2022biennaleriello toni antonio riello kehinde wiley laetitia ky

BLACK VENICE! – RIELLO: “LA CELEBRAZIONE LAGUNARE DELLA CREATIVITÀ ESPRESSA DALLE ETNIE AFRICANE È UN PROCESSO INEVITABILE E FISIOLOGICO. ERA TEMPO DI APRIRE LE PORTE A FRESCHI FLUSSI DI CREATIVITÀ A LUNGO SOTTOVALUTATI, SE NON ADDIRITTURA SNOBBATI. QUESTA VOLTA LA SORGENTE DEL RINNOVAMENTO NECESSARIO SONO STATI I PROBLEMATICI GHETTI AFRO-AMERICANI E LE AFFOLLATE METROPOLI DEL CONTINENTE NERO” – “PER CAPIRE MEGLIO IL FENOMENO VALE LA PENA PORRE L’ATTENZIONE SU DUE NOMI PRESENTI IN LAGUNA, KEHINDE WILEY E LAETITIA KY”

Antonio Riello per Dagospia

 

riello alla veneziana

La LIX Biennale Arte di Venezia ha ospitato numerosi artisti africani (o di discendenza africana) e così hanno fatto anche alcuni Eventi Collaterali. Questo forte interesse etnico, in alcuni visitatori, ha suscitato delle perplessità (talvolta purtroppo anche accompagnate da commenti non proprio felici ed appropriati) come se fosse una bizzarra novità.

 

In realtà il "sistema dell'Arte", ammesso che si possa tecnicamente chiamarlo così, già da diversi anni ha focalizzato il proprio interesse sull'Africa. L'inizio potrebbe essere collocato addirittura nel 1989, anno della mostra "Les Magiciens de la Terre" curata da Jean-Hubert Martin al Centre Pompidou di Parigi.

 

Ovviamente negli anni recenti il movimento "Black Lives Matter" e il forte e rinnovato interesse degli storici per il colonialismo e la schiavitù (soprattutto negli USA) lo hanno portato ad essere il tema per eccellenza di molta curatela artistica. Ma le sue ragioni profonde trascendono la pur martellante e frenetica spinta dei social e le "mode culturali", sempre volubilmente passeggere. Non è insomma solo una questione di "politicamente corretto".

 

kehinde wiley 9

La prima ragione, molto prosaica, riguarda il mercato dell'Arte Contemporanea. E' molto più facile acquistare in blocco, a prezzi molto vantaggiosi (per chi compera) l'opera di un artista africano semi-sconosciuto e controllarne quindi, di fatto, la gestione sul mercato allo scopo di moltiplicare notevolmente il ricavo finale da parte di gallerie e mercanti (che oggi si definiscono tutti come "Art Advisor", chissà poi perchè?).

 

kehinde wiley 6

Insomma in questo contesto etnico è più facile ed economico "costruire" rapidamente la carriera di un/una artista. Esiste inoltre (ed è in crescita) anche un collezionismo africano vero e proprio. Sta emergendo, al di là del luogo comune del "continente povero", una classe media con discrete possibilità di spendere.

 

kehinde wiley images

In paesi come la Nigeria (ma non solo) ci sono parecchi imprenditori facoltosi che iniziano ad acquistare opera d'arte. Si è appunto iniziato a fare una fiera d'Arte a Lagos (a Londra, fin dal 2013, si tiene la visitatissima African Art Fair). Ovviamente è più facile che questi nuovi acquirenti si possano identificare in proposte culturalmente più affini alla propria quotidianità.

 

kehinde wiley 8

Allo stesso tempo anche la borghesia nera nord-americana (per quanto numericamente non molto consistente) viene in questo modo corteggiata: si tratta comunque di un segmento di mercato abbastanza vergine che fa gola. All'inizio degli anni '80, seppure con modalità diverse, era successo qualcosa di simile con la Cina e i suoi artisti.

 

Una seconda ragione, probabilmente più significativa della prima, è che l'arte ha ciclicamente bisogno al proprio interno di nuova linfa energetica e punti di vista alternativi. E' un processo inevitabile e fisiologico. Non dimentichiamo, storicamente, l'influenza delle sculture africane del Musée de l'Homme sugli artisti parigini delle avanguardie, Picasso in primis.

 

Era evidentemente tempo, in qualche modo, di aprire le porte a freschi flussi di creatività che sono stati a lungo sottovalutati, se non addirittura snobbati. Questa volta la sorgente del rinnovamento necessario sono stati i problematici ghetti afro-americani e le affollate metropoli del Continente Nero. Del resto la musica ha seguito, e segue, lo stesso percorso.

 

simone leigh biennale di venezia

Sulle notevoli figure di Simone Leigh (artista statunitense che è stata premiata come migliore artista) o quella di Sonia Boyce (il cui lavoro ha fatto vincere il padiglione della Gran Bretagna) è già stato scritto molto in questi giorni. Inutile ripetere cose già note, se non associarsi al plauso per i loro meritati traguardi. Per capire meglio il fenomeno vale forse qui la pena di porre l'attenzione su due altri nomi presenti in Laguna.

 

Kehinde Wiley è ospite a Venezia della Fondazione Cini, presso l'Isola di San Giorgio Maggiore. Americano (nato a Los Angeles nel 1977) è una star indiscussa dotata di una naturale propensione al successo (anche di mercato).

 

kehinde wiley 2

Lo si potrebbe definire il Damien Hirst di colore. La mostra è fatta di giganteschi quadri (tanto saturi e luminosi da sembrare dei light boxes) e da altrettanto enormi sculture in metallo (viene spontaneo chiedersi come abbiano fatto a trasportarle ed installarle...). Una messa in scena davvero impressionante.

 

Nei suoi dipinti alcune figure languidamente distese indossano vistosi abiti con il classico decoro Louis Vuitton. E la stessa marca che ha generosamente sponsorizzato questo progetto espositivo. Sintesi esemplare di glamour modaiolo, etnicità, talento, e potere in perfetta sinergia. C'è uno spazio-shopping dove si possono ammirare (e comperare) le creazioni di Wiley inteso come stilista: giubbotti, camicie, palloni da basket e molto altro.

 

laetitia ky 5

Storia diversa ma altrettanto interessante è quella di Laetitia Ky, che è presentata dalla Biennale al Padiglione della Costa D'Avorio. La giovane artista (26 anni) di Abidjan debutta a Venezia con una serie di fotografia e un breve video. Il suo lavoro consiste in una serie di fantastiche sculture che realizza solo con i suoi capelli.

 

Versatili e temporanee opere d'arte fatte di cheratina (il principale componente dei nostri capelli). Il gioioso lavoro della Ky rappresenta una via non lamentosa e non retorica, come invece accade di frequente, per celebrare le dinamiche di un'artista appartenente alle cosiddette minoranze razziali emarginate. Laetitia peraltro dispone già (come prevedibile) di un robusto curriculum sui social: centinaia di migliaia di entusiasti seguaci su Instagram.

kehinde wiley 1 kehinde wiley 12simone leigh - brick house - biennale di venezia. simone leigh premiata alla biennale di veneziasimone leigh biennale di venezia laetitia ky 2laetitia ky 3kehinde wiley 10laetitia ky 1

 

laetitia ky 4kehinde wiley 7kehinde wiley 13kehinde wiley 16kehinde wiley 14kehinde wiley 15kehinde wiley 3

 

kehinde wiley 11kehinde wiley 5

 

kehinde wiley 4

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…