leonardo del vecchio alberto nagel philippe donnet francesco gaetano caltagirone

PATTO CHIARO, AMICIZIA LUNGA - DEL VECCHIO ROMPE IL SILENZIO SU GENERALI E CRITICA MEDIOBANCA (TE PAREVA): “HO SCOPERTO DI RECENTE CHE LE AZIONI POSSONO ESSERE AFFITTATE SOLO PER VOTARE A UN’ASSEMBLEA. SE QUESTA PRATICA DIVENTASSE DIFFUSA POTREBBERO ESSERCI SERIE CONSEGUENZE” - SCIOLTO IL PATTO DI CONSULTAZIONE CON CRT, IL PAPERONE DI AGORDO APPOGGIA LA LISTA DI "CALTARICCONE" PER GENERALI: "HA UNA VISIONE IMPRENDITORIALE DI LUNGO TERMINE. LA LISTA È COMPETENTE E BEN BILANCIATA. CIÒ CHE APPREZZO PIÙ DI TUTTO È..."

Leonardo Del Vecchio

GENERALI: DEL VECCHIO, VISIONE CALTAGIRONE IMPRENDITORIALE

 (ANSA) - La strategia espressa da Francesco Gaetano Caltagirone per Generali offre "una visione imprenditoriale di lungo termine, che non cerca solo dividendi ma guarda anche ai bisogni di crescita della compagnia".

 

Lo ha detto Leonardo Del Vecchio in un'intervista a Bloomberg. Il patron di Luxottica, terzo azionista del Leone, ha definito la lista Caltagirone "altamente competente e ben bilanciata".

 

Quanto alla candidatura di Luciano Cirinà come amministratore delegato "ciò che apprezzo più di tutto è vedere un manager interno al gruppo, con una lunga carriera di successo alle Generali, essere proposto come ceo", ha detto Del Vecchio.

 

francesco gaetano caltagirone

Secondo Del Vecchio, la cui quota dell'8% nel Leone potrebbe essere ulteriormente arrotondata, il piano messo a punto dal gruppo Caltagirone "dà l'idea di una compagnia forte, con un grande futuro ma che è stata forse frenata da un azionista interessato solo ad estrarre dividendi", cioè Mediobanca, primo socio della compagnia triestina e sostenitore della lista del cda che ricandida Philippe Donnet.

 

CLAUDIO COSTAMAGNA LUCIANO CIRINA

Del Vecchio - da cui arriva un chiaro sostegno alla lista di Caltagirone, al quale è stato per qualche mese legato da un patto di consultazione - ritiene che il progetto dell'imprenditore romano possa accelerare la crescita delle Generali attraverso quella grande acquisizione o fusione "che spero di vedere nel futuro" della compagnia.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Anche in quest'ottica si spiega l'apprezzamento per Claudio Costamagna, candidato alla presidenza. Con lui le Generali acquisirebbero "un presidente con capacità operative che ha quello che serve per creare valore per la compagnia e dare un significativo supporto quando si arriverà alla gestione di grandi transazioni 'transformational'", cioè in grado di trasformare le Generali con un vero e proprio salto dimensionale. Quanto al mercato "ha risposto favorevolmente al piano di Caltagirone. Il prezzo delle azioni sta salendo e Generali si sta confermando un buon investimento finanziario".

 

GENERALI: DEL VECCHIO, SONO VECCHIA SCUOLA, CI METTO SOLDI  

Leonardo Del Vecchio

(ANSA) - Leonardo Del Vecchio critica Mediobanca, di cui è primo socio con il 19% circa del capitale, per il prestito titoli che permetterà a Piazzetta Cuccia di votare con più del 17% del capitale nell'assemblea del Leone.

 

"Sono della vecchia scuola che pensa che gli imprenditori dovrebbero investire le proprie risorse", ha detto il fondatore di Luxottica, in un'intervista a Bloomberg. "Ho scoperto di recente che le azioni delle società possono essere affittate solo per votare a un'assemblea degli azionisti e poi restituite ai loro proprietari. Se questa pratica diventasse diffusa e legittima penso che potrebbero esserci serie conseguenze per la nostra economia", ha detto Del Vecchio.

 

GENERALI DELFIN-CRT, ADDIO AL PATTO I PROTAGONISTI SU LA STAMPA

Francesco Spini per “La Stampa”

luciano cirina

 

Addio al patto di consultazione dei soci «dissenzienti» delle Generali. Domenica scorsa la Fondazione Crt e Delfin, la cassaforte di Leonardo Del Vecchio, hanno dissolto l'accordo parasociale.

 

O quello che ne rimaneva, dopo che il terzo pattista che ne aveva preso parte il 10 settembre - quel Francesco Gaetano Caltagirone che va portando avanti la sfida al cda e a Philippe Donnet con una propria lista che candida Luciano Cirinà a prenderne il posto come capoazienda - se ne era uscito il 27 gennaio.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Restavano in due, ma entrambi, si legge in una nota, «hanno condiviso» che «sono venute meno le finalità per le quali lo stesso» patto «era stato costituito». L'accordo, ricordano, «era rivolto alla prossima assemblea» delle Generali dedicata anche al rinnovo del cda e «non prevedeva alcun impegno delle parti in merito all'esercizio del diritto di voto e alle valutazioni a ciò sottese».

 

Ai tempi dell'uscita di Caltagirone dal patto da più parti emerse il sospetto che la mossa fosse dovuta alla cautela, tutta legale, di evitare che l'accordo - che in origine riuniva il 12,33% - potesse essere considerato un concerto e con ciò disattendere la legge che prevede l'autorizzazione preventiva dell'Ivass per salire oltre il 10%, pena il congelamento delle quote in eccesso.

 

luciano cirina

Senza l'imprenditore romano il patto era tornato sotto la soglia critica, all'8,33%, con Crt all'1,7% e Del Vecchio al 6,6%. Ma visto che la clessidra assembleare si va svuotando in fretta è possibile - secondo alcune interpretazioni - che, non tanto Crt che può arrivare fino al 2%, quanto Del Vecchio abbia ripreso gli acquisiti per presentarsi all'appuntamento del 29 aprile nei pressi del 10%.

 

Dunque, meglio evitare ombre, proprio mentre Ivass sta lavorando a dissipare i dubbi delle Generali che hanno rivolto quesiti su un eventuale concerto degli ex pattisti: l'authority delle assicurazioni deciderà prima dell'assemblea ma il verdetto sarà oggetto di comunicazione pubblica solo se saranno riscontrate anomalie, peraltro di non semplice dimostrazione.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

 

Liberi ormai da vincoli, dunque, gli ex pattisti hanno ricominciato gli acquisti per lanciare la sfida al cda e al suo principale sostenitore: il primo socio del Leone, Mediobanca, ora al 17,27% in virtù di un 4,4% di prestito titoli che la Consob, in seguito alla segnalazione di Caltagirone, sta esaminando.

 

Se la quota di Del Vecchio non è nota, di Caltagirone invece emerge - come ricostruisce l'agenzia Radiocor sulla base del prospetto di sollecitazione delle deleghe - che ad oggi controlla il 9,519% di Generali per complessivi 150,5 milioni di azioni, che agli attuali valori di Borsa valgono quasi 3 miliardi di euro. Del pacchetto il 2,45% è in pegno ma con il diritto di voto in capo a Caltagirone.

 

francesco gaetano caltagirone

In altri casi ci sono contratti derivati che conferiscono il diritto o la discrezionalità di vendere complessivamente il 2,5% circa del capitale del Leone. C'è chi calcola che, fra tutto, la potenza di fuoco di Caltagirone e dei suoi probabili sostenitori potrebbe arrivare, al netto dei fondi che sceglieranno la lista che propone presidente Claudio Costamagna, non distante dal 24%, al 28% se, come sembra farsi strada, guadagneranno l'appoggio dei Benetton (3,97%) che finora comunque non si sono espressi.

 

ALBERTO NAGEL

La lista del cda, che candida presidente Andrea Sironi, oltre a Mediobanca può assommare i voti di De Agostini (1,4%). In Borsa però la partita delle quote per vincere l'assemblea è in pieno svolgimento in vista della «record date» del 14 aprile, che sarà l'ultimo giorno utile per raggranellare titoli utili per il voto di fine aprile. Non a caso è aumentata di molto l'operatività con strumenti derivati sul titolo che ieri, però, è sceso del 2% a 19,73 euro. Alla fine sarà decisivo quel 20-23% dei fondi fedeli ai consigli dei proxy advisor, i consulenti che in questi giorni di trasferta americana Donnet da un lato, Cirinà dall'altro puntano a portare dalla propria parte.

LE LISTE DEI CANDIDATI PER IL CDA GENERALI Alberto Nagel

leonardo del vecchioLeonardo Del Vecchioleonardo del vecchio

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…