1. IMMAGINATE DI AVERE UN PAIO DI CONTI CORRENTI. IMMAGINATE CHE LA VOSTRA BANCA, PER BILANCIARE IL PROFONDO ROSSO DI UNO, SI MANGI (E SENZA MANCO AVVERTIRVI) L’ATTIVO DELL’ALTRO. CIOÈ 20 MILIONI DI EURO. E DOPO 15 ANNI UN TRIBUNALE VI DÀ FINALMENTE RAGIONE, COSÌ ANDATE ALLO SPORTELLO PER FARVELI RESTITUIRE. NON VI DANNO UN SOLDO. PERCHÈ MAI? GLI AMMINISTRATORI DI MONTE DEI PASCHI DI SIENA SONO ANDATI A PIANGERE MISERIA DAVANTI ALLA CASSAZIONE: RESTITUIRE UNA SIMILE SOMMA POTREBBE CREARE ALLE FINANZE DELLA BANCA UN “DANNO GRAVE E IRREPARABILE” 2. OHIBò, POSSIBILE CHE IL MONTE SIA MESSO COSÌ MALE DA NON POTER METTERE MANO ALLA SACCOCCIA PER UNA CIFRA CHE È TUTTO SOMMATO MODESTA, RISPETTO AI 3,9 MILIARDI DI EURO CHE LO STATO SI APPRESTA AD ELARGIRE AI SENESI COI SOLDI DELLA NOSTRA IMU?

DAGOREPORT

L'ufficiale giudiziario avrebbe dovuto bussare alla sede centrale della ex Banca Antonveneta alle ore 9 di oggi, venerdì 21 dicembre 2012. Così, almeno, aveva disposto il giudice dell'esecuzione del tribunale di Padova, Grazia Santel. Ma per «imprevisti e gravi problemi personali» dell'ufficiale medesimo, Tatiana Giona, l'appuntamento è stato rimandato a giovedì 3 gennaio 2013. Stessa ora. Stesso luogo. E stesso obiettivo: far sborsare all'Antonveneta una ventina di milioni di euro e mettere finalmente fine a una storia talmente assurda da non sembrare neanche vera.

Immaginate di avere un paio di conti correnti. Immaginate che la vostra banca, per bilanciare il profondo rosso di uno, si mangi (e senza manco avvertirvi) l'attivo dell'altro. Cioè 20 milioni di euro. Poi, mentre ancora protestate, arriva un'altra banca che si compra la vostra banca, insieme al vostro ex conto e ai vostri ex soldi. Poi subentra un'altra banca ancora.

E i 20 milioni? Tenetevi forte: dopo 15 anni un tribunale vi dà finalmente ragione, così andate allo sportello per farveli restituire. Non vi danno un soldo. Perchè mai? Gli amministratori sono andati a piangere miseria davanti alla Cassazione: restituire una simile somma, dicono, potrebbe creare alle finanze dell'istituto un «danno grave e irreparabile», perché non è detto che siate in grado di restituirglieli, quei soldi, se i giudici alla fine dovessero dare torto a voi anziché a loro. Sono 20 milioni: mica noccioline. E magari volete pure gli interessi? Euro più, euro meno, farebbero altri 16 milioni...

Andrea Baldanza, magistrato di Corte dei Conti, in questa storia surreale si è ritrovato due anni fa, quando lo hanno nominato commissario di Federconsorzi. «Il fallimento di Federconsorzi è stato il più grande scandalo della storia nazionale, peggio del crac della banca romana» ebbe a tuonare l'allora ministro all'Agricoltura Giancarlo Galan conferendogli l'incarico. Di certo la scomparsa di quei soldi è uno scandalo nello scandalo; e così pure le protezioni di cui ha finora goduto chi se n'è appropriato, e persino il silenzio della Banca d'Italia che sull'intera vicenda non ha mai detto beh.

Un passo indietro. «Federconsorzi è il nome con cui è normalmente nota la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, istituzione che nel suo secolo di vita passò da istituzione privata ad organo fondamentale della politica agricola statale, per tornare poi ad una struttura privatistica fino ad essere travolta nel 1991 da una crisi irreversibile» Così Wikipedia.

Federconsorzi, anima della politica contadina e democristiana del dopoguerra, oltre a gestire consorzi agricoli, soldi e voti per la Dc, faceva anche altro: si occupava della cosiddetta «gestione ammassi» per conto dello Stato. Come tale, operava con 34 conti correnti (intestati proprio all' «agente contabile Federconsorzi ») presso la Banca nazionale dell'Agricoltura. Uno di quei conti era il numero 40661/K su cui, al 1° luglio 1996, c'era un attivo di 40 miliardi e 103 milioni di lire. Soldi pubblici. Spariti da un giorno all'altro, incamerati dalla Bna.

Bna è poi stata comprata nel 1999 da Antonveneta, a sua volta acquisita, nel 2007, dal Monte dei Paschi di Siena. Operazione molto discussa, prezzo (10,3 miliardi) spropositato, mormorii su tangenti rosse di ogni tipo, fino all'inchiesta giudiziaria aperta qualche mese fa in cui sarebbe finito, tra gli indagati, perfino il dalemiano Giuseppe Mussari, all'epoca dell'acquisizione presidente di Mps e oggi presidente dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana.

Di certo Mussari in questa storia di Federconsorzi non fa una gran bella figura. I 20 milioni incamerati da Bna passano infatti prima ad Antonveneta, poi alle casse di Mps. E lì rimangono saldamente. Più volte sollecitato, anche dai giudici, a restituire la somma (con gli interessi) al legittimo proprietario, l'uomo del Monte ha fatto sempre orecchie da mercante. Idem il suo successore, Alessandro Profumo.

D'accordo, il Monte Paschi di Siena non se la passa bene. E la sua condizione «è la più grave del panorama nazionale» bancario, come ha calcolato impietoso il Corriere della Sera: ha 1,9 miliardi di Tremonti-bond da restituire, un debito di 4,16 miliardi con lo Stato italiano (quasi tutti sotto forma di nuove obbligazioni), 29 miliardi di finanziamenti da ridare alla Bce, oltre a crediti deteriorati per 17 miliardi... Però una condanna è una condanna.

E condannato nel 2009 dalla Corte d'Appello di Roma a restituire i soldi, Mps si è opposto all'esecuzione della sentenza in tutti i modi. Prima dicendo che, toh, essendo cambiato in 15 anni il numero di conto di Federconsorzi, non era più possibile versarci i soldi. Poi sostenendo che l'esecuzione suddetta, ossia il versamento dovuto, potrebbe creare un «danno grave e irreparabile» alle sue casse.

Ma da quando per una banca, qualsiasi banca, tirar fuori 20 milioni di euro potrebbe rappresentare un danno «irreparabile»? Possibile che il Monte sia messo così male da non poter mettere mano alla saccoccia per una cifra che è tutto sommato modesta, rispetto ai 3,9 miliardi di euro che lo Stato si appresta ad elargire ai senesi coi soldi della nostra Imu?

Il 3 gennaio, in ogni caso, con l'arrivo dell'ufficiale giudiziario in Antonveneta questa storia finirà. O almeno si spera. Resta però qualche simpatico dubbio: perché qualsiasi banca, seguendo l'esempio di Montepaschi, potrebbe impossessarsi delle somme depositate dai correntisti e poi sostenere l'impossibilità di un rimborso perché ciò creerebbe «un danno grave e irreparabile» alle sue finanze. Bankitalia dovrebbe intervenire di corsa per tranquillizzare gli italiani. E invece, che dice? Nulla. Come non ha mai detto nulla in ben quindici anni.

 

 

MUSSARI PROFUMO jpegGIUSEPPE MUSSARI alessandro profumo GIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLASEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENAANDREA BALDANZALOGO ANTONVENETAbankitalia big BANCA ITALIA

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."