pedro sanchez giorgia meloni pnrr soldi ue

LEZIONI SPAGNOLE PER GIORGIA MELONI – IL CONFRONTO TRA IL PNRR ITALIANO E QUELLO DI MADRID È IMPIETOSO: IL GOVERNO SANCHEZ HA GIÀ OTTENUTO LA TERZA RATA, E HA CHIESTO (CON SUCCESSO) LA REVISIONE DEI PROGETTI, MOBILITANDO TUTTE LE RISORSE ASSEGNATE. DA NOI, INVECE, LA DUCETTA E FITTO SONO FERMI ALLA CASELLA DI PARTENZA, TRA POLEMICHE E VELENI: E PENSARE CHE LA MELONI PUÒ GODERE DI UNA MAGGIORANZA AMPIA E COESA, MENTRE IL POVERO SANCHEZ È PURE DIMISSIONARIO…

Estratto dell’articolo di Luciano Capone per “il Foglio”

 

pedro sanchez giorgia meloni 2

“Pronti!”, era lo slogan della campagna elettorale. “Mica tanto”, è la sintesi dell’azione di governo. L’impreparazione di Giorgia Meloni può essere valutata su quello che è il più importante dossier del governo […]: il Pnrr. Ed emerge soprattutto dal confronto con un paese come la Spagna che, in silenzio e senza molte polemiche, ha fatto tutto ciò di cui l’Italia ha solo parlato da otto mesi.

 

Il governo dimissionario del socialista Pedro Sánchez ha infatti presentato nei giorni scorsi a Bruxelles una richiesta di modifica del “Plan de recuperación” (il Pnrr spagnolo) al quale ha aggiunto anche il capitolo RePowerEu […].

 

giorgia meloni ursula von der leyen

Con questa istanza la Spagna, che inizialmente aveva richiesto solo 70 miliardi di grant (trasferimenti) e rinunciato alla quota dei loan (prestiti), ha deciso di mobilitare tutte le risorse assegnatele: quindi 84 miliardi di prestiti e 10,3 miliardi di trasferimenti dei fondi del Next Generation Eu e del RePowerEu. Per ottenere le risorse, Madrid ha dovuto aggiungere al suo Piano 25 nuovi investimenti e altre 18 riforme, dettagliatamente descritti in un documento di oltre 190 pagine […]

 

Con questi 94 miliardi aggiuntivi il piano spagnolo sarà del tutto paragonabile a quello italiano, che è il più grande d’Europa (164 miliardi contro 191 miliardi). Secondo la vicepremier e ministro dell’Economia Nadia Caliviño l’attuazione del piano sta già avendo un impatto positivo sull’economia e l’addendum richiesto a Bruxelles dovrebbe amplificarne gli effetti […].

 

pedro sanchez giorgia meloni 2 2

[…] l’aspetto interessante del confronto con l’Italia è che la Spagna è anche l’unico paese ad aver ricevuto la terza rata del Next Generation Eu (6 miliardi di euro) già a fine marzo, ma la luce verde della Commissione europea era già arrivata a metà febbraio.

 

La situazione dell’Italia è molto diversa, costellata da polemiche, ritardi, scambi di accuse e crisi istituzionali come quella con la Corte dei conti sul controllo concomitante. […] Sul pagamento della terza rata il governo è fermo da dicembre, in attesa che Bruxelles completi la verifica del raggiungimento degli obiettivi.

 

C’erano diverse cose che non andavano, il governo aveva chiesto una proroga per mettere le cose a posto, la Commissione ha avviato alcuni controlli a campione... fatto sta che siamo arrivati a giugno e i soldi non sono stati sbloccati. Anzi, siamo a ridosso del 30 giugno, che è la scadenza per la quarta rata.

 

giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023

Difficile aver raggiunto gli obiettivi della quarta se su quelli della terza non c'è ancora alcuna certezza. […] Della modifica del Pnrr, di cui Meloni e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto parlano ormai da un anno […] non si vede neppure l’ombra. Si è inscenato anche una specie di braccio di ferro mediatico con la Commissione sulla possibilità di cambiare il Pnrr, ma a Bruxelles aspettano da mesi queste modifiche che alla fine non sono mai arrivate. Stesso copione per il RePowerEu […].

 

Ciò che è poi paradossale è il contesto politico. Perché Meloni gode di una maggioranza politica solida e coesa, come in Italia non se ne vedevano dal 2008. Mentre Sánchez era sostenuto da una risicata coalizione “Frankenstein” con sinistra radicale e indipendentisti e ha dovuto affrontare una campagna elettorale per le elezioni amministrative da cui è uscito sconfitto e dimissionario. […]

pedro sanchez giorgia meloni 2 5giorgia meloni pedro sanchez pedro sanchez giorgia meloni 2 6pedro sanchez e giorgia meloni pedro sanchez giorgia meloni 2 3

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...