matteo salvini giovanni tria

IL NUOVO FRONTE DI SALVINI? TRIA E LA FLAT TAX: ''O LUI O ME'' - MA TUTTO DIPENDERÀ DAL COMMISSARIO EUROPEO CHE DOVRÀ DARE L'OK ALLA NOSTRA MANOVRA - DITE AL CAPITONE CHE LA SUA PROPOSTA DI TASSA PIATTA NON PIACE ALLE PMI (E TRIA GODE) - UNIMPRESA: UNA ULTERIORE ALIQUOTA RISCHIA DI RENDERE IL SISTEMA TRIBUTARIO PIU' COMPLICATO, MENTRE ANDREBBE APPIATTITO - IL PESO DELLE TASSE E' ARRIVATO AL 47% DEL PIL E LA STANGATA IVA DA 23 MILIARDI SARÀ UNA BOTTA PER I CONSUMI

 

1. SALVINI CONTRO TRIA LA LEGA NON VUOLE LA MAXI-MANOVRA

Alessandro Barbera per ''la Stampa''

 

GIOVANNI TRIA MATTEO SALVINI

«Se il ministro pensa di fare una manovra da robetta non sarà il nostro ministro». Cosa spinge Matteo Salvini ad attaccare Giovanni Tria in un caldo giovedì sera di luglio da un piccolo palco del varesotto, in quel di Golasecca? L' autunno è lontano, ed è presto per scommettere sullo scenario che attende il governo. La Finanziaria per il 2020 verrà giudicata da una Commissione che non c' è ancora - quella della signora Von der Leyen - e soprattutto non si conosce il nome di chi sostituirà Pierre Moscovici alla poltrona (cruciale) degli Affari monetari. Verrà da un Paese mediterraneo o nordico? Sarà più o meno rigido del precedessore francese? Salvini sa bene che molto dipenderà da questo, e in apparenza non avrebbe alcun motivo per alzare già la tensione con Tria, normalmente attento a non entrare in conflitto con il Carroccio.

matteo salvini giovanni tria 2

 

La ragione dell' attacco di Salvini è tutta politica, ma ha molto a che vedere coi numeri. Numeri dai quali - in ogni caso - il governo in autunno non potrà prescindere. Per capire di cosa stiamo parlando basta alzare il telefono e chiedere lumi a qualche funzionario del ministero di via XX settembre non ancora impegnato nelle ferie. A meno di non cambiare le norme in vigore, il primo gennaio dell' anno prossimo scatteranno aumenti Iva per la cifra monstre di ventritré miliardi di euro. Se a questi aggiungiamo il costo minimo delle misure cosiddette «indifferibili» - su tutte il rifinaziamento annuale delle missioni militari - la prossima legge di bilancio dovrà valere come minimo ventisei miliardi.

 

La manovra correttiva approvata di recente permetterà di risparmiarne - sempre nel 2020 - fra i tre e i quattro: nessuno lo sottolinea, ma questo è ciò che verrà garantito in automatico dalla norma blocca-spesa introdotta per reddito di cittadinanza e quota cento. Fra Tesoro e Ragioneria stanno preparando una lista di altri tagli, ma al momento le ipotesi percorribili valgono altrettanto: circa quattro miliardi di euro. Per farla breve: senza nessun aumento dell' imposta sui consumi, il governo giallo-verde si ritroverebbe sul groppone una Finanziaria che parte da diciotto miliardi. Chi conosce le stanze europee spiega che la nuova Commissione non avrà molti margini legali per aiutare l' Italia su questo. Se Roma cancellasse gli aumenti, significherebbe far salire il deficit fin quasi al limite del tre per cento, fra il 2,8 e il 2,9.

DI MAIO SULLA FLAT TAX A FEBBRAIO

 

Un tetto oltre il quale le agenzie di rating - a partire da Standard and Poor' s - deciderebbero il declassamento del debito italiano. Qualunque altro taglio delle tasse andrebbe finanziato con riduzioni di spesa o altre imposte. Ecco perché il Movimento Cinque Stelle - terrorizzato dalla minaccia delle urne - sta prendendo le difese di Tria e propone una riduzione delle tasse sul lavoro a carico delle imprese per quattro miliardi da finanziare con l' aiuto dell' Inps.

 

L' ipotesi - presentata ai sindacati due giorni fa - prevede di rinunciare al contributo obbligatorio delle aziende per il sussidio di disoccupazione. Il leader del Carroccio non ci sta, ed è di fronte alla domanda ferale: meglio le urne o il rischio di deludere le aspettative del Nord, a cui ormai ha promesso il taglio delle tasse? La via dello scontro con l' Europa è la più difficile, ma spiega l' editto di Golasecca.

- Twitter @alexbarbera

 

 

 

2. SBERLA A SALVINI, LA FLAT TAX NON PIACE ALLE PMI (E TRIA GODE) - UNIMPRESA SMONTA IL PROGETTO TANTO CARO AL CAPITANO

 

(AGI) -  "Non abbiamo pregiudizi particolari verso alcuna forma di intervento in campo fiscale. Se si va nella direzione della flat tax, la strada va perseguita fino in fondo ovvero creando un sistema che 'appiattisca' realmente il quadro delle aliquote. Una ulteriore aliquota se, da un lato, favorisce i redditi piu' bassi, corre il rischio di rendere il sistema fiscale piu' complicato".

 

emmanuel macron ursula von der leyen 4

 Lo ha detto oggi il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D'Angelo, nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi tra il governo e le associazioni imprenditoriali. "A noi interessa - ha aggiunto - che la pressione fiscale, sulle imprese anzitutto, ma anche sulle famiglie, cali drasticamente e in tempi rapidi. Secondo i nostri calcoli, il totale delle entrate rispetto al prodotto interno lordo superera', nei prossimi anni, il 47%, mentre il rilancio dell'economia italiana passa attraverso un mix di interventi e, all'interno di questi, le misure fiscali sono imprescindibili. Per noi i due pilastri sono: semplificazione e riduzione del prelievo sui contribuenti". 

 

Secondo il vicepresidente di Unimpresa "il quadro macroecomico non stabile (accanto a una prospettiva di crescita comunque piu' bassa rispetto alle attese dello scorso anno) rende complicata la definizione della prossima legge di bilancio. Le piccole e medie imprese italiane, in particolare, vivono una situazione assai incerta. E' essenziale ripristinare un clima di fiducia e, in questo senso, puo' e deve contribuire anche una stabilita' di governo che, al momento, non si vede. Il nostro livello di preoccupazione, che abbiamo l'occasione di esprimere per la prima volta in questa sede, e' altissimo". 

 

tasse

Sempre in materia fiscale, D'Angelo ha osservato che "le clausole di salvaguardia (parliamo di piu' di 23 miliardi complessivamente) corrono il rischio di rappresentare il colpo di grazia per l'economia italiana, ma L'incremento delle aliquote avrebbe inevitabili effetti sui prezzi finali di prodotti e servizi, con i consumi destinati a fiaccarsi sensibilmente. E' necessario intervenire - chiusa la pagina della cosiddetta pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali - anche sul contenzioso: vanno ridotti i tempi, i costi e vanno semplificate le norme. Qualsiasi riduzione del carico fiscale impone l'individuazione di coperture finanziarie: la spending review e' la soluzione sulla quale insistere, non si e' mai fatto nulla di concreto per aggredire le sacche di sprechi nel bilancio pubblico". 

 

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"