ponte morandi genova paola de micheli

QUINDI CI AVETE PRESO PER IL CULO PER DUE ANNI? – INDOVINATE A CHI SARÀ AFFIDATO IL PONTE DI GENOVA? MA CERTO, AI BENETTON! DOPO AVER PORTATO A "JUNK" IL TITOLO DI ATLANTIA E AVERCI MARTELLATO LE PALLE CON LA REVOCA, IL GOVERNO GIALLO-ROTTO LASCIA TUTTO COME PRIMA. LA RICHIESTA DI PAOLA DE MICHELI: È L’UNICO MODO PER RIAPRIRE IN TEMPI RAGIONEVOLI - VOLETE FARVI UN’ALTRA RISATA? LA MAGGIORANZA, CON UN BLITZ DEL RENZIANO LUCIANO NOBILI, FA UN REGALONE DA 1 MILIARDO AI BENETTON: PROROGATA LA CONCESSIONE DI AEROPORTI DI ROMA FINO AL 2046...

nuovo ponte genova 1

1 – IL MINISTERO DEI TRASPORTI AL COMMISSARIO PER LA RICOSTRUZIONE: "RISPETTIAMO LA CONVENZIONE"

Roberto Sculli per “la Stampa”

 

È Autostrade per l'Italia l'interlocutore per il passaggio di consegne del nuovo ponte di Genova. E sarà quindi Aspi a gestirlo, almeno fino all'eventuale revoca della concessione.

 

paola de micheli 1

La lettera decisiva è arrivata l'altro ieri: il mittente è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il destinatario è la struttura commissariale per la ricostruzione guidata da Marco Bucci.

 

Nel testo, stringato, il richiamo alla convenzione e il richiamo alla disponibilità dei tecnici del Mit, per gestire la transizione. In calce, la firma è della ministra Paola De Micheli, che si è assunta la responsabilità di rompere l'impasse rilevata dallo stesso Bucci, nei giorni scorsi, sul futuro della nuova infrastruttura.

giovanni toti marco bucci promozione pesto patrimonio dell'umanita'

 

Per il commissario, che ha condotto la "macchina" fino a un passo dall'inaugurazione, era un problema anzitutto pratico: qualsiasi dubbio su questo fronte avrebbe rischiato di ritardare l'apertura, inficiando in parte la marcia a tappe forzate in atto dal dicembre del 2018, quando furono firmati i contratti per la demolizione e la costruzione del nuovo ponte.

 

LUIGI DI MAIO ATLANTIA

E tuttavia il problema è soprattutto politico, perché la materia è controversa e questo rivolgimento è destinato a incidere molto sugli equilibri della maggioranza giallorossa. Sulla carta, infatti, il passaggio di consegne non è solo la naturale conseguenza delle regole dettate nella concessione, tuttora in vigore e relativa a circa 3 mila chilometri di rete in Italia.

 

Affidare ad Aspi, titolare dei tronconi a ovest (la A10) e a est (lo svincolo A7) la gestione del nuovo ponte, rischia anche di essere l'unico modo per aprire al traffico in tempi ragionevoli.

luciano benetton

 

Perché se il passaggio di consegne al concessionario è codificato, qualunque eventuale altra soluzione va costruita praticamente da zero. Fermo restando che, a convenzione in vigore, andrebbero comunque stipulati una serie di accordi per regolare la convivenza col vicino di casa.

 

Ciò non toglie che per la componente 5 Stelle del governo, titolare della maggioranza relativa, e per una fetta dell'opinione pubblica, la consegna del ponte abbia un fortissimo carattere simbolico.

 

Questo, a prescindere dal fatto che la gestione dei 1.067 metri del nuovo tracciato potranno essere sottratti dalle mani di Autostrade alla pari del resto della rete, se la revoca dovesse andare in porto.

 

genova ponte morandi

 A ogni modo, i contatti tra la struttura commissariale e il concessionario sono destinati a intensificarsi nei prossimi giorni. Ieri è stata una giornata di riunioni per preparare il terreno: non che gli scambi tra commissario e Autostrade siano una novità, anzi.

 

Già nell'ultima videoconferenza del 24 aprile, il tema era stato affrontato in via preliminare. Non solo: in precedenza, il commissario aveva inviato al Primo tronco di Aspi ampia documentazione tecnica, compreso il manuale di manutenzione dell'opera.

nuovo ponte genova

 

Era stata la stessa società, nei giorni scorsi, a sollecitare l'avvio di contatti per organizzare il passaggio di consegne, insediando una task force e indicando nel direttore del Primo tronco, Mirko Nanni, l'interlocutore della struttura commissariale. Aspi aveva suggerito di stilare un calendario con i rappresentanti del Mit.

 

Ed è stata la stessa ministra De Micheli, nella sua successiva lettera, a fare cenno alla disponibilità dei tecnici del Mit per supportare tutta l'operazione. Nel frattempo, continua la crisi delle autostrade liguri. E anche le novità in arrivo da Roma non sono destinate a risolvere i problemi nel breve.

 

conte ponte genova

2 – GIUSEPPI BLUFFA PURE CON ASPI: FA LA VOCE GROSSA MA PROROGA LE CONCESSIONI ANCHE AI BENETTON

Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

Con una mano il governo minaccia la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l'altra proroga per due anni alla famiglia Benetton tutte le concessioni aeroportuali. O la mano destra dell'esecutivo (probabile) non sa cosa faccia la sinistra; oppure il presidente del Consiglio Giuseppe Conte bluffa, quando minaccia lo strappo.

 

PAOLA DE MICHELI CON LA MASCHERINA

E mentre va in scena (ormai da due anni) il finto braccio di ferro, cantieri e lavori bloccano la Liguria. Nella conferenza per illustrare le misure del Dl semplificazioni, il premier Conte alza il livello di scontro con i Benetton: «Aspi deve far sapere se accetta o no le condizioni. Altrimenti siamo in procedura di revoca».

 

Nel frattempo, oggi, la Corte Costituzionale deciderà se il decreto Genova abbia o meno violato principi costituzionali e se quindi l'esclusione di Aspi dalla demolizione e ricostruzione del nuovo Ponte sia stata legittima.

Benetton fiumicino

 

Mentre ieri contro Aspi si è schierata l'Anac: «Comportamento resistente nel fare trasparenza», ha detto il presidente dell'Anticorruzione Francesco Merloni, in audizione in Senato.

 

Pronta è la replica di Autostrade: «Affermazioni basate su valutazioni superficiali e su dati e fatti totalmente errati».

 

Nell'incontro con la stampa, il premier ammette il flop dei negoziati che vanno avanti da due anni: «Su Autostrade per l'Italia avete ragione. Aspi è un dossier che non siamo ancora riusciti a sbloccare. Abbiamo avviato il procedimento per la revoca. Il governo ha definito le sue condizioni. Le proposte di Aspi non sono accettabili».

 

fiumicino

Parole che sembrano quasi una presa in giro. «In Commissione bilancio - denuncia Giorgia Meloni - con un blitz la maggioranza decide di prorogare tutte le concessioni aeroportuali di due anni».

 

«Gioisce la famiglia Benetton che tramite Atlantia controlla Aeroporti di Roma, società che grazie alla premura di M5S - Pd e Iv ha visto estendere la sua multimilionaria concessione fino al 2046.

 

Di fronte al proprio elettorato i grillini lanciano strali e anatemi contro i Benetton, dentro il palazzo si accordano con la sinistra per garantire le loro posizioni: finisce nel grottesco la retorica pseudorivoluzionaria dei pentastellati, che vantano il record mondiale di giravolte e trasformismo politico» attacca la leader di Fdi. Ma non è finita.

 

fiumicino 1

«Pochi giorni fa - rincara Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di Fratelli d'Italia - il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, ha inserito l'inutile raddoppio dell'area aeroportuale di Fiumicino all'interno del documento Italia veloce, ignorando anche le diverse pronunce a tutela della Riserva naturale statale del litorale romano». Benetton sorride per la proroga.

 

Gli automobilisti piangono. Ieri è arrivata a 14 chilometri la coda in A26 tra Masone e il bivio A26/A10 a causa di cantieri e restringimenti di carreggiata. In A10 la coda è stata di tre chilometri tra Varazze e Arenzano. La Protezione civile è stata costretta a distribuire bottiglie d'acqua per il caldo.

coronavirus controlli fiumicinocoronavirus controlli fiumicino

il video della prima auto che attraversa il nuovo ponte di genova

Espropri fiumicinoNEVE ROMA FIUMICINOFIUMICINO

nuovo ponte genova 2

coronavirus controlli fiumicino 2

ponte di genova

 

il varo dell'ultimo impalcato del nuovo ponte di genova 2il video della prima auto che attraversa il nuovo ponte di genova 1

 

CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA

 

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")