iran venezuela maduro

NEL MONDO AFFAMATO SCATTA IL MERCATO DELLA TERRA DA COLTIVARE – IL VENEZUELA CEDERA' UN MILIONE DI ETTARI DELLA SUE TERRE AGRICOLE ALL'IRAN, IN PIENA CRISI ALIMENTARE, E IN CAMBIO RICEVERA' TECNOLOGIE PER AGGIRARE LE SANZIONI IMPOSTE AGLI STATI UNITI – NONOSTANTE LA METÀ DELLE FAMIGLIE VENEZUELANE NON RIESCA A METTERE INSIEME IL PRANZO CON LA CENA, NICOLAS MADURO SOSTIENE CHE NEL SUO PAESE CI SIANO PIÙ DI 30 MILIONI ETTARI DESTINABILI ALL'AGRICOLTURA – ACQUISTANDO TERRENO ALL'ESTERO L'IRAN SEGUE QUANTO FANNO GIA' DA TEMPO LA CINA E I PAESI DEL GOLFO IN AFRICA…

Emiliano Guanella per “La Stampa”

 

nicolas maduro ebrahim raisi

Uniti e accumunati dalle sanzioni inflitte dall'imperialismo occidentale, il Venezuela e l'Iran si alleano ora per fronteggiare anche la crisi alimentare globale, con il governo socialista di Caracas disposto a cedere un milione di ettari delle sue terre a Teheran per coltivare alimenti.

 

Un legame iniziato nel 2001 da Hugo Chavez con l'ayatollah Mohammed Khatami e che si è consolidato negli anni nel settore energetico, militare e tecnologico, sempre in nome della comune fede antiamericana. Entrambi sulla lista nera di Washington, cercano ora di aiutarsi nel delicato contesto globale seguito alla guerra in Ucraina.

 

Nell'incontro di giugno al palazzo Sad Abad di Teheran il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha chiesto a Nicolas Maduro un aiuto particolare per far fronte alla scarsezza di cereali che sta colpendo il suo Paese. «Lasciateci coltivare, noi vi ripagheremo con innovative tecnologie per la produzione estensiva ed équipe di tecnici per garantire la manutenzione dei vostri impianti di raffinazione».

 

nicolas maduro ebrahim raisi 2

Un dettaglio che è saltato fuori solo un mese dopo l'incontro e che ha causato particolare stupore in Venezuela, dove più della metà delle famiglie non riesce a mettere insieme un pasto con la cena. Maduro ha spiegato che Caracas ha tutto da guadagnare, ricordando che in Venezuela ci sono più di 30 milioni ettari di terra destinabili all'agricoltura.

 

«Abbiamo molto da imparare - ha detto - dal livello avanzato di tecnologia raggiunto dai nostri amici iraniani; da anni riescono a estrarre alimenti dal deserto, ci aiuteranno a migliorare la nostra efficienza in questo settore».

 

La cessione di terre agricole a un altro Paese non è cosa nuova. I paesi del Golfo da tempo lo fanno nel corno orientale dell'Africa, la Cina ha enormi piantagioni di soia in Kenya e Tanzania, se andiamo più in là nel tempo la stessa cosa è successa manu militari ai tempi delle colonie europee nel Sud del mondo. A Teheran hanno istituito un sottosegretariato per le coltivazioni transnazionali, il cui titolare Ali Rezvanizade ha spiegato che il Venezuela offre condizioni ottimali per coltivare mais e soia.

 

 

nicolas maduro ebrahim raisi 3

L'Iran è un socio fondamentale per la disastrata industria petrolifera venezuelana. Nel 2020 la nave iraniana "Fortune" ha scaricato due milioni di barili di carburante nel pieno della crisi energetica venezuelana ed è grazie agli olii e lubricanti iraniani che il pesantissimo greggio locale può finire nelle pompe di benzina della compagnia Pdvsa, anche se gli automobilisti si lamentano perché il carburante è troppo pesante e danneggia il motore delle loro macchine.

 

Teheran si è impegnata a riparare al costo di 110 milioni di euro una raffineria venezuelana responsabile della produzione di 150.000 barili al giorno, il 25% del totale e recentemente è stato ripristinato un volo di linea diretto tra le due capitali. I dettagli dell'intesa firmata a giugno sono segreti, ma è chiaro che l'asse è destinato a rafforzarsi. «Il Venezuela - ha detto il presidente Raisi - resiste da 20 anni con grande tenacia all'imperialismo americano, noi lo facciamo da più di 40 anni. Uniti saremo ancora più forti».

 

nicolas maduro

I due Paesi sono amici di Mosca, ma ad entrambi comincia a dar fastidio la concorrenza russa nella vendita di petrolio in Asia. Dall'inizio della guerra in Ucraina Putin ha intensificato l'export di greggio russo verso India e Cina, sottraendo ad entrambi importanti fette di mercato.

 

Caracas è stata costretta ad aumentare lo sconto ai cinesi, che comprano più del 80% dei 700.000 barili prodotti al giorno a quasi la metà del prezzo internazionale del brent. Si cerca, comunque, di correre ai ripari: se da un lato Maduro conferma il pieno appoggio politico a Mosca, dall'altro ha accolto di buon occhio la timida apertura dell'amministrazione Biden sul suo greggio e la finestra concessa all'italiana Eni e alla spagnola Repsol per commercializzare il suo petrolio in Europa.

 

nicolas maduro 1

L'Iran, per ovvie ragioni, non può spingersi tanto, ma cerca comunque di vincolare l'appoggio politico a Mosca con la promessa di una tregua sul fronte della concorrenza fra grandi player petroliferi nel mercato asiatico. Tra petrolio e crisi alimentare globale, una cosa è certa; mentre la Casa Bianca e l'Europa continuano a puntare sulle sanzioni per indebolire Mosca, l'universo diplomatico-commerciale di Putin si allarga ad Oriente e tra i paesi emergenti del Sud del mondo.

 

Il Brasile di Bolsonaro, ad esempio, rimane neutrale e grazie a questo continua a poter importare i fertilizzanti russi necessari per garantire la sua maxi produzione di soia e carne. Lo Zar non è affatto isolato ed ha ancora parecchie carte da giocare con quella parte del mondo che non intende affatto accodarsi alle sanzioni occidentali.

vladimir putin ali khamenei vladimir putin ali khamenei vladimir putin ali khamenei Vladimir Putin Ebrahim Raisi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”