stefano boeri giuseppe cruciani victoriacabello roberto d agostino
1 - "MOBILI PRONTI A CAMBIARE IL NUOVO GUSTO DEGLI ITALIANI GUARDA A RENATO POZZETTO"
Paolo Colonnello per “La Stampa”
«Una definizione fulminante del nuovo gusto degli italiani? Direi un gusto..."taaac", alla Renato Pozzetto». L'architetto Stefano Boeri ride di gusto. «L'ho detto anche al presidente Mattarella che è venuto all'inaugurazione e ho trovato molto preparato e curioso: questo è un Salone che si ispira al genio di Gio Ponti e a quello pragmatico, milanesissimo, di Renato Pozzetto».
chiara bazoli e il sindaco di milano beppe sala
stefano boeri marco belpoliti Paola Lenarduzzi Paolo Migone
«Giornata incredibile» questa prima del Salone del Mobile settembrino curato da Boeri: l'inaugurazione in pompa magna, l'arrivo del presidente Mattarella, gli alberghi pieni, la Babele di lingue, i taxi di nuovo incolonnati, le file davanti ai negozi: il Salone è tornato e il Covid sembra un'ombra maligna al momento nascosta.
Il presidente della Triennale non fa mistero di questa magia di Milano, capace di risorgere molto più in fretta di quanto ci si aspettasse e soprattutto in grado di intercettare il nuovo gusto degli italiani. Taaac! L'incanto di un mobile che si chiude e si riapre trasformandosi in qualcos' altro. Per l'indimenticabile "ragazzo di campagna" arrivato in città, è la famosa necessità che diventa in virtù (o rassegnazione). E che ora, secondo Boeri, appartiene alle tendenze degli italiani degli Anni Venti del terzo millennio.
roberto palomba stefano boeri victoria cabello paolo bleve
Spazi ristretti e mobili che cambiano?
«Non necessariamente spazi ristretti, sicuramente spazi modulabili e pronti a cambiare»
È davvero questo il nuovo gusto degli italiani?
«Il gusto è qualcosa di decisamente più complesso. Diciamo che la recente esperienza del lockdown, il timore che possa tornare, ha spinto i designer a studiare mobili che si trasformano con facilità.
renato pozzetto stefano boeri elettra zadra
Se è vero che molti italiani si sono ritrovati a lavorare in camera da letto, allora gli architetti hanno pensato di offrire loro soluzioni che trasformassero velocemente le stanze: da ambienti famigliari a ambienti più adatti al lavoro».
Da qui la definizione di "tendenza taaac" ?
«Si. Tenendo presente che quello che si vede al Salone in realtà è una ricerca abbastanza forte sull'outdoor, c'è più attenzione agli arredi esterni, una evidente risposta alla domanda del mercato: chi ha un balcone, un terrazzo, una loggia, un giardino, s' interroga su come rendere più piacevole questo angolo di natura a portata di mano».
E chi non ce l'ha, "taaac" ?
«Chi non ce l'ha, cerca soluzioni abitative più funzionali. In generale ho visto grande attenzione alle camere da letto e a tutto ciò che riguarda il dormire. Letti che si spostano o si alzano e scompaiono per far posto al lavoro».
Ma succedeva già negli Anni 70, quando le case erano più piccole. Non si era detto che adesso la volevano tutti grande?
roberto palomba annalisa rosso
«Si, la tendenza ricorda un po' gli Anni 70, ma adesso c'è una diversa parcellizzazione. Se davvero la casa è più grande ma tutti rimangono per lavorarci, allora meglio organizzare comunque uno spazio personale, anche più piccolo».
Qual è la stanza per cui gli italiani del terzo millennio spendono di più? Una volta era la cucina
«Direi anche adesso. La cucina rimane sempre un grande spazio di socialità, in cui ci si incontra, dove si studia, si lavora, si prepara cibo. Noi per esempio abbiamo progettato una cucina con un albero al centro questo perché abbiamo notato che c'è meno attenzione al verde dentro alla casa».
ludovica sauer stefano boeri alessandro cattelan
miguel queda patrizia malfatti luciano colombo simone ciarmoli
Grandi centri di distribuzione hanno reso il bello alla portata di tutti. Questo ha cambiato il nostro senso estetico?
manuel agnelli e tommaso sacchi assessore cultura moda e design firenze
«In parte sì. È un dibattito che esiste da anni. Penso a Ikea e ancor più a Muji che hanno portato un gusto nordico e una certa eleganza minimalista. Ma ciò che si osserva oggi al Salone è qualcosa di più, c'è un grande ritorno al colore e non c'è alcuna omogeneità ma una grande ricerca».
Il nuovo oggetto del desiderio degli italiani?
«Non c'è dubbio: il verde, in tutte le sue declinazioni. Grande attenzione verso il mondo vegetale, non vedo altri oggetti del desiderio. C'è un ritorno all'eclettismo sul piano stilistico e c'è molta varietà. Si lavora sui piani cromatici, sul legno e sulla flessibilità degli arredi che effettivamente ricorda un po' gli Anni 70»
mauro porcini alessia rosato fabio novembre pj natuzzi
Non dovevano andare tutti a vivere in campagna? Eppure i prezzi delle case a Milano non scendono. Anzi.
«Alla fine non c'è stato alcun abbandono della città, e questo spiega perché il mercato immobiliare, almeno a Milano e in parte a Roma, tira ancora. Bisogna dire poi che Milano è di nuovo molto attrattiva, più di metà dei visitatori anche quest' anno sono stranieri: Germania, Francia e Spagna fortissimi, seguono gli Usa, buona e inaspettata la presenza di Russia e Paesi Arabi. Mentre manca completamente la Cina. Questo ci racconta che in questo momento Milano e l'Italia sono tornate ad essere mete super interessanti».
2 - IL FUTURO È TUTTO NEL MOBILE SOSTENIBILE E IL SUPERSALONE ACCELERA LA TRANSIZIONE
Sibilla Di Palma per “la Repubblica - Affari & Finanza”
Per il famoso designer Philippe Starck, nel mondo dell'arredamento sono stati utilizzati in passato "bellissimi materiali naturali, forgiati per finire nella spazzatura". Una riflessione che con il tempo ha lasciato il posto a una grande attenzione da parte del settore verso il tema della sostenibilità, che ha assunto un ruolo centrale nella strategia di sviluppo di molte aziende.
tommaso sacchi andree ruth shammah director franco parenti theater
Si tratta di un trend che emerge anche dal Supersalone in programma fino a venerdì 10 settembre presso la fiera di Rho, alle porte di Milano. Un'edizione straordinaria - causa Covid - del Salone del Mobile (che di solito si svolge ad aprile), curata dall'architetto Stefano Boeri e pensata all'insegna dell'impegno green.
A cominciare dalla scelta dei materiali impiegati per gli allestimenti, realizzati con pannelli in legno 100% riciclato, permettendo un risparmio in termini di emissioni inquinanti pari a 1,2 milioni di chilogrammi di CO2. In ottica di circolarità, «tutti i materiali degli allestimenti sono stati pensati per poter essere smontati e successivamente riutilizzati - spiega Maria Porro, presidente del Salone del Mobile - Tutte le strutture portanti degli stand sono, inoltre, state realizzate in alluminio che è un materiale riutilizzabile.
manuel agnelli stefano boeri martina colombari
Mentre gli allestimenti che ospitano una mostra a cura di alcune scuole internazionali di design impiegano blocchi di cemento riciclabile». Ad accogliere i visitatori è poi un'area verde con 200 alberi dislocati all'ingresso dell'evento e all'interno delle varie aree espositive. Tigli, frassini, querce e prugni da fiore che saranno poi donati alla città metropolitana di Milano nell'ambito del progetto "Forestami".
Un'attenzione alla salute del Pianeta che emerge anche dai prodotti presentati dalle aziende che sono stati realizzati «con processi a basso impatto di carbonio e con materiali innovativi, durevoli nel tempo e disassemblabili in ottica di riutilizzo» aggiunge la presidente. La sostenibilità si inserisce in un percorso intrapreso già da diverso tempo da FederlegnoArredo (associazione di Confindustria che riunisce le aziende del legno-arredo) che ha portato alla costruzione di un manifesto per sostenere le aziende associate nel processo di transizione verso la sostenibilità. «Un obiettivo che intendiamo raggiungere attraverso una serie di azioni mirate.
maria walter nielsen marco sammicheli
Ad esempio, la collaborazione in corso con la comunità europea per dar vita a un passaporto del prodotto ecosostenibile. Vogliamo inoltre supportare le imprese che intendono ottenere la certificazione ambientale Fsc». L'intento è poi agire sulla fase di progettazione per rendere i prodotti già a monte riutilizzabili o riciclabili e occuparsi in maniera mirata di quelli giunti a fine vita. «Da questo punto di vista, il mobile è un oggetto molto complesso che viene di solito realizzato con diversi materiali e quindi presenta delle difficoltà nello smaltimento. Di qui la volontà di creare dei consorzi ad hoc che possano gestire questa fase in modo corretto».
Negli ultimi anni la filiera del legno- arredo si è distinta per la sua anima green. Nel Report Green Italy 2020, curato dalla fondazione Symbola, il settore risulta il primo in Europa nell'economia circolare che punta a dare una seconda vita agli oggetti giunti a fine vita, reimmettendoli nel ciclo dei consumi. Questa tendenza è spinta anche dalla maggior sensibilità dei consumatori che si mostrano più consapevoli e attenti rispetto al passato, privilegiando prodotti di arredo amici dell'ambiente.
maria cristina didero flavio del monte
Cambiamenti che, sottolinea Porro, «richiedono investimenti e impegno e che andrebbero affrontati in ottica di sistema». Anche perché la crisi da Covid 19 ha messo in risalto come una filiera sostenibile è in grado di essere più resiliente di fronte agli shock e alle emergenze. La sostenibilità non è una moda destinata a tramontare: sarà un tratto caratterizzante anche della 60esima edizione del Salone del Mobile, (5-10 aprile 2022) con nuove iniziative in fase di progettazione. Il comparto punta poi a fare tesoro degli insegnamenti appresi durante l'emergenza pandemica.
Così, spiega Porro, «il ritorno alla manifestazione in presenza nella classica collocazione primaverile sarà affiancato dalla piattaforma digitale lanciata lo scorso giugno dedicata a tutti coloro che non potranno raggiungere Milano». Si tratta di un hub interattivo che permette agli utenti di passeggiare virtualmente all'interno degli showroom, dialogare con i progettisti, seguire webinar e leggere contenuti di approfondimento. «Il nostro obiettivo è caratterizzare la manifestazione come un momento di sperimentazione e di confronto, attraverso cui riflettere sul nuovo ruolo del design nella fase post Covid 19»
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