volodymyr zelensky donald trump terre rare

SFRUTTAMENTO O OPPORTUNITA’? COSA C’È NEL PATTO UCRAINA-USA SULLE TERRE RARE SU CUI CONTA ZELENSKY PER SALVARE IL PAESE - IL GIALLO DEI 2 DOCUMENTI (CHE KIEV NON VOLEVA FIRMARE), LE TRAPPOLE, LE CLAUSOLE DI PENALIZZAZIONE DI RUSSIA E CINA E IL PRINCIPIO CHE GLI AIUTI MILITARI AMERICANI A KIEV SI PAGANO: IL LORO COSTO MODIFICHERÀ A FAVORE DI WASHINGTON I RAPPORTI DI FORZA NEL FONDO “COMUNE” - INOLTRE, GLI AMERICANI OTTENGONO IL DIRITTO AD OPERARE IN UCRAINA IN UN REGIME FISCALE ESENTASSE – ORA LA PALLA PASSA AL PARLAMENTO UCRAINO CHE…

Federico Fubini per il Corriere della Sera - Estratti

 

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

L’accordo sui minerali (e molto altro) fra gli Stati Uniti e l’Ucraina prevede una ratifica del Parlamento di Kiev, la Verkhovna Rada. I suoi deputati hanno subito individuato la data giusta: l’8 maggio. È il giorno prima della grande parata sulla Piazza Rossa di Mosca, per l’ottantesimo anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.

 

Difficile pensare a un momento migliore per mandare le celebrazioni di traverso a Vladimir Putin: dopo cento giorni di flirt della Casa Bianca con il Cremlino, Donald Trump stringe un patto che lega l’America all’Ucraina e gli dà buone ragioni di averne a cuore la sicurezza. Non a caso l’accordo firmato mercoledì sera a Washington dalla vicepremier di Kiev Yulia Svyrydenko e dal segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, parla di un’Ucraina «libera, sovrana e sicura».

 

Punti oscuri La ratifica della Rada però non sarà una passeggiata, per Volodymyr Zelensky e la sua maggioranza. Non lo sarà, in primo luogo, perché attorno ai contenuti dell’accordo si sta addensando un alone di mistero.

terre rare

 

Il governo ucraino ha pubblicato le nove pagine dell’intesa generale, quella che delinea un fondo comune con gli Stati Uniti per lo sfruttamento delle vaste risorse minerarie del Paese e altri investimenti. Mercoledì sera però l’intesa stava per saltare. Secondo una ricostruzione di Politico , la Casa Bianca pretendeva che il governo di Kiev firmasse simultaneamente anche altri due documenti: il patto commerciale di dettaglio del fondo con gli Stati Uniti (il «partnership agreement») e un terzo accordo il cui contenuto resta riservato.

MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS

 

Politico ha scritto che gli emissari di Kiev erano riluttanti ad accettare il secondo e il terzo documento e gli americani minacciavano di far saltare anche il primo. Rischiava di ripetersi il fiasco della visita di Zelensky a fine febbraio.

 

Alla fine Svyrydenko ha firmato. Ma non è ancora del tutto chiaro cosa. Secondo alcune ricostruzioni il governo di Kiev si sarebbe dovuto piegare alle pressioni americane e avrebbe accettato anche il secondo accordo (il «partnership agreement») e il terzo. Ma queste ulteriori intese non sarebbero state comunicate. Si sa solo che essi sono comunque sul tavolo.

 

Questione di soldi Resta probabile che alla fine la Rada di Kiev ratificherà l’accordo ufficiale, per rafforzare un rapporto con gli Stati Uniti che resta necessario ma in questi tre mesi ha vacillato.

 

Eppure il testo, insieme ad alcune opportunità per l’Ucraina, contiene anche delle trappole. La più vistosa riguarda l’aiuto militare americano: l’accordo prevede che ogni fornitura da parte di Washington conterà a titolo di versamento da parte americana nel «Fondo di investimenti per la ricostruzione» comune con Kiev. Recita il testo: «Se (dopo l’entrata in vigore dell’accordo, ndr) il governo degli Stati Uniti fornisce al governo dell’Ucraina nuovi aiuti militari in qualunque forma (inclusi sistemi d’arma, munizioni, tecnologia o formazione), il contributo nel capitale (del Fondo, ndr) da parte degli Stati Uniti si riterrà aumentato secondo il valore stimato degli aiuti militari».

ZELENSKY E DONALD TRUMP PARLANO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

 

In altri termini la quota americana nella partnership all’inizio è del 50%, ma sembra poter salire via via che gli americani svuoteranno i magazzini delle loro vecchie armi mandandole a Kiev, faranno training ai soldati di Kiev oppure forniranno connessione Internet tramite Starlink. Tutti quei «contributi» faranno salire l’America nel capitale del Fondo che gestirà tutte le risorse minerarie ucraine: inclusi oro, uranio, cobalto, grafite, petrolio e gas.

 

Passa così il principio che gli aiuti militari americani a Kiev si pagano, ma anche che il loro costo modificherà a favore di Washington i rapporti di forza nel fondo «comune». Esso peraltro riguarda anche le infrastrutture del Paese: il Fondo avrà infatti diritto di prelazione su ogni investimento in Ucraina.

volodymyr zelensky in polo alla casa bianca con donald trump

 

Inoltre, gli americani ottengono il diritto ad operare in Ucraina in un regime fiscale del tutto esentasse (come anticipato dal Corriere il 26 marzo) e strappano la garanzia che l’attuale accordo — senza limiti di tempo — non potrà essere intaccato da eventuali leggi future approvate da Kiev.

 

Il salvagente Zelensky però è riuscito a far passare alcuni principi fondamentali per il suo Paese. L’incontro in San Pietro con Donald Trump una settimana fa, evidentemente, non è andato sprecato. A sottolineare che il patto con l’America non è di natura coloniale, il testo sottolinea che l’Ucraina «possiede sovranità sulle sue risorse naturali localizzate sul proprio territorio».

 

L’accordo fra Ucraina e Stati Uniti poi cita «l’ampio allineamento strategico di lungo periodo fra i loro popoli e i loro governi e una tangibile dimostrazione di sostegno degli Stati Uniti alla sicurezza, prosperità, ricostruzione e integrazione dell’Ucraina nel quadro dell’economia globale». Forse sono solo parole, ma significative.

 

Infine scatta la clausola di penalizzazione della Russia (a cui tiene Kiev) e della Cina (a cui tiene Washington).

I PAESI PIU RICCHI DI TERRE RARE

 

volodymyr zelensky donald trump

(...)

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?