bisoni mustier

JEAN PIERRE NON ESCE DAL GRUPPO - MUSTIER SI TIRA INDIETRO DALLA CORSA PER HSBC, E RESTA A UNICREDIT: LA BANCA COSTRETTA A FARE UN COMUNICATO DOPO LE INDISCREZIONI (VERISSIME) CHE LO VEDEVANO TESTA A TESTA CON NOEL QUINN PER IL VERTICE DEL COLOSSO GLOBALE (CHE SI STA MOLTO RIDIMENSIONANDO) - MA LA BANCA ITALIANA CERCA ANCHE UN NUOVO PRESIDENTE. NELLA ROSA DI OGGI POTREBBERO ESSERCI VITTORIO TERZI, ALBERTO CRIBIORE, LUCREZIA REICHLIN, GERARDO BRAGGIOTTI, CLAUDIO COSTAMAGNA

 

  1. UNICREDIT: MUSTIER CONFERMA, RESTA NEL GRUPPO

 (ANSA) - "In linea di principio, è prassi di UniCredit non commentare su voci o speculazioni. Tuttavia, a seguito della recente copertura mediatica sul futuro dell'Amministratore Delegato di UniCredit, il Gruppo rende noto che Jean Pierre Mustier ha confermato che resterà alla guida della banca". Lo si legge in una nota.

 

  1. UNICREDIT: MUSTIER E TEAM FOCALIZZATI SU NUOVO PIANO

MUSTIER ELKETTE

 (ANSA) - "L'intero management team di Unicredit, a partire da Jean Pierre Mustier, è totalmente focalizzato sulla piena riuscita dell'esecuzione di Team 23", il piano industriale lanciato a dicembre dalla banca. Lo si legge nella nota in cui a seguito di rumors si precisa che il ceo resta alla guida del gruppo di Piazza Gae Aulenti.

 

 

 

  1. IERI: MUSTIER SI TAGLIA FUORI DA CORSA HSBC,RESTA A UNICREDIT

 (ANSA) - Jean Pierre Mustier si taglia fuori dalla corsa per la guida di Hsbc: non è più interessato all'incarico e ha deciso di restare in Unicredit. Mustier, riporta il Financial Times citando alcune fonti, ha comunicato la sua decisione direttamente al presidente del consiglio di amministrazione di Hsbc, Mark Tucker. Per la banca inglese il passo indietro di Mustier si traduce in un proseguire della caccia al suo nuovo amministratore delegato: una ricerca che va avanti da sette mesi, ovvero dall'uscita in agosto di John Flint. Allora Hsbc aveva subito nominato ad interim Noel Quinn ed aveva assicurato che un sostituito definitivo sarebbe stato individuato in un periodo di sei mesi-un anno.

 

hsbc 3

A partire da quel momento Hsbc ha contattato diversi candidati per l'incarico, fra i quali Mustier, emerso come il favorito la scorsa settimana in una corsa a due con Quinn. L'uscita di scena di Mustier, precisano fonti con il Financial Times, non si traduce automaticamente in una nomina di Quinn: Hsbc sarebbe infatti in trattative con almeno un altro candidato esterno. La ricerca dell'amministratore delegato "è in corso. Abbiamo detto sei o 12 mesi e continuiamo a lavorare con quella tabella di marcia" dice un portavoce di Hsbc al Financial Times.

 

Le indiscrezioni su un possibile addio di Mustier hanno pesato nei giorni scorsi sul titoli Unicredit a Piazza Affari, dove nella seduta di venerdì hanno perso il 4,2%. Da quando è arrivato alla guida di Unicredit nel 2016, Mustier ha completamente cambiato il volto della banca tagliando i costi, rivedendone l'esposizione in Turchia e cedendo Pioneer, Pekao, Fineco e Mediobanca. Lo scorso dicembre Mustier ha poi presentato il nuovo piano al 2023 che punta a un utile di 5 miliardi, ma che prevede tanche 8.000 tagli di cui 6.000 in Italia per i quali sono già partite le trattative con i sindacati. Secondo il Financial Times Unicredit non avrebbe offerto alcun aumento di compenso a Mustier per convincerlo a restare.

 

 

  1. SVOLTA UNICREDIT, OLTRE ALL'AD SI CERCA UN NUOVO PRESIDENTE

Rosario Dimito per ''Il Messaggero'' di ieri

 

JEAN PIERRE MUSTIER

La presenza di Jean Pierre Mustier nel novero dei papabili per la poltrona di ceo di Hsbc, è planata sul vertice di Unicredit che, in anticipo rispetto alla scadenza di aprile 2021, ha in corso il processo per individuare il futuro presidente: Cesare Bisoni scade con il bilancio 2020 ad aprile 2021. E come in occasione dell' individuazione di Fabrizio Saccomanni, cooptato in consiglio a novembre 2017, cinque mesi prima della nomina alla presidenza (aprile 2018), anche adesso si vorrebbe ripetere lo stesso copione.

 

Il comitato nomine, nei giorni scorsi, avrebbe fatto il punto sull' iter. C' è l' head hunter di sempre Egon Zehnder, ancora senza mandato che sta conducendo uno screening dei potenziali papabili in un processo che, come la volta scorsa, vede il ceo Mustier in posizione-chiave per la scelta. E' evidente che l' eventuale uscita del banchiere francese, nominato a luglio 2016, da un lato toglie dalla selezione del nuovo numero uno, uno snodo decisionale importante e, dall' altro, complica la governance di un istituto che deve affrontare passaggi delicati. Ecco perchè le ultime vicende stanno caricando il board di tensione.

 

I PRIMI NOMI

La ricerca del nuovo consigliere da cooptare in attesa di elevarlo alla presidenza sarebbe ancora alle battute iniziali. Al pari di due anni fa, il nuovo presidente sarà italiano e deve osservare le rigide norme del fit and proper, accentuate dallo status di banca sistemica di Gae Aulenti.

 

Deve pertanto avere uno skill adeguato cioè con una statura anche internazionale per esperienza, capacità, competenza e deve essere esterno all' attuale board.

 

Sembra che il cacciatore di testa sia partito da alcuni nomi della rosa precedenti. Non c' è Massimo Tononi, manager con un' esperienza a tutto tondo di banchiere e di tecnico prestato al governo, giovane e ambito per relazioni, capacità, statura internazionale, sobrietà dei modi: è fuori gioco perché è il candidato alla presidenza di Banco Bpm. Tononi, tre anni fa, era la vera alternativa a Saccomanni ma Mustier preferì una figura meno affine alle sue caratteristiche.

Cesare Bisoni

 

Nella rosa di oggi potrebbero esserci Vittorio Terzi, Alberto Cribiore, Lucrezia Reichlin, Gerardo Braggiotti, Claudio Costamagna. E' evidente che sulla scelta influirà molto la presenza o meno di Mustier, nel senso che se il banchiere francese dovesse sostituire Noel Quinn alla guida del colosso Hsbc, 2.275 miliardi di dollari di attivo, il 45% dei clienti attivo sul digitale con una del 30% dei ricavi totali, la selezione del presidente verrà scavalcata dalla ricerca del nuovo capo azienda. E a seconda della scelta ci sarà un' influenza più o meno marcata sul numero uno con chance per Costamagna e Braggiotti.

 

Piuttosto, anche se la procedura di scelta del ceo non è partita, all' interno di Unicredit si fanno alcune ipotesi che potrebbe confluire nelle indicazioni all' head hunter. Il fatto nuovo di queste prime riflessioni è che il capo azienda potrebbe anche non provenire dal mondo bancario. In questo caso filtra l' ipotesi di Matteo del Fante, attuale ad di Poste, al quale potrebbe aggiungersi Marco Morelli, in uscita da Mps che ha capacità ed esperienze giuste.

 

hsbc 1

E' davvero una fase difficile nella vita dell' istituto che ha avviato il piano strategico di quattro anni (Team 23), comprendente un taglio di costi: 6 mila esuberi e 450 filiali. Sulle uscite è appena iniziato, non con il piede giusto, il confronto con la Fabi & c: le parti si rivedranno martedì 25 ma per Unicredit il confronto con la delegazione guidata da Lando Sileoni sarà molto duro.

 

 

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?