carestia a gaza

SI FA PRESTO A DIRE “PAUSA UMANITARIA” - AI CONFINI DELLA STRISCIA C’È CIBO PER SFAMARE I GAZAWI PER TRE MESI, MA ISRAELE, NONOSTANTE GLI ANNUNCI, NON FA PASSARE GLI AIUTI E CONTINUA A NEGARE L’ESISTENZA DELLA CARESTIA - NETANYAHU, IN MODO IPOCRITA, DA UN LATO FINGE DI ASCOLTARE LE PROTESTE INTERNAZIONALI PER LE CONDIZIONI INUMANE IN CUI VIVONO GLI ABITANTI DI GAZA, DALL'ALTRO NULLA E' CAMBIATO - NELLA STRISCIA GIÀ 127 PERSONE SONO MORTE DI FAME, MILLE SONO STATE UCCISE MENTRE CERCAVANO AIUTO ED ENTRO SETTEMBRE IN 470 VIVRANNO IN CARESTIA…

1. ISRAELE, VIA ALLE «PAUSE UMANITARIE» A GAZA I PRIMI (POCHI) AIUTI VIA AEREA

Estratto dell'articolo di A. Ni. Per il “Corriere della Sera”

 

STRISCIA DI GAZA - PALESTINESI AFFAMATI

[…] sono state paracadutate 25 tonnellate di aiuti ai palestinesi nella trappola di Gaza. Un’operazione spettacolare, con gli aerei di Giordania ed Emirati Arabi Uniti che aprono i portelloni, virano per allinearsi sulla linea di lancio e fanno calare sulle poche aree prive di macerie o tende dei pallet ben assemblati sorretti da paracadute grigi. Undici persone sono comunque rimaste ferite, ma è un dettaglio rispetto al quadro generale. Chissà che dalla tela dei paracadute si potranno ricavare una decina di tende. Quanto al cibo, se venisse equamente distribuito, a ciascuno spetterebbe un etto. Altro che manna, un assaggio.

STRISCIA DI GAZA - LA MAPPA

 

Sappiamo bene, ha detto un ufficiale giordano, che questi lanci non possono sostituire i rifornimenti via terra. La speranza è nei nuovi corridoi umanitari annunciati da Israele. Tutti i giorni alcune strade della Striscia, quelle utili al transito dei camion carichi di beni di prima necessità, saranno esentate dalle operazioni militari. Non dovrebbero caderci sopra bombe e i soldati dovrebbero astenersi dallo sparare. Dalle 6 del mattino alle 11 di sera lungo le direttrici che portano a Gaza City (al nord), ad Al-Mawasi la gigantesca tendopoli lungo la spiaggia a sud e Deir al-Balah nel centro delle Striscia.

 

bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza

Tutto bene in teoria, anche perché il Programma Alimentare Mondiale fa sapere di avere pronto ai confini o comunque nella regione abbastanza cibo per sfamare i gazawi per i prossimi tre mesi. I problemi però sono molti.

 

Israele nega ancora l’esistenza della carestia e non ha detto per quanto tempo manterrà questa postura. Israele non ha ancora dimostrato di sveltire le procedure che, accusano le ong, adopera per ritardare gli interventi. Infine, non è certo che la struttura Onu sia ancora in grado di distribuire il cibo come tre mesi fa quando Israele ha cercato di sostituirla con una Fondazione americana privata, la Ghf.

 

benjamin netanyahu su un carro armato israeliano

Nel frattempo il personale Onu si è indebolito per la fame, alcuni sono morti per i bombardamenti e l’ambiente è decisamente peggiorato. La gente ha fame, fame, fame. Non sta serena in fila in attesa del proprio turno.

I prossimi giorni sono decisivi per capire se si potrà effettivamente chiudere la pagina nera dell’assedio senza cibo.

[…]

 

2. EMERGENZA ALIMENTARE LE CIFRE DELLA CRISI

Estratto dell’articolo di Samuele Finetti per il “Corriere della Sera”

 

[…] per due mesi e mezzo, da marzo a metà maggio, Israele ha bloccato l’ingresso di cibo, medicine, carburante e altri beni di prima necessità nella Striscia. Ingressi che sono ripresi alla fine di maggio. Col contagocce. Le Nazioni Unite sottolineano che tra i 500 e i 600 camion al giorno dovrebbero entrare a Gaza per soddisfare i bisogni della popolazione. La media di queste settimane è di 69 ingressi al giorno.

 

bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza

Per questo, a Gaza, si continua a morire di malnutrizione: 85 bimbi, 127 persone in tutto portate via dalla fame. E nel tentativo di ricevere un poco di cibo: un migliaio gli uccisi vicino ai centri di distribuzione, dai quali la Gaza Humanitarian Foundation ha distribuito 94 milioni di pasti. Sembrano molti. Ne sarebbero serviti quattro volte tanto. E il rischio che la situazione di Gaza scivoli in una vera e propria carestia persiste.

 

I dati del World Food Programme (Wfp) parlano da soli: un terzo dei gazawi non mangia per più giorni consecutivi, mezzo milione vive già in condizioni paragonabili a quelle di una carestia […]

 

Già a maggio, un rapporto elaborato dalla Fao lanciava l’allarme: secondo le previsioni, senza un sensibile miglioramento della situazione, entro il prossimo settembre 470 mila gazawi vivranno stabilmente in condizioni che secondo i criteri dell’Ipc — un sistema di classificazione della gravità delle emergenze legate alla disponibilità di cibo — rientrano nella categoria «5»: «Catastrofe», ovvero carestia.

bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza

 

Vale a dire che il 20 per cento delle famiglie patisce «una estrema scarsità di cibo, che porta a malnutrizione e morte», che il 30 per cento dei bimbi sotto i 5 anni soffre di malnutrizione acuta, che ogni giorno da 2 a 4 adulti per ogni 10 mila muoiono di fame o per cause «non traumatiche». Un altro milione di abitanti di Gaza, entro lo stesso periodo, rientrerà nella categoria «4», «Emergenza» .

 

bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza

C’è poi un altro tema: cosa mangiano i pochi che riescono a mettere le mani su uno degli scatoloni marchiati Ghf? Il 22 luglio, la stessa Foundation ha pubblicato le foto del contenuto standard: farina, sale, pasta, ceci, piselli, pasta di sesamo, lenticchie, olio. Oltre 42 mila calorie, «sufficienti per sfamare 5,5 persone per 3,5 giorni», ha sottolineato la Ghf. In realtà, spiega un professore della London School of Economics alla Bbc , questa lista «garantisce uno stomaco pieno ma una dieta vuota»: «Seguire un’alimentazione simile per settimane porterebbe a una “fame nascosta” e aumenterebbe il rischio di malattie come l’anemia e lo scorbuto».

carestia a gaza 1

 

A Gaza, poi, sono quasi introvabili due elementi essenziali per cucinare: l’acqua e il gas per alimentare i fornelli.

Quest’ultimo, in particolare, non viene più distribuito da maggio. Si trova solo sul mercato nero, a prezzi gonfiati del 4.000 per cento rispetto a quelli di prima la guerra .

 

L’ingresso nella Striscia di nuovi e più sostanziosi aiuti è vitale, infine, per un’altra ragione: non c’è altro modo per i gazawi di procurarsi beni alimentari. Nella Striscia, dopo due anni e mezzo di bombardamenti, il livello di distruzione ha raggiunto proporzioni elevatissime.

carestia a gaza 4

 

Già ad aprile, la Fao scriveva che l’83 per cento dei terreni coltivati, l’83 per cento dei pozzi agricoli e il 71 per cento delle serre agricole di Gaza erano stati danneggiati del tutto o parzialmente. E il 72 per cento delle imbarcazioni da pesca — un dato, questo, che risale addirittura a dicembre del 2024 — è ormai fuori uso.

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[…]

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