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VENERDÌ NERO IN BORSA – I MERCATI EUROPEI TUTTI IN RIBASSO DOPO LE MINACCE DI TRUMP DI NUOVI DAZI AL MESSICO, CHE METTEREBBE IN DIFFICOLTÀ IL SETTORE AUTO. E INFATTI FCA PERDE IL 5% – LE STIME SUL PIL SOTTO LE ATTESE E LO SPREAD CHE SFIORA I 300 PUNTI BASE CI METTONO IL CARICO E PORTANO MILANO GIÙ DEL 2,04% - IL MONITO DI VISCO SU RENDIMENTI E DERIVATI

Francesca Gerosa per www.milanofinanza.it

 

donald trump

Accelerano al ribasso i mercati europei. Con i futures sugli indici di Wall Street in netta difficoltà (-1,25% l'S&P e -1,5% il Nasdaq) a Piazza Affari l'indice Ftse Mib cede il 2,04% a 19.541 punti, quando a Francoforte il Dax perde l'1,87%, a Parigi il Cac40 l'1,67% e a Londra il Ftse100 l'1,16%. A pesare sui mercati sono le rinnovate tensioni commerciali. Mentre si stenta a trovare un accordo con la Cina, gli Stati Uniti hanno messo nel mirino il Messico.

 

L'amministrazione Trump ha, infatti, minacciato il Messico: o impedisce gli ingressi illegali di migranti su suolo americano o Washington dal 10 giugno imporrà dazi del 5% su tutti i beni importati dalla nazione dell'America centrale. Se la situazione verrà alleviata attraverso azioni messicane efficaci, e giudicate tali a discrezione degli Stati Uniti, i dazi saranno rimossi. Altrimenti il prossimo 1° luglio saranno alzati al 10%, il primo agosto si passerà al 15%, il primo settembre al 20% e il primo ottobre al 25%.

DI MAIO SPREAD

 

Intanto, dall'economia italiana non sono arrivati segnali incoraggianti. L'Istat ha indicato che nel primo trimestre il pil è aumentato meno delle attese dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2018. "Il sistema è in stagnazione e i consumi in stallo", ha commentato l'Ufficio Studi di Confcommercio.

 

"La revisione al ribasso della dinamica del primo quarto è dovuta alla debole dinamica dei servizi e alla prosecuzione di una fase di stallo per i consumi, all'interno dei quali preoccupa il brusco rallentamento congiunturale della spesa dei non residenti, sebbene ancora a +8,1% in termini tendenziali", ha aggiunto Confcommercio.

SPREAD DI CITTADINANZA

 

Le prospettive "di una chiusura positiva del 2019 non mutano e si conferma una previsione a +0,3%. D'altra parte è evidente, oggi più di qualche mese fa, l'assenza quasi completa di spunti apprezzabili di dinamicità del sistema, entrato, dunque, in una fase di stagnazione che non sembra doversi modificare a breve termine", ha concluso.

 

Numeri deludenti sul pil arrivati nel giorno in cui Roma deve rispondere alla lettera inviata dalla Commissione Ue con i rilievi sull'evoluzione del debito del nostro Paese. Questo e le preoccupazioni relative alla minaccia commerciale di Trump nei confronti del Messico, oltre al debole Pmi manifatturiero cinese, stanno alimentando nuove vendite sugli asset di rischio, portando gli investitori a spostarsi su beni rifugio, come il Bund decennale, che ha registrato il nuovo minimo storico a -0,207%. "E' una sorta di resa", ha affermato Carsten Fritisch di Commerzbank . "Sembra che tutti stiano gettando la spugna". Lo spread Btp/Bund sale a quota 294,5 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,73%.

 

IGNAZIO VISCO

Lo stesso governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso delle considerazioni finali, ha sottolineato che "il rendimento dei titoli decennali è di quasi un punto percentuale più alto dei valori osservati nel mese di aprile dello scorso anno; il differenziale rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi è aumentato di 160 punti base, a circa 280; quello nei confronti dei titoli spagnoli di 140 punti, a 190".

 

Non solo. "I premi sui credit default swaps indicano che sia il rischio di credito sia quello di ridenominazione del debito in una valuta diversa dall'euro continuano a spingere verso l'alto i rendimenti dei titoli di Stato italiani; sono rischi strettamente collegati che in situazioni di tensione possono acuirsi, nella percezione dei mercati, in modo repentino", ha avvertito.

john elkann

 

Sul listino milanese, oltre al forte calo dei titoli del settore auto: Fca  (-5,31%) e Ferrari  (-2,19%), di Cnh Industrial  (-3,22%) e dell'automotive, Brembo  -3,23% e Pirelli  -2,39%, a causa dei potenziali nuovi dazi Usa al Messico, perdono parecchio terreno i titoli petroliferi (Eni  -1,65%, Sapem -2,92% e Tenaris  -5,19%), sulla scia del calo del prezzo del greggio: il Wti lascia sul terreno l'1,98% a 55,47 dollari al barile e il Brent perde il 2,25% a 63,86 dollari al barile.

 

Peraltro su Tenaris  pesa anche la minaccia di dazi fino al 25% sul Messico. La notizia è arrivata dopo che a metà maggio Trump aveva annunciato di togliere le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio dal Canada e Messico; notizia che avrebbe avuto un impatto positivo per Tenaris  (7/9% dell'utile per azione, secondo la stima di Equita ).

 

TENARIS

"La Casa Bianca ha detto che l'aumento dei dazi è separata dalla negoziazione del nuovo Nafta, ma a nostro avviso riduce la visibilità sull'accordo, quindi la notizia è negativa per Tenaris ", ha precisato Equita . Anche il 20% dell'utile atteso da Equita  per quest'anno da Buzzi Unicem  (-4,35%) viene dal Messico. Il rischio non è legato all'export dato che la produzione è per il mercato interno, ma al potenziale deterioramento dell'economia messicana e alla svalutazione del pesos.

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