cairo belotti

CAIRO PERDE LA PARTITA IN FIGC E ORA TEME DI FINIRE IN B - SOLTANTO DA 'SKY', LA SERIE A GLI VALE OLTRE 13 MILIONI - MALGRADO LA CRESCITA DEI RICAVI, IL CLUB GRANATA HA MESSO IN FILA DUE ESERCIZI IN PERDITA PER 26,2 MILIONI TOTALI. DOPO BASELLI SI FA MALE ANCHE VERDI. ALMENO UN MESE DI STOP. LA ROSA CONTINUA AD ASSOTTIGLIARSI PERICOLOSAMENTE. COME I FLUSSI DI CASSA DEL CLUB…

CAMILLA CONTI per la Verità

 

cairo belotti

«Mettiamo l'elmetto per una guerra sportiva e facciamo ciò che abbiamo dimostrato di saper fare». La chiamata alle armi del presidente Urbano Cairo alla squadra del Torino è arrivata a meno di un mese dall'appuntamento per il ritorno della Serie A fissato per sabato 20 giugno alle 19.30, quando i granata giocheranno in casa contro il Parma inaugurando un tour de force per assegnare lo scudetto, definire chi andrà in Europa e chi in B. Indossare l'elmetto nel frattempo non è, però, servito al patron per uscire vincitore dalla trincea della battaglia combattuta su un altro campo, quello della Lega.

baselli milano marittima

 

Ieri, infatti, il consiglio federale della Figc ha approvato (con 18 voti favorevoli e 3 contrari, quelli della Lega Serie A) le linee guida proposte dal presidente Gabriele Gravina da applicare in caso di nuovo e definitivo stop al campionato. Se ci fosse una nuova interruzione, ma si potesse riprendere a giocare con date utili, il completamento del campionato avverrebbe tramite i playout e i playoff. In caso di stop definitivo, sarà la classifica con criterio correttivo (l'algoritmo) a stabilire chi andrà in Europa e chi retrocederà.

cairo gazzetta

 

Bocciata l'ipotesi di bloccare le retrocessioni dalla A che il presidente granata, con l'appoggio deciso di Sampdoria, Udinese e Lecce aveva fatto approvare venerdì nell'assemblea di Lega. «L'algoritmo è un po' l'anticalcio, perché nel calcio c'è sempre l'imprevedibilità», aveva tuonato Cairo, preoccupato di veder finire il suo Toro, ora a due punti dalla terz' ultima in classifica, in serie B.

 

Sia per l'impatto che questo avrebbe sui conti del club e della sua galassia editoriale - la serie A ha portato in cassa, solo da Sky, più di 13 milioni - sia per le prevedibili reazioni dei tifosi granata che lo chiamavano «papa Urbano» quando nel 2005 acquistò la società, appena fallita, salvo poi dargli del banfone (bugiardo in piemontese) qualche anno dopo per via di alcuni acquisti avventati che avevano fatto retrocedere il club proprio nella serie cadetta.

urbano cairo foto mezzelani gmt5

 

Non gli è dunque bastato aver schierato per giorni l'artiglieria mediatica pesante come Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e La7, tutti di sua proprietà. Un articolo di Tuttosport pubblicato domenica fa notare che i prodromi delle difficoltà in cui Cairo sarebbe inciampato in questi mesi si erano già intravisti a fine 2019, quando la necessità di eleggere un nuovo presidente di Lega al posto del dimissionario Gaetano Micciché portò il patron del Toro in totale rotta di collisione con Claudio Lotito, sostenitore di Paolo Dal Pino. Poi eletto al vertice della Lega con 12 voti.

 

A poco è servita anche l'amicizia con Giovanni Malagò, ex commissario della Lega e ora indagato a Milano proprio in seguito a quella votazione in via Rosellini quando fu il primo e più grande sponsor di Micciché. Con Malagò, scrive Tuttosport, Cairo avrebbe condiviso anche la volontà di non far ripartire la Serie A.

urbano cairo foto mezzelani gmt3

 

La battaglia sul campionato post Covid-19 supera, inoltre, i confini del campo di calcio. La torta da quasi un miliardo e mezzo di euro all'anno è rappresentata dai diritti di trasmissione dei match. E ogni volta che si avvicina il momento di assegnare i diritti tv della massima serie, casualmente scoppia il caos. Nelle partite sui diritti, Cairo è seduto nella curva dei tifosi del team Sky.

 

Da cui percepisce diversi soldini: 2 milioni all'anno per marketing allo stadio e archivio delle immagini, 2 milioni di pubblicità sul canale televisivo La7, 4 milioni di pubblicità sui vari canali tematici di Rcs, 3 milioni per utilizzo del Mux digitale terrestre, 2 milioni per la pubblicità sulla carta stampata e 200.000 euro per aver acquistato in esclusiva i match della qualificazione di Europa league.

 

Intanto i conti del Torino non brillano. Il club granata ha chiuso l'esercizio 2019 con una perdita pari a 13,9 milioni, dopo il rosso di 12,3 milioni del bilancio al 31 dicembre 2018. Il valore della produzione è comunque salito a 96,3 milioni (93,8 milioni nel 2018) grazie a quasi 12 milioni di euro di plusvalenze derivanti dalle cessioni di Ljajic, Niang, Avelar e Gustafson.

roma vs torino foto mezzelani gmt47

 

Sono cresciuti i ricavi da stadio (+12,1% a 6,6 milioni) alimentati dalla partecipazione ai preliminari di Europa league così come i proventi per la cessione dei diritti audiovisivi (+5,9% a 57,3 milioni), i proventi commerciali (+13,7% a 10,0 milioni, di cui 3 milioni da Cairo pubblicità). Il margine operativo lordo è così salito a 12,4 milioni (6,9 milioni nel 2018).

 

 

Ma dopo l'utile da 37,2 milioni registrato nell'esercizio 2017, il Torino ha messo in fila due esercizi in perdita per complessivi 26,2 milioni: il patrimonio netto è passato così, nel giro di due anni, da 60,5 a 34,2 milioni. E le disponibilità liquide sono scese a 2.092.000 euro (5,9 milioni l'anno prima). «Nonostante la crescita dei ricavi e il miglioramento del mol», si legge nel bilancio 2019, «c'è stata una flessione dei principali indicatori di solvibilità. Successivamente alla chiusura dell'esercizio, Mps capital service ha approvato un term sheet per la concessione al Torino di un finanziamento a 5 anni di tipo revolving per 15 milioni».

 

CAIRO BELOTTI.

Nel frattempo, l'elmetto di Cairo deve sopportare nuovi urti. Dopo Daniele Baselli, la cui stagione è già finita, ieri si è fatto male anche l'attaccante granata Simone Verdi. Almeno un mese di stop. La rosa continua ad assottigliarsi pericolosamente. Come i flussi di cassa del club e le chances di restare in serie A.

URBANO CAIRO CON LA MASCHERINAurbano cairo nicola gratteri marco troncheti provera giovanni malagoSIMONE VERDI antonio comi ed urbano cairo foto mezzelani gmt52

 

gravina spadafora dal pinocairo malago'

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...