potrebbero essere le ragioni che la porteranno a rivedere al ribasso i piani sull' Italia.

 

Il governo, al termine di un lungo braccio di ferro che si è trascinato sino a marzo, aveva ottenuto dal colosso franco-indiano l' impegno a restare in Italia, ma i piani abbozzati solamente tre mesi fa adesso verranno ridimensionati. Impossibile pensare di produrre a Taranto 8 milioni di tonnellate di acciaio, contro i 6 del piano presentato ai tempi dell' acquisizione ed i 4/5 di media degli ultimi anni. E dunque impossibile anche garantire il posto a tutti i 10.700 dipendenti del vecchio organico.

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Dal quartier generale di Londra del colosso dell' acciaio filtrano poche notizie, ma appare scontato il varo di un piano lacrime e sangue, con tagli e ridimensionamenti molto consistenti ed un livello di cig che rischia di essere molto vicino ai 5 mila esuberi ipotizzati nei mesi passati. Un punto di caduta, questo, difficilmente accettabile per il governo, che pure si è offerto di entrare nel capitale di ArcelorMittal Italia e di finanziare nuovi investimenti (forni elettrici e non solo).

 

OPERAIO ILVA OPERAIO ILVA

Al punto da indurre i ministri Patuanelli e Gualtieri a interrompere il rapporto? Forse è quello a cui puntano i Mittal, per i quali l' ex Ilva è diventato ormai un fardello troppo pesante. Stasera, quando via mail il nuovo piano 2020-2025 sarà inviato al Mise, l' ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli scoprirà le carte. Poi la palla passerà al governo e ai sindacati, già pronti a nuove barricate.

 

A complicare la partita, ieri a sorpresa - come denuncia la leghista Barbara Saltamartini - si è scoperto che per il governo quello della siderurgia non è più un settore strategico da tutelare con la «golden power». Nel testo del Dpcm inviato al Consiglio di Stato è stato infatti tolto l' impegno a «tutelare produzione e livelli occupazionali in Italia» di queste attività. Per la Saltamartini, che parla di «palese violazione della Costituzione, perché il Dl Imprese approvato dal Senato lo prevedeva esplicitamente, la cosa non è casuale. Forse si vuol fare un favore a qualche altro stato europeo».

 

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