UNITI SUI DIVIDENDI - LE BANCHE SI ADATTANO ALLA STORICA RICHIESTA DELLA BCE: NIENTE CEDOLE (NÉ RIACQUISTO DI AZIONI PROPRIE) FINO A OTTOBRE, PER LASCIARE NEI BILANCI DEGLI ISTITUTI DELL'EUROZONA 30 MILIARDI DI EURO, COSÌ DA MOBILITARE PRESTITI PER 450 MILIARDI E SOSTENERE UN CARICO DI PERDITE CHE SI ANNUNCIA PESANTE - LE PRIME ADESIONI? UNICREDIT, MEDIOLANUM, GENERALI, MARTEDÌ ARRIVA INTESA

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Fabrizio Massaro per www.corriere.it 

 

Le banche si adattano alla richiesta della Bce di bloccare la distribuzione dei dividendi e di non ripresentare la proposta ai soci prima di ottobre 2020. Una richiesta che — secondo i calcoli della Bce — lascerà nei bilanci delle banche dell’eurozona 30 miliardi di euro di patrimonio che potranno mobilitare prestiti per 450 miliardi di euro e sostenere un carico di perdite sui crediti già in essere che si annuncia pesante, a causa dello stop alle attività produttive per evitare la diffusione del Coronavirus.

 

l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 3 l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 3

Le prime adesioni in Italia alla raccomandazione della Vigilanza Unica guidata da Andrea Enria e della Banca d’Italia ci sono già state, con Unicredit, Mediolanum, Banca Generali. Martedì Intesa Sanpaolo riunisce il consiglio per deliberare in merito al nodo dividendo, che quest’anno prevedeva un payout dell’80%. Fuori dall’Italia, la spagnola Santander aveva già deciso di non distribuire cedole.

 

I timori dei mercati

I titoli dei bancari intanto crollano a Piazza Affari: il mercato sconta che si tratti di fatto di una cancellazione delle cedole, non di un loro posticipo. Unicredit perde il 5,9%, Banca Mediolanum il 4,7%, Banca Generali il 2%. Giù anche Intesa Sanpaolo, -5,8% e Mediobanca, -4,8%. Quella della Bce è una «mossa senza precedenti», secondo gli analisti di Equita, e «conferma la gravità della situazione, perché mai un regolatore si era spinto a chiedere di cancellare i dividendi».

 

JEAN PIERRE MUSTIER JEAN PIERRE MUSTIER

Inoltre Equita sostiene che «non si tratta di una sospensione dei dividendi ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare nel 2020: gli utili verranno destinati a riserve e, se venisse eliminato lo stop alla distribuzione, le banche dovrebbero chiedere autorizzazione per distribuirle con ridotte probabilità di successo». Nel 2021 la distribuzione di dividendi dipenderà invece dalla capacità di generare utile sul 2020: «Intesa Sanpaolo grazie ad una redditività superiore oltre che ai 910 milioni di plusvalenza su Nexi, Mediobanca e Credem sono le banche in grado di ripristinare più rapidamente la dividend policy».

 

Enria: «Gli azionisti capiranno»

«In questo momento è importante conservare ogni euro di capitale nei bilanci delle banche», ha detto Enria spiegando la decisione della Vigilanza: «Sono sicuro che gli azionisti in questo momento difficile capiranno. Stiamo parlando di 30 miliardi che possono sostenere prestiti per 450 miliardi, una cifra molto importante. Non è una misura che riflette la fragilità delle banche, né punitiva verso le banche e i loro azionisti. È una misura di conservazione del capitale. Non sappiamo ancora quanto durerà la recessione» ma le banche sono più forti che ai tempi di Lehman». Comunque è «probabile» che aumenteranno i crediti in sofferenza.

 

Unicredit, il sostegno alle Fondazioni anche senza cedola

Carlo Messina Carlo Messina

La prima banca a comunicare la decisione di non staccare il dividendo è stata Unicredit, domenica in tarda serata, al termine di un consiglio di amministrazione straordinario. L’istituto, informa una nota, «ha deliberato di ritirare — senza modificare l’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti convocata per il 9 aprile 2020 — le proposte di deliberare la distribuzione di un dividendo per l’esercizio 2019 di 0,63 euro per azione» e «l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie fino a 467 milioni di euro».

 

Il buyback era una delle forme prescelte dal ceo Jean Pierre Mustier per remunerare gli azionisti. Era stato proprio Mustier, nella veste di presidente della Federazione Bancaria europea (Ebf) a sollecitare nei giorni scorsi una linea comune degli istituti, per evitare che chi rinunciasse ai dividendi venisse tacciato come «debole» dal punto di vista patrimoniale. Unicrediti ha specificato che «avrà un effetto positivo di 37 punti base sul Cet1 ratio» e che «grazie al successo di Transform 2019, ha una solida posizione finanziaria sia in termini di capitale che di liquidità.

 

bancagenerali bancagenerali

 Ha un modello di business resiliente e diversificato, un fatto che, ancora una volta, è stato riconosciuto dalle agenzie di rating internazionali che hanno recentemente rivisto i rating bancari alla luce della pandemia di Covid-19. Sia Fitch che Moody’s hanno confermato il rating emittente e l’outlook di UniCredit». Unicredit ha comunque voluto sostenere le Fondazioni bancarie da cui l’istituto è nato concedendo loro finanziamenti senza interessi fino all’ammontare del dividendo saltato: «In questa situazione senza precedenti è più importante che mai supportare le Fondazioni bancarie nostre azioniste aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno a favore delle comunità e dei territori in cui operano», ha commentato Mustier.

MASSIMO E ENNIO DORIS MASSIMO E ENNIO DORIS

 

La scelta di Mediolanum

Anche Banca Mediolanum — informa una nota dell’istituto presieduto da Ennio Doris e guidato dal figlio Massimo — «con riferimento alle raccomandazioni della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea del 27 marzo 2020, emesse in corrispondenza della diffusione della pandemia Covid-19 e intese a rafforzare i mezzi propri degli intermediari, «ha deciso di attenersi responsabilmente alle indicazioni delle autorità di vigilanza, rinviando la distribuzione dei dividendi a valere sugli utili 2019 almeno fino al primo ottobre 2020».

 

Mediolanum «è fiduciosa, tuttavia, di poter dar seguito alla proposta di distribuzione dei dividendi non appena le condizioni lo consentano» poiché ritiene che «sia giustificata sulla base di un esame dei possibili impatti futuri sulla situazione patrimoniale e di liquidità della banca, che si confermano solide anche in scenari di stress; della forza del proprio modello di business che ha mostrato, proprio nei periodi di crisi, la capacità di generare valore per gli stakeholder; e della limitata esposizione al rischio della propria attività creditizia».

enria enria

 

Banca Generali: siamo solidi

Anche Banca Generali ha deciso di rinviare la distribuzione delle cedole ma è «fiduciosa, non appena ricorreranno le condizioni, passato il momento di emergenza e come previsto dalla stessa Banca d’Italia, di poter dare esecuzione alla proposta di distribuzione del dividendo. Banca Generali ritiene infatti che la proposta di distribuzione del dividendo sugli utili 2019 abbia una forte giustificazione sulla base dei seguenti elementi: la solidità della situazione patrimoniale e di liquidità anche a fronte di un’analisi di stress in scenari di crisi;

 

la natura e peculiarità del proprio modello di business che negli anni ha saputo dimostrare resilienza e sostenibilità anche nei contesti più complessi; la natura dell’attività creditizia limitata alle forme tecniche assistite da garanzie e la strutturale limitata esposizione al rischio di credito e ai non-performing loans; la volontà di rispondere agli interessi dei diversi stakeholder in un contesto di mercato già molto volatile; il positivo andamento commerciale, seppur caratterizzato da un mix di prodotto più conservativo rispetto ai mesi precedenti, nel corso del mese di marzo e dunque nel periodo di emergenza Covid-19».

santander santander

 

 

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