Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla e Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Non erano stati informati né Palazzo Chigi né il ministero dell’Economia. Eppure i contatti tra Sace e BlackRock erano in fase avanzata. Così intensi da arrivare a definire anche l’importo dell’accordo: 3 miliardi di euro. I due soggetti hanno interloquito per un paio di mesi, spiegano fonti finanziarie di primo livello: un dialogo volto a sondare la possibilità per il fondo Usa di gestire una parte della liquidità della società controllata direttamente dal ministero dell’Economia. Poi però qualcosa è andato storto, complice anche l’imbarazzo del governo tenuto all’oscuro. [...]
Il 9 settembre è Bloomberg a svelare l’avvicinamento. «BlackRock - informa l’agenzia di stampa- è in trattativa con la società statale italiana di credito commerciale per gestire fino a 3,3 miliardi di dollari di asset, una mossa che potrebbe rafforzare la posizione del gestore patrimoniale statunitense nella terza economia della zona euro».
Sace smentisce, il Mef chiede spiegazioni alla sua controllata. L’amministratore delegato Alessandra Ricci assicura a Giancarlo Giorgetti che la vicenda non esiste. Per il titolare del Tesoro, la storia finisce qui. Ma in realtà i contatti con il fondo americano vanno avanti. Fino a pochi giorni fa, come spiegano fonti interne alla società.
E nelle ultime ore le voci del riavvicinamento sono iniziate a circolare con insistenza in ambienti finanziari. Non solo quelle sui dettagli sulle interlocuzioni operative. A tenere banco ci sono anche le indiscrezioni su un possibile stop del governo. Palazzo Chigi fa muro. Fa sapere che «è totalmente priva di fondamento il fatto che Palazzo Chigi abbia ostacolato il dialogo tra Sace e BlackRock, circostanza che non avrebbe alcun senso anche perché il governo italiano ha sempre guardato con grande favore gli investimenti di realtà estere, per di più di nazioni amiche, sul territorio italiano».
Ma le fonti interpellate da Repubblica tengono il punto e legano l’imbarazzo del governo alla postura assunta da Sace. In tempi di legge di bilancio, con il governo Meloni impegnato a raschiare il fondo del barile per trovare le risorse, la notizia della trattativa - è il ragionamento - non è piaciuta affatto.
Il caso sbarcherà in Senato: i dem Nicola Irto e Antonio Misiani hanno presentato un’interrogazione urgente chiedendo di informare il Parlamento sui movimenti attorno ad «asset strategici nazionali» e per cifre così elevate, per di più di una società di Stato chiamata a sostenere le imprese italiane.
Da Sace precisano a Repubblica: «Nessun accordo specifico è stato preso, né siamo in trattativa. Ciò premesso, ricordiamo che è prassi consolidata per una realtà come Sace quella di dialogare con più partner per una migliore gestione finanziaria della propria liquidità». Ma il Pd insiste. Chiede di sapere «quali comunicazioni abbia dato Sace al ministro Giorgetti nel merito delle suddette trattative e se lo stesso abbia richiesto chiarimenti». [...]