proteste contro la guerra in israele

SI SONO SVEGLIATI PURE GLI ISRAELIANI - ORA CHE L’ORRORE DI GAZA È SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO E MONTA LA PAURA DI RITORSIONI A LIVELLO INTERNAZIONALE, NEL PAESE SI LEVANO LE VOCI DI CHI È CONTRARIO ALLA GUERRA: CI SONO ASSOCIAZIONI EBRAICHE CHE DOCUMENTANO I MORTI DELLA STRISCIA, LE IMMAGINI DELLA CARESTIA ARRIVANO IN TV, I RISERVISTI BRUCIANO LE LETTERE DI RICHIAMO AL FRONTE, LE UNIVERSITÀ CHIEDONO LA “FINE DELLA FAME” E C’È CHI ARRIVA A PARLARE PERSINO DI GENOCIDIO – QUALCUNO INVOCA LA “QUESTIONE MORALE” E L'EX PREMIER EHUD BARAK CHIEDE LO SCIOPERO GENERALE…

Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per “la Repubblica”

 

proteste contro la guerra in israele

Adi Ronen Argov ha acceso la luce quando nessuno voleva vedere. In Cisgiordania, documentando le giovani vittime dell'occupazione israeliana.

 

E dopo il 7 ottobre, raccogliendo metodicamente i nomi, i volti, le voci dei bambini uccisi nell'infernale sequenza di guerre che ha investito Israele e la Palestina: gli israeliani massacrati da Hamas; i libanesi e gli iraniani sepolti dalle bombe di Israele. Soprattutto, i bambini di Gaza.

 

benjamin netanyahu su un carro armato israeliano

 

Forcibly Involved, il sito che ha fondato, è diventato l'unico archivio-testimonianza in ebraico delle piccole vittime della Striscia, commemorate senza infingimenti, mostrando i corpi, il sangue.

 

«Abbiamo raggiunto un livello di violenza e crudeltà tale che cercare di rendere le cose accettabili per chi si rifiuta di sapere è come sostenere la tossicodipendenza di qualcuno. Non abbellirò la realtà», spiega ad Haaretz questa psicologa di 59 anni, che è diventata da sola un sito di informazione.

 

proteste contro la guerra in israele 6

 

 

Le foto dei bimbi di Gaza hanno aperto una breccia: stampate su grandi cartelloni, accompagnano ora le manifestazioni contro la guerra sempre più partecipate in Israele. Puntellano gli incroci delle città come Tel Aviv, i parchi di Gerusalemme, l'ingresso delle basi militari. Sono le facce del dissenso che monta in Israele contro la guerra di Netanyahu, Smotrich e Ben Gvir, straripa oltre le piazze, tocca l'élite, gli intellettuali, i media.

 

Per la prima volta, le immagini della fame a Gaza bucano le reti televisive mainstream, appaiono sul Canale 12, che è pubblico. Gruppi di riservisti bruciano in strada le lettere che li richiamano al fronte, perché, dicono, «non vogliamo renderci complici». I numeri dei suicidi tra i soldati crescono: 21 nel 2024, 17 in questa prima metà dell'anno.

 

proteste contro la guerra in israele 4

I rettori di cinque università israeliane scrivono al premier perché con urgenza metta fine alla «grave crisi della fame» che sta «causando danni immensi ai civili, compresi bambini e neonati», nella Striscia. E per la prima volta una organizzazione israeliana, B'Tselem, che da anni si occupa di monitorare le violazioni dei diritti umani in Cisgiordania, pubblica un rapporto che parla apertamente di «genocidio» a Gaza.

 

proteste contro la guerra in israele 1

 

 

 

Meron Rapoport è da molti anni coscienza critica di Israele, intellettuale di sinistra, giornalista pluripremiato di Local Call, che non ha mai ceduto alla logica della separazione. […] «L'opposizione alla guerra è maggioritaria nella società israeliana da oltre un anno, ma nelle ultime settimane le immagini orribili che arrivano da Gaza hanno cambiato qualcosa nel profondo, quelle immagini della fame esistono nella memoria collettiva degli ebrei, nella Shoah», ci dice.

 

proteste contro la guerra in israele 2

Il rifiuto è andato oltre la sinistra pacifista. Già a dicembre fecero rumore le parole di Moshe Ya'alon, ex capo di stato maggiore e ministro della Difesa, che aveva parlato di pulizia etnica, come più di recente ha fatto l'ex premier conservatore Olmert additando i «crimini di guerra» commessi dall'esercito nella Striscia.

 

Da marzo, quando Netanyahu decise di rompere l'accordo con Hamas e riprendere le operazioni militari, la slavina si è fatta valanga, «è cresciuta l'opposizione alla guerra, ma anche l'opposizione morale a ciò che accade a Gaza», osserva Rapoport.

 

proteste contro la guerra in israele 5

Due editoriali raccontano lo smottamento. Il primo l'ha scritto su Haaretz Ehud Barak, l'ex capo di Stato maggior e dell'esercito ed ex premier laburista, che chiama alla disobbedienza civile e allo sciopero generale per disarcionare un governo che sta trasformando Israele in uno «Stato paria», spingendolo verso una «dittatura» guidata dalla visione messianica di «Ben-Gvir e Smotrich, dall'avidità degli ultra-ortodossi e dagli interessi personali di Benjamin Netanyahu».

itamar ben gvir e bezalel smotrich 8

 

 

L'altro, esplosivo, lo firma Dani Dayan, il presidente dello Yad Vashem, il più importante archivio di memoria al mondo sull'Olocausto.

Dayan non è un pacifista. Vive negli insediamenti illegali in Cisgiordania, è stato il capo del consiglio dei coloni nella West Bank, anche se nell'ala liberale del movimento.

Rifiuta l'accusa di genocidio, «una pericolosa distorsione», ma invoca il ritorno ai principi morali dello stato ebraico.

proteste contro la guerra in israele 3

 

«Ci sono molti uomini, donne e bambini senza alcun legame con il terrorismo che stanno subendo devastazione, sfollamenti e perdite. La loro angoscia è reale e la nostra tradizione morale ci obbliga a non voltare le spalle».

[…]

itamar ben gvir e bezalel smotrich 3itamar ben gvir e bezalel smotrich 7itamar ben gvir e bezalel smotrich 1

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...