mitragliatrici armi fucili

L’ITALIA HA UN BEL PISTOLONE - SIAMO NELLA TOP TEN MONDIALE DEI FABBRICANTI D'ARMI - E’ RIPARTITA LA CORSA AL RIARMO GLOBALE: NEL 2018 LA SPESA MILITARE MONDIALE È STATA DI 1.822 MILIARDI DI EURO E I DATI 2019 SONO IN CRESCITA - USA, CINA, ARABIA SAUDITA, INDIA E FRANCIA COPRONO IL 60% DELLA SPESA MONDIALE - GLI STATI UNITI HANNO ALZATO IL BUDGET DEL PENTAGONO A 584 MILIARDI DI EURO…

Nicola Borzi per il “Fatto quotidiano”

 

curdi in fuga

Il riarmo globale è in piena corsa, con ritmi quali non se ne vedevano dalla fine della Guerra Fredda, e il commercio mondiale di armi lo segue a ruota. Lo conferma non solo la cronaca, con l' escalation turca contro i Curdi in Siria, ma anche i dati del Sipri, l' Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma che monitora il "mercato della difesa". Anche l' Italia si è ritagliata la sua fetta di questo settore attraverso la diplomazia commerciale. Ma gli esperti temono soprattutto la diffusione delle armi robot, i cui prototipi stanno già iniziando a comparire e vengono testati su alcuni teatri di guerra, come quello siriano.

 

un militare americano con gli occhiali binocolo

Secondo il Sipri, nel 2018 la spesa militare mondiale è stata di 1.822 miliardi di euro, pari al 2,1% del prodotto interno lordo globale o a 215 euro per ogni essere umano.

Il valore è cresciuto del 2,6% sul 2017 e del 5,4% sul 2009.

 

L' onere militare - le spese militari di ciascun Paese in percentuale del suo Pil - è però calato tra il 2017 e il 2018 in ogni area mondiale tranne che in Europa, dove gli accordi internazionali hanno spinto alcuni Stati membri della Nato ad aumentare gli investimenti militari per raggiungere entro il 2024 un onere militare pari al 2% dei rispettivi Pil.

Nel 2018 i cinque maggiori Paesi per spesa militare sono stati Usa, Cina, Arabia Saudita, India e Francia, che insieme hanno rappresentato il 60% della spesa mondiale.

flir black hornet iii

 

L' anno scorso, per la prima volta dal 2012, gli Stati Uniti hanno aumentato il budget del Pentagono portandolo a 584 miliardi di euro, il 36% dell' intero stanziamento militare mondiale e 2,6 volte la spesa del secondo Paese in classifica, la Cina. Pechino ha investito in armi 225 miliardi di euro, con un aumento del 5% sul 2017 e del 83% sul 2009.

 

Ma "la spesa militare cinese è pressoché stabilmente legata alla crescita economica del Paese, che nel 2018 ha registrato il livello più basso degli ultimi 28 anni", rileva Sipri, dunque "per i prossimi anni ci si può attendere una crescita più lenta della spesa militare" della Repubblica Popolare. Il primato mondiale dell' onere militare nel 2018 l'ha vinto l' Arabia Saudita, che ha speso in armi l' 8,8% del Pil con 61 miliardi di euro, nonostante un calo del 6,5% su base annua.

un veicolo stryker dragoon

 

L'India (60 miliardi) e la Francia (57,4 miliardi) sono stati il quarto e il quinto maggior investitore in armi. Con 55,3 miliardi di euro, le spese militari di Mosca nel 2018 sono invece calate del 22% rispetto al picco fatto registrare nel 2016, il record dopo la fine della Guerra Fredda: per la prima volta dal 2006, così, la Russia è uscita dalla "top five" globale delle spese militari. In termini relativi, invece, i tre principali aumenti di spesa militare tra il 2017 e il 2018 sono stati fatti registrare da Burkina Faso (+52%), Giamaica (+40%) e Armenia (+33%), mentre le tre principali diminuzioni sono state registrate in Sud Sudan (-50%), Sudan (-49%) e Benin (-28%).

 

proteste sulle armi negli usa

A far segnare il nuovo record mondiale è stato invece il volume mondiale del commercio di armi, che è cresciuto del 7,8% tra i quinquenni 2009-2013 e 2014 -2018 toccando il livello più alto dalla fine della Guerra Fredda e ha proseguito il trend in costante crescita dai primi anni 2000. Sipri stima che i traffici globali di armi siano stati pari ad almeno 95 miliardi di dollari. I cinque maggiori Paesi esportatori, nel quinquennio 2014-18, sono stati gli Usa (con il 34% dell' export mondiale), seguiti da Russia (22%), Francia (6,7%), Germania (5,8%) e Cina (5,7%): insieme hanno realizzato il 75% dell' export globale. L'Italia si è piazzata al nono posto con il 2,5% delle esportazioni globali per 5,2 miliardi di euro, mentre la produzione ha avuto un valore pari all' 1% del Pil nazionale.

trump 2

 

Nel 2018 il Medio Oriente è stato il principale mercato mondiale degli armamenti, con il 35% dell' import globale e un aumento dell' 87% tra i quinquenni 2009-13 e il 2014-18, mentre i flussi di armi verso tutte le altre aree mondiali sono calati: del 36% quello verso le Americhe, del 13% in Europa, del 6,7% in Asia e Oceania e del 6,5% in Africa. I cinque maggiori importatori di armi sono stati Arabia Saudita, India, Egitto, Australia e Algeria con il 35% dell' import globale.

 

salvini armi

Quanto ai top player del mercato mondiale, la classifica stilata da Sipri delle prime 100 società produttrici di armi e servizi militari al mondo (che non comprende quelle cinesi, i cui dati non vengono resi noti) per il 2017, l' ultimo anno per il quale i dati sono disponibili, ha visto un aumento del fatturato globale del 2,5% rispetto al 2016 a 358,2 miliardi di euro. Nell' elenco gli Stati Uniti la fanno da padrone, con cinque società nella "top ten" e i tre gradini del podio con la prima (Lockheed Martin), seconda (Boeing) e terza (Raytheon).

 

Delle altre cinque aziende tra le prime dieci, una è inglese (Bae Systems), una francese (Thales), un altro è un consorzio europeo (Airbus). Al nono posto c' è l' italiana Leonardo (ex Finmeccanica), che nonostante l' aumento del fatturato ha perso una posizione rispetto al 2016, e la decima è russa (Almaz-Antey). L' unica altra azienda italiana tra le 100 multinazionali degli armamenti è Fincantieri, che nel 2017 è scesa dalla 55esima alla 58esima posizione.

armi campus 3

 

Intanto, nonostante la legge 185 del 1990 che proibisce di esportare armi a Paesi in guerra o che violano i diritti umani, l' Italia continua a riarmare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti coinvolti nella guerra in Yemen costata la vita a decine di migliaia di civili, o a far produrre armi su licenza in Turchia, come gli elicotteri T129 di Leonardo per 3 miliardi di euro, o a venderle, come gli aerei ATR 72-600 in versione da trasporto o antisommergibile piazzati da Leonardo alla Marina turca.

 

Sempre in Turchia è presente dal 2000 Beretta che vi produce armi da fuoco leggere tramite la controllata Stoeger Silah Sanayi (ex Vursan) vendendole anche al ministero della Difesa di Ankara. Alcune proposte di legge per stringere le maglie di questi commerci e far rispettare l' articolo 11 della Costituzione ("L' Italia ripudia la guerra") giacciono da mesi in Parlamento. Da qualche parte infatti devono pur arrivare le armi per i 55 conflitti in corso nel mondo, tutti in Africa e in Asia tranne quelli in Ucraina e Colombia: da inizio anno solo in Afghanistan, Siria e Yemen si sono già contate oltre 80.200 vittime, in grandissima parte civili.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…