UN MARZIANI A ROMA - DA GTA A GRA, "GRAND ROMAN AUTO": LA CAPITALE POTREBBE DIVENTARE IL PIÙ BEL SET ARCHEOLOGICO PER UN VIDEOGAME DA GRANDI NUMERI. CHISSÀ CHE AL PROSSIMO SINDACO NON VENGA L’IDEA DI GUADAGNARE MILIONI DI EURO CON UN CAPOLAVORO DA PLAYSTATION - I PERCORSI DA RALLY SGOMMANTE A ROMA TRA SAMPIETRINI E BUCHE: PROVATE AD ANDARE IN MONOPATTINO SU VIA NAZIONALE E NE USCIRETE PIAGATI NEL FISICO E NELLA MENTE…

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Gianluca Marziani per Dagospia

 

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Roma che è stata (zero zero)set per il James Bond da Lungotevere con Daniel Craig, Roma che ha ospitato la nuova missione plausibile di Tom Cruise, Roma che ha accolto la crew “bagno e guccina” di Alessandro Michele, Roma che attrae una giovane onda di cinema italiano, fatta di suburre, favolacce, jeegrobottismi e skam(icizie) di casa Netflix.

 

La Roma del 2020, senza il mucchio selvaggio dei soliti turisti, spiazza l’estetica delle vecchie abitudini e diventa estensione colossale di Cinecittà, sorta di grande set a cielo aperto sotto un asfalto altrettanto aperto. Vorrei chiamarla CineRoma e considerarla luogo ideale per una versione archeologica di Grand Theft Auto, il più famoso tra i videogiochi da consolle.

 

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Da buon marziano a Roma ho notato il recente sincronismo tra due fattori non proprio innocui: da una parte lo svuotamento umano che amplifica il tenore architettonico della più “architettata” città del vecchio mondo; dall’altra un dissesto che ha seguito l’onda corta a cinque stelle, una gestione municipale talmente maldestra da non prevedere nemmeno il legame algebrico tra sampietrino e cervicale da bike sharing. Questi due fattori ci orientano ad immaginare una versione beta del mitico GTA, per l’occasione diventato GRA: acronimo che non riguarda il Grande Raccordo Anulare ma un originale e brevettato Grand Roman Auto.

 

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Ora prendete il joystick, spingete un immaginario play e iniziate la vostra corsa tra buche, dossi e toppe del centro storico. Non più le colline a corsia larga di San Andreas (ispirata a Los Angeles) ma i sette colli a corsia cunicolare di rioni e quartieri storici; non più i bolidi fiammanti dai colori acidi ma una fiumana di citycar, microcar, Smart, Mini,

 

scooter, monopattini, biciclette a pedalata assistita; non più le facce da hip hop, Bling Ring, Bel Air chirurgica, steroidi e Mustang ma tanti sguardi coatti che gridano come mangiano, si vestono come sognano, guidano come pensano; non più ville vetrate ma case amene in un centro con molta pietra e poco vetro; non più rettilinei per motori a manetta ma percorsi da rally sgommante, sorta di urban endurance che rallegra gli osteopati e incricca le lombari dopo il più pericoloso sport estremo: la 24 ore di Le RoMans.

 

GTA ROMA GTA ROMA

Grand Roman Auto, se fosse l’idea reale di un sindaco visionario, diventerebbe la più geniale startup unicorno su una città turistica in epoca pandemica. Un videogame di realtà immersiva da scaricare via app sui nostri dispositivi: ottima exit strategy in Campidoglio per dare un senso “epico” alle condizioni inumane dell’asfalto, ai rifiuti che sembrano installazioni in odorama, all’ostinazione sul tema sampietrino (accettabile solo su zone pedonali) in un mondo sempre più sharing (provate ad andare in monopattino su via Nazionale e ne uscirete piagati nel fisico e nella mente), ai cantieri eterni quanto la vita ultraterrena (d’altronde qui è di casa il Papa), al dissesto dell’illuminazione stradale (ogni sera ci sono zone così buie da far paura anche al nostro cane), ai marciapiedi sporchi e ai tombini intasati, alle troppe foglie che diventano elegante moquette vegana per scivolatori non professionali…

 

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In compenso, le facciate non sono mai state così linde, si ristrutturano edifici storici e fontane, Piazza Vittorio è talmente bella da sembrare un miraggio; peccato che la superficie non sia sostanza, e la sostanza parla di un piccolo disastro tra negozi vuoti, alberghi sbarrati, fruttivendoli seriali, abbigliamento quartomondista, tanti bistrò che sono ormai i nuovi cinesi, tanti cinesi che sono ormai i nuovi ristosushi di massa.

 

GTA e GRA si somigliano molto quando parliamo di arte, outfit, social media e modelli generazionali. A San Andreas e Roma scoviamo stencil e pitture sui palazzi, display per opere collettive che uniscono artisti e writer di un mondo social-globalista. La Cristoforo Colombo (un nome un destino tra Italia e America), quanto di più vicino ad una highway di LA, ci conduce a Tor Marancia, tra le facciate di un museo condominiale che potrebbe ospitare qualche protagonista di GRA.

 

I cattivi di entrambe le versioni fanno autotune, stories e reels su TikTok e Instagram, rappano su basi trap e grime, calzano Nike Jordan, mangiano le stesse porcherie junkie. In compenso il nostro GRA aggiunge il fascino di inseguimenti negli scavi, sui muraglioni del fiume, attorno alle fontane in piazza, nei circuiti di Circo Massimo e Piazza Navona, sulla linea di Via del Corso, dentro Villa Borghese, nei vicoli minuscoli a Trastevere, sulla rampa panoramica verso Monte Mario, al Villaggio Olimpico…

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Divertitevi a collegare la gomorra capitolina di GRA e le città americane di GTA, usando un ideale comando che trasferisce i personaggi delle serie televisive dentro il gioco italiano. Niko Belic, immigrato serbo che raggiunge il cugino Roman a Liberty City, ricorda Aureliano Adani in “Suburra”. I tre amici Franklin Clinton, Michael Townley de Santa e Trevor Philips richiamano la triade Libanese/Freddo/Dandi targata Banda della Magliana. Toni Cipriani ricorda il letale Samurai di “Suburra”… fiction e gaming appaiono sempre più coincidenti, così come Roma e malavita restano il binomio filmico più amato dagli spettatori.

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Immaginiamo di poter inserire tutti i personaggi delle serie che vogliamo, dei film più o meno recenti, buttando dentro Daniel Craig o Tom Cruise, aggiungendo la formazione storica dei romani con la velocità nel cuore: Mario Schifano, Pier Paolo Pasolini, Carmelo Bene, Giorgio Chinaglia, Lucio Battisti, Francesco Totti, Tomas Milian, Remo Remotti, Franco Angeli, Gianni Boncompagni…

 

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Dentro il gioco si rubano auto e moto, si guidano aerei ed elicotteri, si rapinano persone, si malmena a piede libero: una palestra digitale per sfogare gli istinti senza danni, la strada maestra con cui avere meno grilli(ni)per la testa e molti più soldi dal marketing worldwide. Roma non avrà l’appeal gangsta di Liberty City (anche se è una città con molto “piede libero”) ma potrebbe diventare il più bel set archeologico per un videogame da grandi numeri. Il vostro Marziani ama scherzare con le visioni aliene: chissà che al prossimo sindaco non venga l’idea di guadagnare milioni di euro con un capolavoro da PlayStation.

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