vladimir putin borsa mercati economia russa

PUTIN HA LE CASSE VUOTE E LE ORE CONTATE - LA RUSSIA È COLPITA DURAMENTE DALLE SANZIONI E NON HA ABBASTANZA SOLDI PER UNA GUERRA PROLUNGATA. SE LA RESISTENZA UCRAINA DURA, MOSCA CONSUMERÀ LE SUE RISORSE (IN ESAURIMENTO) E FINIRÀ IN BANCAROTTA. A QUEL PUNTO CHE FARÀ "MAD VLAD"?  - LE DISEGUAGLIANZE, LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO E LA TOTALE DIPENDENZA DALL’ESPORTAZIONE DI MATERIE PRIME: TUTTI I PROBLEMI DELL’ECONOMIA RUSSA - INTANTO IL RUBLO CONTINUA IL SUO TRACOLLO

vladimir putin - collage by epie

1 - UCRAINA: RUBLO CEDE IL 7,8% A RIAPERTURA MERCATO CAMBI MOSCA

(ANSA) - Il rublo cede il 7,8% contro il dollaro alla riapertura del mercato dei cambi di Mosca, chiuso da venerdì scorso. La moneta russa passa di mano a 113,8825 sul dollaro.

 

2 - BORSA: EUROPA DI CORSA CON IL PETROLIO, GIÙ IL RUBLO

(ANSA) - Avvio di corsa per le Borse europee con l'indice d'area, lo stoxx 600 , che sale di oltre 2 punti e mezzo con le sprinti dei finanziari L'indice delle banche guadagna quasi il 5% mentre emergono le singole esposizioni in Russia. Tra queste quella di Unicredit (1,9 miliardi) che guadagna oltre il 7%.

LA SITUAZIONE DELL ECONOMIA RUSSA

 

Lo sguardo dei listini è sempre rivolto all'Ucraina mentre Fitch ha declassato il rating della Federazione Russa sottolineando il rischio "di un imminente default". Tutte in sprint le Piazze del Vecchio Continente con Milano che sale del 3,68% e il Ftse Mib che rivede i 23mila punti. Francoforte è la migliore con un +4,12%. Parigi registra invece un +3,83%. Meno esteso il rialzo di Londra che comunque sale dell'1,6%.

 

BANCA CENTRALE RUSSA

Giù il rublo cede il 15% contro il dollaro alla riapertura del mercato dei cambi di Mosca, chiuso da venerdì scorso. La moneta russa passa di mano a 121 sul dollaro. Ripiega il prezzo del gas che ad Amsterdam cala del 17,5% a 177 euro Mwh mentre a Londra la flessione è del 14% a 440 penny per una unità termica (Mmbtu). Ferme le contrattazioni per il Nichel.

 

Lo stop è stata "una giusta decisione", dice il Ceo di Lme Matthew Chamberlain a Bloomberg Tv Sale il prezzo del petrolio dopo il bando all'import del greggio e del gas russi deciso ieri dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Il Wti del Texas segna un +1,37% vicino a 126 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord conferma i 130 dollari (+1,6%).

 

vladimir putin

Lo spread è stabile poco sotto i 147 punti dell'avvio con il rendimento del decennale italiano all'1,59 per cento. Prosegue il calo del prezzo del grano. l frumento è in ribasso attorno al 3% sui 1.250 dollari per il contratto future sull'equivalente di 5mila Bushel.

 

3 - RUSSIA SANZIONI INSOSTENIBILI MOSCA NON REGGERÀ A LUNGO

Giorgio Arfaras per “la Stampa”

 

Quanto pesano le sanzioni economiche di Europa e America? Quanto può resistere la Russia? Per rispondere, partiamo dal reddito. Se si osserva la distribuzione del reddito ai tempi dello Zar e a quelli di Putin, si ha che il 10% più abbiente comandava allora e comanda oggi il 50% del reddito nazionale.

 

BORSA GUERRA RUSSIA UCRAINA

Il 50% più povero comandava e comanda meno del 15% del reddito nazionale. In epoca sovietica, il 10% più abbiente comandava il 25% del reddito nazionale, e il 50% meno abbiente comandava il 25% del reddito nazionale.

 

La distribuzione del reddito era quindi molto meno diseguale in epoca sovietica, ma si aveva una diseguaglianza marcata nell'accesso non monetario ai beni, che non può essere misurata. In Europa la distribuzione del reddito è oggi molto meno diseguale di quella russa, mentre negli Stati Uniti e in Cina la distribuzione del reddito è più vicina a quella della Russia.

 

Passiamo alla ricchezza. Essa in tutti i paesi è composta da terreni agricoli, abitazioni, attività private non quotate, attività private quotate, e beni pubblici. Dalla caduta dell'Urss la ricchezza privata è esplosa.

UCRAINA - PROFUGHI IN FUGA

 

 

La parte maggiore dell'ascesa della ricchezza privata si è avuta con le abitazioni, divenute, dopo il socialismo, di proprietà. Segue nell'ascesa delle classi di ricchezza quella in forma di imprese private non quotate. Insomma, nulla di diverso da quanto avvenuto nei paesi sviluppati, dove la quota maggiore della ricchezza privata è quella immobiliare, seguita dalle attività economiche non quotate.

 

Diversa, invece, è, rispetto ai paesi sviluppati, la distribuzione della ricchezza finanziaria, poco distribuita fra la popolazione e molto diffusa fra le classi di reddito maggiori. La vera anomalia russa rispetto ai paesi sviluppati è la quota di ricchezza detenuta all'estero. Dalla caduta dell'Unione Sovietica la Russia ha registrato delle esportazioni nette, ossia esportazioni meno importazioni, intorno al 10% del Prodotto interno lordo.

 

soldati russi in ucraina 8

 L'accumulo del 10% annuo di un surplus della bilancia commerciale per oltre venti anni dovrebbe mostrare una quantità enorme di attività ufficiali estere detenute dalla Russia. Invece, la quota ufficiale di attività estere è di molto inferiore, circa un terzo di quelle teorica. La spiegazione di questa differenza è la presenza di una quota di ricchezza detenuta all'estero in forma non ufficiale.

 

Le attività finanziarie detenute nei paradisi fiscali sono pari al 4% della ricchezza finanziaria statunitense complessiva, al 10% di quella europea complessiva, e al 50% di quella russa sempre complessiva. I paesi africani hanno il 40% stipato nei paradisi fiscali, e le monarchie del Golfo hanno il 60%% stipato nei paradisi fiscali. Dai numeri si può dedurre che minore è la certezza del diritto, maggiore è l'investimento estero nei paradisi fiscali.

VIGNETTA DEL TAVOLONE DI PUTIN - BY TANGO

 

Così come si può dedurre che minore è la sicurezza che si ha per l'integrità del proprio patrimonio e per la propria vita in caso di perdita del potere, maggiore è l'investimento estero nei paradisi fiscali. L'impatto politico delle sanzioni va inteso come quanto di negativo esse generano sul tenore di vita della popolazione nel suo complesso, che è altra cosa dalle sanzioni attuate contro gli oligarchi e la nomenclatura, quelle, appena ricordate, che portano al congelamento dei loro beni stipati all'estero.

 

RUSSIA - ARRESTO DI UN CITTADINO CHE PROTESTA CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA

Le sanzioni volte a colpire per la popolazione nel complesso sono il blocco dello scambio di informazioni finanziarie (lo SWIFT) che frena le transazioni economiche, il congelamento delle esportazioni di tecnologie, e il blocco delle attività estere, ossia le riserve valutarie, della banca centrale.

 

Il tenore di vita della popolazione russa dipende in misura non modesta dalla spesa pubblica. Il peso dell'aiuto alle famiglie è il cinquanta per cento del bilancio dello Stato. Il reddito trasferito dallo Stato alle famiglie è essenzialmente spesa per pensioni, e, in misura molto minore, spesa per gli stipendi dei dipendenti statali.

 

VLADIMIR PUTIN PRIMA DOPO

La Russia potrebbe controbilanciare le sanzioni verso la popolazione con delle politiche fiscali espansive finanziate in modo non ortodosso, ossia con l'emissione di moneta. L'economia russa resta però fragile sul fronte dell'offerta per quanto significativo possa essere l'intervento di politica economica sul fronte della domanda. L'economia russa dipende, infatti, dalle esportazioni di materie prime non rinnovabili con le quali ottiene la valuta che finanzia le importazioni di tecnologia.

 

Le importazioni occidentali di materie prime non rinnovabili russe possono, ma alla lunga, essere ridotte in misura significativa. Le esportazioni in campo tecnologico possono essere bloccate. Senza queste gli aerei russi non volano e le automobili non possono essere prodotte.

 

UCRAINA - PROFUGHI IN FUGA

Vero quanto detto, la Russia non ha le risorse per una guerra prolungata. In questo assomiglia alla Germania, che ha tentato in entrambe le Guerre mondiali di vincere, avendo delle risorse scarse, nel minor tempo possibile, inventando il Blitzkrieg. Dal che si arguisce che, più la resistenza ucraina dura, più la Russia consumerà le risorse volte a mantenere il suo esercito in guerra. Le risorse belliche sono quelle tradizionali non quelle atomiche.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...