giallo cadmio

GIALLO NEL GIALLO - BATTAGLIA ALL’UE PER VIETARE IL GIALLO-CADMIO NEI QUADRI - I RESIDUI TOSSICI DEI PIGMENTI FINISCONO NEI FERTILIZZANTI - IL PITTORE DESSÌ: “COI COLORI INDUSTRIALI PERDEREMO LA LUMINOSITÀ”

1.CADMIO ADDIO “MAI PIÙ NEI QUADRI”

Laura Montanari per "La Repubblica"

 

Mark Rotkho 
Mark Rotkho

Certi colori se ne sono andati dalle tele, ossidati dalla polvere e dal tempo, altri abbiamo scoperto che erano velenosi e li abbiamo cancellati dalla geografia artistica smettendo di produrli. Uno, il cadmio, è a un passo dall’addio. Su quel giallo intenso, resistente, quasi sfrontato, usato da Van Gogh nei “Fiori in un vaso blu” o da Munch nel celebre “Urlo” e da una schiera di maestri che vanno da Matisse a Pollock, da Mondrian a Newman a tanti altri, sta per abbattersi un divieto che è al vaglio dell’Echa, l’Agenzia europea che si occupa della chimica. A dicembre potrebbe decidere per la messa al bando di questo metallo dalle vernici e dai barattoli di colore.

 

La richiesta parte da una segnalazione del governo svedese, preoccupato da un punto di vista ambientale: i residui di cadmio utilizzato anche nei pigmenti della pittura rischiano di finire nei fanghi di depurazione e quindi come fertilizzante nell’agricoltura. La cosa ha subito sollevato le reazioni dei produttori di pitture che sottolineano come siano gli usi industriali e non quelli artistici a creare un possibile inquinamento.

Mark  Rotkho  QUADROMark Rotkho QUADRO

 

Sul taccuino dell’Unione europea questo metallo è da anni nel mirino, ma dalla selva dei divieti, finora si era salvato l’universo artistico proprio in considerazione delle microquantità impiegate. Del resto l’industria offre già innumerevoli alternative al giallo cadmio, anche se magari peccano di intensità e servono un paio di pennellate in più per arrivare alla tonalità originale come spiega Costanza Miliani, ricercatrice del Cnr.

 

«Oggi ci sono molti più colori a disposizione rispetto al passato — sostiene Gianluigi Colalucci, decano dei restauratori, uno degli esperti intervenuti sulla Cappella Sistina — le possibilità non mancano. Del resto nel corso della storia il mondo dell’arte ha imparato a fare a meno di alcuni colori, basti pensare alle lacche o alla terra d’ombra o a certe terre di Siena usate nel Rinascimento e provenienti da una precisa area geografica e da cave che si sono esaurite».

 

Cambiano le tecniche e, i dosaggi della chimica arrivano in soccorso per simulare lucentezze, trasparenze, intensità. «A volte i colori scompaiono dalle tele per una questione di costi: il lapislazzulo per esempio ha prezzi tali da sconsigliarne l’uso sostituendo il blu oltremare con prodotti industriali» dice Anna Maria Marcone, restauratrice dell’Iscr, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma.

Mark  Rotkho  QUADRO Mark Rotkho QUADRO

 

«Oggi poi sono pochi gli artisti che conoscono le tecniche di produzione dei colori naturali, usano spesso prodotti senza pensare alla compatibilità con la tela o con la carta e alla loro durata » aggiunge. Per questioni di tossicità sono stati archiviati, senza particolari terremoti creativi, i vecchi colori a base di arsenico come l’orpimento (un giallo impiegato fin dall’epoca romana), quelli a base di piombo come la biacca:

 

«Un bianco — spiega Giancarlo Sidoti dello stesso Iscr — prodotto con le lastre di piombo lasciate nei vapori di acido acetico e sigillato. Non si produce più l’arancione-litargirio, il giallo massicot, non si trova il cinabro, il rosso realgar che usavano anche nell’antico Egitto».

 

Questi colori che se ne vanno, sostituiti dai pigmenti dell’industria creeranno un ostacolo a chi dovrà occuparsi del restauro? Rischiamo di non poter avere più qualcosa di simile all’originario? «Per niente — assicura Cecilia Frosinini storica dell’arte dell’Opificio delle Pietre Dure, studiosa di Leonardo (ha fatto parte della commissione che si è occupata del restauro di “Sant’Anna, la Vergine e il Bambino” al Louvre) — noi non sostituiamo i nostri colori a quelli antichi degli artisti, è una questione di etica e di rispetto. Non mettiamo un olio su un olio perché chi viene dopo di noi deve avere la possibilità di distinguere chiaramente il nostro intervento rispetto all’opera originale».

VAN GOGHVAN GOGH

 

2.“MA CON I COLORI INDUSTRIALI PERDEREMO LA LUMINOSITÀ”

Carlo Alberto Bucci per "La Repubblica"

 

Il cadmio serve anche a fare l’arancione e il rosso. Ma soprattutto il giallo. È il colore prediletto dal pittore Gianni Dessì che sta per sbarcare a Pechino con il giallissimo Tu x tu.

 

Perché il giallo cadmio?

«Come tutti gli altri colori “antichi”, presenta caratteristiche di luminosità che con i colori industriali non è possibile ottenere. È un problema di luce, di brillantezza, di sonorità».

 

Sembra di ascoltare la teoria dei colori di Goethe.

van gogh van gogh

«O Kandinsky, che nei primi anni Dieci scrisse “Suono giallo”, alla messa in scena del quale sto lavorando per il Teatro comunale di Bologna, musica di Alessandro Solbiati e regia di Franco Ripa di Meana».

 

Però i colori sono fatti di terre, di materia, roba da antichi alchimisti.

«Di chimica, e alchimia, non so nulla. Però conosco la qualità di quei cosiddetti “colori buoni”, davanti ai quali i giovani pittori “sbavano” e si svenano per comprarli. Sono carissimi perché hanno una luminosità assoluta, grande finezza, persistenza alla luce».

 

OPERA Gianni  Dessi? OPERA Gianni Dessi?

Perché lei ha scelto il giallo?

«Adoro la sua instabilità sulla superficie. È questa sua “impertinenza” al piano che mi conduce verso le strade della creazione».

 

E ora che il cadmio glielo aboliscono?

«Il percorso si fa più stretto, tortuoso, incerto, ma anche affascinante. Anche se nel mio giallo il cadmio fa la parte del leone, insomma, troverò un’altra strada per arrivare a quella luce».

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)