nagel messina bacoli massiah cimbri

UBI MAIOR INTESA CESSAT - MESSINA E NAGEL STANNO RAGIONANDO SU COME CONVINCERE I VARI FONDI EXTRA PATTO AD ACCETTARE L’OPS. UN FRONTE OSTILE CHE POTREBBE AVVICINARSI ALLA SOGLIA DEL 33% BLOCCAREBBE LA FUSIONE. SARÀ ALLORA NECESSARIO RITOCCARE L'OFFERTA NONOSTANTE LA CONTRARIETÀ DI MESSINA, CON UN RIALZO A 22-23 AZIONI INTESA OGNI 10 TITOLI UBI

DAGONOTA

GIANDOMENICO GENTA

Genta chiama, Bedoni risponde. E la Cattolica porta il suo 1% ai pattisti anti Intesa, capeggiati dall’Ad di Ubi, Massiah e dal capo della Cassa Risparmio di Cuneo, Genta. Ambedue imbufaliti di perdere il potere a Brescia e Cuneo. Messina e Nagel stanno ragionando su come convincere i vari fondi extra patto ad accettare l’Ops e mandare in minoranza il 18,7% del Car.

bedoni

 

All’inizio Messina aveva raggiunto un accordo con i fondi sul prezzo di acquisto ma oggi chiedono una revisione in alto del prezzo. E male ha fatto l’Ad di Intesa ad escludere qualsiasi aumento dell’offerta. Nagel e Cimbri stanno tentando di capire come uscire da questo impasse e su come rendere più “sexy” l’offerta. Dopo Generali, Messina non può permettersi un altro fallimento (comunque l’operazione UBI gli ha permesso di non dover prendere il catorcio MPS).

alberto nagel carlo messina

 

 

UBI, CATTOLICA SI ARRUOLA NEL CAR

di Vittoria Puledda per Repubblica

 

I grandi azionisti Ubi serrano le fila. Prevedibile che a rispondere all’appello ci fosse Cattolica, che ha appena raddoppiato la sua quota storica nella banca (lo 0,5%) e portato il pacchetto al Car, il patto di consultazione che così sale al 18,7% della banca su cui pende l’offerta — finora poco apprezzata — di Intesa.

 

MARIO CERA

Non è detto che sia l’ultima mossa, il patto ha già detto che non esclude di salire al 20%: qualcun altro potrebbe essere in arrivo. Per Cattolica la mossa era da tempo nell’aria: già da qualche mese era uscita dal patto “concorrente” fino a poco tempo fa, quello dei bresciani di cui fa parte Bazoli.

 

L’adesione al Car era data per naturale, visti tra l’altro i forti legami professionali con Mario Cera. Il giurista ha depositato un parere che rafforza la posizione del presidente di Cattolica nella contrapposizione con una parte dei soci che vorrebbe modificare lo statuto. L’ostacolo, semmai, era che per aderire al Car occorreva almeno l’1% di Ubi: uno sforzo che Cattolica evidentemente ha ritenuto opportuno compiere. Del resto, ha anche un altro interesse da tutelare: l’accordo di bancassurance con Ubi, in scadenza quest’anno. Non è detto che venga rinnovato, anzi, ma con Intesa a farla da padrona la musica sarebbe comunque diversa.

carlo cimbri 10

 

 

Ubi, Cattolica scende in campo e si schiera contro l'Ops Intesa

Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

Si rafforzano le truppe camellate lungo la linea Maginot dell'autonomia di Ubi, insidiata dall'Ops di Intesa Sanpaolo. Cattolica Assicurazioni, che assieme ad Aviva è partner di bancassurance dell'istituto bergamasco di cui è un socio storico sin dai tempi di Banca Lombarda, ha incrementato la partecipazione dallo 0,55 all'1,01%, aderendo al Car, il patto fra le fondazioni Cuneo (5,9%), Monte Lombardia (4,9%) e altri privati, che rialza la quota complessiva al 18,7%, dopo la mini-diluizione per l'alleggerimento di Bosatelli. Due sere fa il comitato di presidenza del patto ha accettato il nuovo socio. Nei prossimi giorni il Car potrebbe aprire le porte a qualche nuovo socio e attestarsi attorno al 20 per cento.

 

Bazoli e Victor Massiah

L'ingresso di Cattolica è un segnale importante per molte ragioni. La compagnia che sta vivendo un dissidio interno poichè alcuni soci vogliono cambiare la governance, era l'obiettivo di Intesa Sp prima che accelerasse su Ubi: la natura di cooperativa fortemente radicata e difficile da espugnare avrebbe scoraggiato Carlo Messina a provare l'assalto. L'assicurazione veronese è da tempo alleata del Monte Lombardia grazie ai legami fra il presidente di Cattolica Paolo Bedoni e Mario Cera, la law firm che ha certificato l'improponibilità delle modifiche statutarie.

 

L'ALTRO RAGGRUPPAMENTO

Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario

Questa liaison ha giustificato la scelta di campo di Cattolica che ha aderito al Car, rispetto alla vecchia militanza nel Sindacato azionisti, il gruppo di soci bresciani, di cui anche la fondazione faceva parte, oggi all'8,7% che, causa coronavirus, sta rinviando la riunione (era lunedì 24, potrebbe tenersi domani oppure lunedì 2 marzo) per prendere una posizione che sarà certamente negativa nei confronti dell'offerta di Intesa. È quasi sicuro che i 38 soci bresciani guidati dal re delle pantofole Virginio Fidanza (0,9%), tra i quali c'è la famiglia Bazoli (0,05%), respingano l'offerta ritenendola anch'essi inaccettabile.

 

 C'è poi un altro motivo di business per cui Cattolica scende in campo ed è la difesa dell'alleanza di bancassicurazione che, in caso di successo dell'ops, verrebbe ceduta a Unipol all'interno dell'accordo che prevede anche la vendita a Bper di 500 filiali.

 

MASSIAH LETIZIA MORATTI

Da ricordare che l'altro raggruppamento di soci storici di Ubi, il Patto dei Mille (1,6%), lunedì scorso, ha detto no a Intesa Sp perché «l'offerta ci sottovaluta e non ci tutela». E ieri la fondazione Monte Lombardia, aderente al Car, si è espressa ritenendo «l'Ops negativa sui suoi interessi economico-finanziari, istituzionali e strategici».

 

UBI BANCA BRESCIA

E' evidente che in presenza di un fronte ostile che potrebbe avvicinarsi alla soglia del 33% che in assemblea straordinaria potrebbe bloccare la fusione e quindi tutti i benefici dell'operazione (900 milioni di sinergie e un incremento di 0,2 centesimi del dividendo) sarà necessario ritoccare l'offerta nonostante la contrarietà di Messina. Secondo fonti attendibili un tavolo negoziale potrebbe aprirsi con un rialzo a 22-23 azioni Intesa ogni 10 titoli Ubi: a questi livelli, superiori del 30%, l'offerente potrebbe ridurre i vantaggi per i propri azionisti.

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...