sgarbi guglielmi

SGARBI D'ARTE - SI SCOMODA PERFINO ANGELO GUGLIELMI, EX 'GRUPPO 63' E GIA’ DIRETTORE DI RAI3, PER VERGARE LA PREFAZIONE AL NUOVO SAGGIO DEL CRITICO SULL’ARTE DEL '900: "DOPO MORANDI, DE PISIS, DE CHIRICO, FORSE MODIGLIANI, IL COTÉ FORTE DEL PANORAMA ARTISTICO DEL DOPOGUERRA E’ INCAPACE DI COMMUOVERE SGARBI. TRANSAVANGUARDIA, POP ART, ARTE POVERA SFUGGONO ALLA SUA POSSIBILITÀ DI CONDIVISIONE..."

Angelo Guglielmi per “la Repubblica”

 

angelo guglielmi

«Non potrò mai dimenticare l' emozione di Santa Maria in Colle con la luce chiara e diffusa che le davano le finestre aperte sulla valle attraversata dal Brenta. All' aprirsi di una porta avresti detto potesse entrare, per trascrivere i versi appena concepiti, Iacopo Vittorelli, l' ultimo arcade».

 

Incontriamo queste parole a pagina 208 del secondo volume del Novecento (La nave di Teseo) di Vittorio Sgarbi, quando l' autore nel suo professionale vagabondaggio decide di fermarsi a Bassano per ammirare le architetture del Palladio e i dipinti di Jacopo Da Ponte. Ma non è di questo che qui mi interessa dire. La citazione mi consente di scoprire molto di Sgarbi (a parte la natura longhiana del suo fare critica d' arte come occasione di racconto e di scrittura narrativa - ma questo lo sapevo).

 

sgarbi

Quello che ho scoperto è il tono poeticistico, la musicalità della prosa di Sgarbi strettamente interdipendente con il suo più generale convincimento (al quale aderisce per tutta la vita) che l' arte ubbidisce al suo fine se è poesia, e la poesia è qualcosa che una volta corteggiava il sublime e che oggi lui (Sgarbi) chiama anima (parola ricorrente decine di volte in questo suo Novecento). Insomma l' arte deve avere il respiro metafisico, se non lo ha non esiste (o almeno per lui non è arte).

 

sgarbi cover

Sgarbi condivide i testi dell' idealismo italiano che sono stati una decisiva guida per comprendere e amare la grande arte italiana (dal Medioevo al Rinascimento e finanche - ma con qualche incertezza - il Barocco) ma anche un ostacolo per prepararci a sbirciare altri orizzonti. Ora trovare quel "respiro metafisico" nelle opere della pittura e della scultura italiana degli ultimi cento anni è una impresa ardua (forse impossibile), fatta eccezione per i soliti tre o quattro pittori (capostipite Morandi) che si sono nutriti e ispirati alla grande arte classica, in particolare al nostro (immenso) Rinascimento. E di lì ci arriva la pittura metafisica e, contemporaneamente e dopo, le nature morte e i paesaggi e i fiori di Morandi.

sgarbi cover

 

Dunque, Vittorio Sgarbi critico d' arte di scuola longhiana - di penna sicura tra Caravaggio, Piero della Francesca e Giovanni Bellini - è di fronte alla pittura (e non solo) italiana del dopoguerra. E qui, ancora giovanissimo, è ansioso di provare la sua maestria (arricchita da una buona dose di autostima) collaudata nell' osservazione e nell' analisi della grande pittura dei secoli precedenti.

 

angelo guglielmi

E ahimè! non tarda ad arrivare (e a farlo patire) una amara delusione. Dopo Morandi, de Pisis, de Chirico metafisico, forse Modigliani e i loro pochi (pochissimi) sodali e uguali cosa aveva a che fare lui (Sgarbi), intellettuale di intenti crociani, uso a giudicare sul bisticcio poesia non poesia, con opere d' arte costruite su ricetta? Neoavanguardia, Transavanguardia, Pop Art, Arte povera, nate su predeterminazioni di astuti critici (magari in rapporto o di intesa con la bulimia del grande mercato americano), sfuggivano alla sua possibilità di condivisione. L' opera d' arte (continuava a dirsi o semplicemente ripetersi) è un unicum dotato di anima, che nasce e cresce su urgenze (pensieri e sentimenti) assolutamente interne all' autore e dunque inconciliabile con l' arte di gruppo inscenata da una prescrittività affatto esterna e autoritaria. Vittorio Sgarbi era sconsolato, forse disperato, apparendogli il coté forte del panorama artistico dopoguerresco (il dopoguerra era anche il suo tempo) incapace di commuoverlo.

antonio ligabue

 

Non si arrende e insiste: e trova, confusi nella calca e nel disordine, due pittori, certo eccentrici e di lato, Leonardo Cremonini e Domenico Gnoli. Ma non bastavano a colmare la sua ansia di scoperta. E Sgarbi fruga, e fruga ancora, e trova un folto gruppo di artisti piccoli o meno grandi di provincia (a noi inesperti sconosciuti) cui dedica una parte consistente del suo Novecento - artisti certo inconsapevoli (al contrario di Morandi) di vivere in un tempo storico assolutamente altro, profondamente diverso da quello in cui avevano operato gli antichi antenati e i loro vicini predecessori, ma capaci di amare l' arte classica e afferrarne i risvolti nascosti tanto da dar vita (realizzare) opere nelle quali Sgarbi non ha difficoltà a intravedere tracce del "respiro metafisico" (che marca la grande pittura).

sgarbi

 

modigliani

Sgarbi vive come se stesse scontando una punizione ingiusta, il non avere potuto aggirarsi per le strade dell' arte del dopoguerra (che è anche il tempo della sua maturità) con lo stesso piacere con cui ha percorso e percorre (utile per sé e per gli altri) lo straordinario mondo dei secoli precedenti (dal Duecento all' Ottocento) - quel piacere che sperimentato e sentito dentro la propria carne, scrive Leopardi nello Zibaldone, ci rallegra e "accresce la nostra vitalità".

sgarbiGIORGIO DE CHIRICO AUTORITRATTOA terra duomo di Enzo Cucchi Transavanguardia IL RITORNANTE GIORGIO DE CHIRICOHand Game Sandro Chia Transavanguardia Camion di Mimmo Paladino Transavanguardia il postribolo alberto ziveriballo sul fiume capogrossimario mafaiGUGLIELMI

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...