leonardo del vecchio alberto nagel philippe donnet francesco gaetano caltagirone

E SE DOPO ANNI DI SCONTRI FOSSERO PROPRIO CALTAGIRONE E DEL VECCHIO A PORTARE GENERALI NELLE BRACCIA DI AXA O DELLA ZURICH GUIDATA DA MARIO GRECO? UN ARTICOLO DEL ‘’FOGLIO’’ CITA I PIANI DEI DUE ARZILLI VECCHIETTI: AUMENTARE IL VALORE DEL TITOLO GENERALI DEL 50% (COME NON VIENE DETTO) PER FARE UNA FUSIONE E PORTARSI A CASA UNA LAUTA PLUSVALENZA - PER ORA LA BATTAGLIA DEL LEONE RESTA DI PROFILO GIURIDICO: PRESENTATO IN SENATO UN DISEGNO DI LEGGE PER RIDISEGNARE LA GOVERNANCE DELLE GRANDI SOCIETÀ ITALIANE…

DAGOREPORT

Donnet Caltagirone Del Vecchio

E se dopo anni di scontri, rumors e fantafinanza, fossero proprio i due arzilli vecchietti Caltagirone e Del Vecchio a portare Generali nelle braccia di AXA? Un articolo del Foglio cita i piani dei due imprenditori: aumentare il valore del titolo Generali del 50% (non si sa come), poi fare una fusione e portarsi a casa una lauta plusvalenza.

 

mario greco 2

I due candidati (chissà se loro sanno di esserlo) sarebbero proprio i francesi tanto temuti dal sistema Italia o la Zurich guidata da Mario Greco. Già alcuni anni fa erano circolate voci su un piano di aggregazione tra le Generali e la compagnia svizzera…

 

L ARTICOLO DI CLAUDIO CERASA - I PIANI DI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO PER GENERALI

La battaglia per il controllo delle Generali prosegue con squilli di tromba giornalieri, dettati dalle mosse dei due ricconi azionisti del Leone di Trieste: Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio.

 

I due assedianti per ora non parlano ufficialmente, ma le cronache sono piene di scenari a loro attribuiti e finora mai smentiti. La battaglia per adesso si gioca per lo più su aspetti tecnico-legali, mentre di industria c’è ancora poco.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Oggi però un ben informato articolone del Foglio, alza i toni dei retroscena e disegna scenari rivoluzionari. Secondo il quotidiano fondato dall’Elefantino, in un editoriale a firma del direttore Claudio Cerasa, si fa riferimento alla capitalizzazione delle Generali, che oggi è ampiamente inferiore a quella di Allianz, AXA e Zurich - i tre competitori europei del Leone di Trieste - malgrado i forti recuperi registrati dall’arrivo del CEO delle Generali Philippe Donnet.

 

francesco gaetano caltagirone

L’obiettivo dei due imprenditori, secondo le bene informate fonti del Foglio, sarebbe quello di presentare un piano che dovrebbe portare a un aumento del titolo Generali del 50%, il che vuol dire dagli attuali 18 a 27 euro. Questo comporterebbe un aumento della capitalizzazione da 30 all’iperbolica cifra di 45 miliardi di euro.

 

Nulla viene detto su quali azioni sarebbero realizzate per generare un così mirabolante aumento del titolo, ma quello che conta è il risultato finale: a quel punto, Generali avrebbe una dimensione quasi pari a quella di Zurich (ma ancora inferiore del 30 per cento a quella di AXA) e poco più della metà a quella di Allianz.

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

 

Il merger citato dal Foglio chiama in causa proprio i tre grandi competitor del Leone, che in Europa è il primo operatore come volumi di business. Ma poiché si parla di merger tra uguali, gli indiziati restano proprio gli svizzeri e, ma in quel caso non sarebbe alla pari, proprio la temutissima AXA.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

La compagnia francese è infatti da anni lo spaventapasseri della politica italiana, e viene sventolata come arma finale contro qualunque schieramento che non voglia il bene delle Generali. Ovviamente, tra le varie ipotesi, quella su cui cade l’occhio porta diritta a Zurigo. Negli ultimi mesi, il nome di Greco è girato incessantemente sulla stampa, accreditato come candidato ideale del fronte Calta-Del Vecchio al posto dell’attuale CEO, Donnet, che ha già in tasca la fiducia del consiglio delle Generali per il prossimo mandato che inizierà ad aprile 2022.

 

leonardo del vecchio

Già alcuni anni fa, erano circolate voci di un progetto di aggregazione tra Zurich e Generali, che però non hanno mai trovato conferma. Più che un candidato alla guida del Leone dal quale, entrato in conflitto con Nagel, si separò in modo brusco nel 2016, Greco sarebbe quindi il candidato ideale, in quanto italiano, per guidare un’aggregazione con Generali e una definitiva migrazione all’estero del Leone.

 

claudio cerasa

Il manager napoletano da una parte e gli eventuali attuali azionisti italiani che dovessero rimanere, rappresenterebbero l’esile garanzia dell’ennesimo trasferimento all’estero di un gioiello italiano. In teoria, una fusione a guida estera comporterebbe il pagamento di un ricco premio agli attuali azionisti di Generali, con ciò creando una gigantesca plusvalenza per Caltagirone e Del Vecchio, nel caso decidessero di vendere e realizzare il loro investimento.

 

Le mega fusioni che hanno allontanato dall’Italia il quartier generale di alcune delle principali aziende del Paese, non sono pochi: gli esempi più recenti sono quelli di FCA e Peugeot che ha dato vita a Stellantis, e tanto per rimanere in ambito Generali, il gigante Essilor-Luxottica, per ora saldamente in mano al fondatore Del Vecchio, ma entrambi con sede in Francia.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

A rendere ancora più credibile, tra le varie ipotesi di “fusione tra uguali”, quella con Zurich, ci sono alcuni indizi. Quest’estate Dagospia diede notizia (mai smentita) che l’ex CEO delle Generali oggi alla guida del colosso svizzero-americano, aveva passato un weekend a bordo dello yacht di Caltagirone e nelle cronache resta il suo comunicato di commiato dalle Generali, nel gennaio del 2016, in cui polemicamente ringraziò soltanto Caltagirone e Del Vecchio, e non l’odiata Mediobanca o gli altri azionisti del Leone.

leonardo del vecchio

 

In attesa di chiarimenti sul progetto industriale alternativo a quello che Donnet presenterà ai mercati il 15 dicembre sulla scia dei risultati conseguiti negli ultimi sei anni, per ora la battaglia resta soprattutto di profilo giuridico, per la gioia di tutti gli avvocati principi del foro in materia di business.

 

Proprio ieri è stato presentato ufficialmente in Senato un disegno di legge che ambisce a riformare il testo unico della finanza, varato negli anni Novanta da quello che oggi è il presidente del consiglio Mario Draghi, per ridisegnare la governance delle grandi società italiane che venivano privatizzate.

 

La notizia del disegno di legge è stata accompagnata da tutta una serie di interviste ed editoriali, apparsi perlopiù proprio sulle testate del gruppo Caltagirone, contro la presentazione di una lista per il rinnovo del Cda delle Generali da parte del consiglio uscente, novità assoluta nella storia di Trieste, ma già ampiamente prevista dagli Statuti di oltre la metà della capitalizzazione di borsa delle società italiane.

 

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

Tutto questo can-can ha in realtà un solo obiettivo: mettere una grande pressione sulla Consob, alla quale proprio Caltagirone nelle settimane scorse si è rivolto per chiedere un pronunciamento ufficiale sulla possibilità per le Generali di consentire al consiglio uscente la presentazione di una lista per il Cda.

 

La contrarietà verso questa procedura è un improvviso cambio di rotta dei due imprenditori: la modifica statutaria che la consente, infatti, fu votata anche da Caltagirone e dal rappresentante di Del Vecchio nel consiglio delle Generali appena un anno fa, sia in consiglio sia in assemblea.

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt42

Il motivo risiede nel fatto che dietro la lista del cda si possa nascondere una manovra segreta di Mediobanca per manovrare i giochi. Accusa lanciata da subito, alle prime battute del lavoro del consiglio e del comitato nomine che si occupa di gestire il processo di nomina. In termini calcistici, la richiesta alla Consob sarebbe come chiedere l’uso del VAR prima che la partita inizi.

 

Il cda delle Generali, composto per la maggior parte da consiglieri indipendenti secondo i criteri proprio del Testo Unico della Finanza e del Codice di Disciplina delle società quotate, sta andando avanti, a meno che la Consob non intervenga a gamba tesa nel bel mezzo del processo, prendendo la parte dei due “assedianti”.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

Una sentenza dell’authority che imponesse cambi sostanziali a una procedura già utilizzata da oltre 10 società quotate in Borsa (oltre a Generali, ci sono nomi tipo Mediobanca - che coincidenza - UniCredit, Prysmian, Fineco) rischia di essere visto come un intervento a sostegno di una delle parti in causa.

 

gabriele galateri di genola philippe donnet

La sentenza dovrebbe essere diramata a giorni, magari seguita da un’ampia consultazione presso gli attori del mercato per affrontare in modo più organico il tema del governo delle società quotate. Come nota il Foglio nella maligna conclusione, per adesso nell’assedio alle Generali si sono visti molti cavilli, ma poca industria.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA