messina massiah

OPS CHE OPS! - IL VIRUS ENTRA NELLO SCONTRO INTESA-UBI, CON QUESTA CHE INVOCA LA CLAUSOLA ''MAC'' PUR NON ESSENDOCI ANCORA UN ACCORDO TRA LE DUE BANCHE: ''INTESA POTREBBE INVOCARLA PER TIRARSI FUORI DALL'OFFERTA''. MA L'ISTITUTO DI MESSINA REPLICA PER LE RIME: LA PANDEMIA IMPEDISCE L'OPS MA NON TOCCA IL PIANO INDUSTRIALE DI UBI?

Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/

 

 

La pandemia del Covid-19 da Sars-Cov-2 non fa deporre l’ascia di guerra a Ubi Banca e Intesa Sanpaolo. Anzi, con l’emergenza la battaglia tra i due gruppi sembra proprio essersi trasformata in una guerra totale, senza esclusione di colpi. Prima di capire perché, occorre ricordare l’antefatto: la sera del 17 febbraio, appena pochi giorni prima che anche in Italia esploda il caso del coronavirus, Intesa Sanpaolo muove su Ubi Banca lanciando un’offerta pubblica di scambio (Ops) volontaria totalitaria e mettendo sul piatto 17 titoli propri per ogni dieci del gruppo con base a Bergamo.

Carlo Messina

 

Un’offerta di matrimonio che coglie completamente di sorpresa il timoniere di Ubi, Victor Massiah, mentre si trova a Londra a parlare con gli investitori. Da lì prende il via tutta una serie di schermaglie tra le due banche, che in pubblico non perdono l’occasione per scambiarsi frecciatine e battute velenose e dietro le quinte tirano addirittura in ballo gli avvocati.

 

 

Si scopre così, nei giorni scorsi, che il gruppo guidato da Massiah ha presentato un esposto in Consob per fare saltare l’operazione, di fatto un’acquisizione da parte di Intesa, invocando la clausola cosiddetta Mac, simile alla forza maggiore ma non proprio coincidente, legata alla pandemia (la traduzione corretta è piuttosto “clausola di assenza di effetti sfavorevoli”). E lì per lì non si capisce il motivo per cui, non essendoci alcun accordo o contratto tra le parti, Ubi possa invocare la Mac.

 

VICTOR MASSIAH

Il mistero è svelato dopo l’articolo del Sole 24 ore del 19 maggio, secondo cui “gli avvocati dell’istituto che ha ricevuto la proposta di merger hanno evidenziato che gli effetti del Covid-19 hanno contribuito a far deteriorare il profilo finanziario e creditizio di Ubi, che appariva appunto tra le condizioni ostative dell’Opa”. Un articolo che manda su tutte le furie Ubi, che nel tardo pomeriggio del 19 maggio diffonde una nota stampa smentendo categoricamente “che l’avveramento della condizione Mac è conseguente all’asserito deterioramento del proprio profilo”.

 

La banca guidata da Massiah, messa alle strette, è allora costretta a svelare il vero motivo per cui, pure in assenza di un contratto o di un accordo tra le parti, sta tentando di fermare Intesa invocando la clausola di assenza di effetti sfavorevoli: “Ubi Banca ha, invece, ritenuto doveroso sottoporre all’attenzione della Consob alcuni profili, con particolare riguardo all’intervenuto avveramento della condizione Mac in relazione della pandemia da Covid-19 nonché in merito alla natura irrevocabile dell’Ops”.

 

Bazoli e Victor Massiah

Più nel dettaglio, spiega la stessa nota dell’istituto nato sull’asse tra Bergamo e Brescia, “Ubi ha evidenziato le ragioni per le quali ritiene che, verificatasi la condizione Mac, l’Ops è divenuta inefficace e l’offerente si sarebbe dovuto esprimere tempestivamente sulla rinuncia a tale condizione, non potendo invece Intesa Sanpaolo riservarsi, come ha fatto fin qui, di confermare se l’offerta è valida oppure no al termine del processo, perché l’offerta è e deve essere irrevocabile e l’ordinamento non tollera che l’autonomia gestionale di Ubi Banca, l’andamento del mercato e le scelte degli investitori siano indebitamente ridotte o distorte da una offerta che non ha quelle caratteristiche di irrevocabilità richieste dalla legge. Ciò a tutela dei propri stakeholders, degli investitori nonché dell’efficienza e della trasparenza del mercato”.

 

Tentando di tradurre in parole più semplici: secondo la ricostruzione dei legali di Ubi, la pandemia, rappresentando uno di quegli effetti sfavorevoli che rientrano nella Mac, clausola che con ogni probabilità a questo punto è contenuta nel prospetto dell’Ops ora al vaglio di Consob (come è diventata prassi negli ultimi anni), potrebbe essere invocata in ogni momento dalla banca guidata da Carlo Messina per chiamarsi fuori, mettendo in questo modo in discussione l’irrevocabilità dell’offerta richiesta dalla legge. Diversamente sarebbe stato – è sempre il ragionamento di Ubi – se Intesa fin da subito, cioè fin dall’inizio della pandemia, avesse detto che l’emergenza sanitaria non avrebbe in alcun modo scombussolato i propri piani su Ubi.

carlo messina

 

Insomma, un rebus complicato la cui soluzione sembra al momento spettare alla Consob presieduta da Paolo Savona, chiamata anche ad approvare il prospetto dell’offerta. Certo, a meno che Intesa, che pure nei giorni scorsi avrebbe presentato alla Consob un esposto su possibili patti occulti tra gli azionisti di Ubi, non decida di rispondere per le rime.

 

Nel frattempo, sempre il 19 maggio, in serata, le agenzie di stampa hanno riportato le dichiarazioni di fonti finanziarie che appaiono evidentemente vicine a Intesa secondo cui ci sarebbe una “evidente contraddizione tra il prospettare l’avvenuto avveramento della condizione Mac, che renderebbe inefficace l’Ops di Intesa Sanpaolo, e il considerare gli effetti dell’epidemia da Covid-19 del tutto privi di impatto sull’evoluzione del piano industriale di Ubi.

 

In altri termini, gli effetti da epidemia Covid sarebbero di portata tale da invalidare l’Ops di Intesa Sanpaolo e allo stesso tempo sarebbero allo stato attuale del tutto ininfluenti sulle prospettive del piano Ubi. Una contraddizione di tale evidenza da non richiedere ulteriori considerazioni. Anche alla luce del fatto che i principali istituti bancari italiani e europei, a tutela dei rispettivi azionisti e su richiesta di Consob e Eiopa, hanno dato visibilità rispetto alle attese degli impatti derivanti dal Covid -19 sui rispettivi piani in attuazione”. Insomma, la guerra continua. C’è da pensare che riserverà nuovi colpi di scena.

MASSIAH LETIZIA MORATTI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA