art show palatino

CHE BELLA GALLERIA, SEMBRA IL PALATINO - TOMASO MONTANARI: “I MONUMENTI MUOIONO ANCHE QUANDO DIVENTANO LA LOCATION DELL'ESPOSIZIONE (E DUNQUE, INEVITABILMENTE, DELLA PROMOZIONE) DI UNA COLLEZIONE PRIVATA” - LA “MANOMISSIONE” DEL COLOSSEO, FORI ROMANI, POMPEI…

Tomaso Montanari per “la Repubblica”

TOMASO MONTANARI 2TOMASO MONTANARI 2

 

È la moda del momento: da Pompei a Roma l' arte contemporanea si insedia tra le rovine antiche con mostre, eventi, proiezioni. Come mai? La nostra cultura artistica si sente forse così fragile da aver bisogno di un ritorno alle radici, o così forte da volersi misurare sul metro della classicità?

 

Domande legittime. Ma, come ha scritto Aby Warburg, «ogni epoca ha la rinascita dell' antico che si merita»: e oggi il rapporto tra l' arte viva e i resti dell' antichità non sembra passare attraverso la profondità di un dialogo formale. No, ora le rovine sono semmai usate come una cornice legittimante in cui inserire qualcosa di completamente irrelato. Una magnifica scenografia per un presente narcisistico.

palatino art show   attia 1palatino art show attia 1

 

È l' estrema evoluzione del crossover antico-moderno all' interno dei musei, o nei centri storici: una moda che già nel 1962 Giovanni Urbani bollava come "estetica del catenaccio" (descrivendo così - un poco rudemente - l' inserzione di novanta sculture contemporanee tra le pietre antiche di Spoleto).

 

varoufakis e moglie 2 varoufakis e moglie 2

Ad essere ottimisti si potrebbe pensare che il movente culturale di questo nuovo matrimonio tra arte e rovine sia la natura di frammento che segna ogni opera dell' arte d' oggi: frammenti moderni tra i frammenti del passato, dunque. Ma è impossibile non vedere come in realtà si tratti di una sottospecie di un fenomeno più generale: che è l' uso dei grandi complessi archeologici come location per eventi di ogni tipo.

 

palatino art show zpalatino art show z

Pompei è oggi il set di continui concerti (popolari per tipo di musica, ma esclusivi per i biglietti a tre cifre), mentre il Colosseo, con la sua ricostruenda arena, viene reimmaginato letteralmente come "cornice" di spettacoli e i Fori romani vengono manomessi per allestirvi - nel modo più invasivo, improprio, imprudente - concerti di beneficenza mediatica.

 

È questo il contesto in cui si colloca l' ambiziosa mostra Par tibi Roma nihil («nulla è degno di confrontarsi con te, o Roma»: lo schiacciante titolo cita l' entusiasmo di un visitatore altomedioevale): trentasei opere di artisti di oggi tra le rovine monumentali del Palatino (fino al 18 settembre).

palatino art show   adrian tranquillipalatino art show adrian tranquilli

 

Scopo dell' esposizione è tradurre in pratica la linea culturale racchiusa in una sentenza che i curatori hanno posto ad epigrafe del catalogo: «Una delle vocazioni italiane è favorire la creazione contemporanea e metterla in relazione con il nostro patrimonio». Come dissentire? La sfida, tuttavia, è racchiusa nella parola che dovrebbe dare il senso ad ogni mostra: "relazione". E dunque la domanda è: Par tibi Roma nihil riesce davvero a costruire una relazione tra il Palatino e le opere che vi espone?

 

A mio avviso, non ci riesce. E le lunghe didascalie che cercano di mettere in parallelo la lettura della singola opera e un' apertura sul mondo antico rischiano troppo spesso di evocare l' ironica constatazione di Umberto Eco per cui «tutto ha misteriose analogie con tutto».

palatino art show  3palatino art show 3

 

palatino art show  70palatino art show 70

Che senso ha collegare le porte cinesi moderne replicate in gomma uretanica da Loris Cecchini con qualche cenno sui rapporti tra l' Impero romano e la Cina? O come leggere la presenza della cancellata sottratta ad una chiesa napoletana, e coronata di lattine vuote, da Giulio Delvè? O, ancora, è davvero utile collegare il bel filmato di Marinella Senatore su un gruppo di ex minatori analfabeti con una riflessione sull' uso del dialetto in Italia?

 

E i due video digitali con un' alba e un tramonto mandati in loop su due iphone 5 da David Horvitz traggono forse un qualche profitto dall' accostamento con una pagina sul culto del sol invictus in età imperiale? E si potrebbe continuare molto a lungo: per concludere che no, questo sistema di relazioni non è affatto convincente, ed anzi appare del tutto posticcio.

 

giulio de santisgiulio de santisdaniel burendaniel buren

Questo esito problematico è frutto della singolare situazione dichiarata dal catalogo: «Le opere esposte provengono dalla collezione della Nomas Foundation», vale a dire dalla fondazione di cui la curatrice della mostra, Raffaella Frascarelli, è presidente.

palatinopalatino

 

Nutro personalmente molti dubbi sull' opportunità che un luogo come il Palatino divenga la straordinaria location dell' esposizione (e dunque, inevitabilmente, della promozione) di una collezione privata. Ma qui vorrei soprattutto sottolineare che l' assenza della relazione tra i luoghi e le opere dipende proprio dal fatto che nessuna di queste ultime è stata pensata e creata per l' occasione.

 

ART SHOW PALATINO GOLIAART SHOW PALATINO GOLIA

Non mancano, naturalmente, esiti felici: come nel caso dell' intervento di Kounellis (che potrebbe passare per site specific, tanto bene si adatta al passaggio in cui è stato collocato), in quello di Le voeu, lo struggente video dei Masbedo che allegorizza con rara finezza il nostro rapporto con la tradizione classica, o ancora nel caso dell' illuminante filmato di Elisabetta Benassi sulla fruizione della Gioconda.

ART SHOW PALATINO 22ART SHOW PALATINO 22

 

Ma si tratta di corrispondenze che appaiono quasi fortuite, dato che si contano sulle dita di una mano. Non per caso l' unica opera davvero site specific, cioè le bandiere di Daniel Buren, è anche l' unica che davvero funzioni: sposandosi poeticamente con le rovine, il cielo e lo spazio.

 

Morale: se le rovine sono un testo vivo da interpretare i frutti possono essere vitali, ma se invece diventano un set quei frutti rischiano di essere avvelenati. La morale di Par tibi Roma nihil sembra, dunque, suo malgrado racchiusa nella prima opera che accoglie il visitatore. Si tratta di una grande iscrizione rossa - realizzata, in legno e plastica, dall' artista serbo Marko Lulic' nel 2009 - in cui si legge: «Death of the monument».

 

E come muoiono i monumenti? Per incuria e abbandono, o per riforme sbagliate: e in Italia accade ovunque, appena fuori dalla luce degli eventi. Ma muoiono anche per banalizzazione, per riduzione a musica di sottofondo. I monumenti muoiono quando non parlano più: e non possiamo illuderci che ridurli a quinte mute e irrelate di una rappresentazione che celebra solo il nostro presente sia farli vivere. Perché abbiamo bisogno di relazioni: non di locazioni.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…