PRANDELLI D’ITALIA - CODICE DIUR-ETICO O NO, CON CHIELLINI O SENZA, LA LISTA DEI 30 PRE-CONVOCATI PER IL MONDIALE FA CAPIRE CHE IN BRASILE NON CI SARÀ TRIPPA PER NOI - ASPETTANDO BALOTELLI, IL MEJO BOMBER E’ IMMOBILE, CHE NON HA ALCUNA ESPERIENZA INTERNAZIONALE

Paolo Ziliani per il "Fatto quotidiano"

Il codice etico a geometria variabile, come previsto, è stato applicato. Cesare Prandelli ha diramato la lista dei 30 pre-convocati per il Mondiale. Per il Brasile partiranno in 23 e tra loro, ovviamente, c'è Giorgio Chiellini. Per il difensore della Juventus niente pugno di ferro: la gomitata a Pjanic, costatagli 3 giornate di squalifica via prova tv, non è grave per il ct censore.

Per la cronaca, ecco la lista: Portieri: Buffon (Juventus), Sirigu (Paris Saint Germain), Perin (Genoa) (Mirante del Parma come 31°). Difensori: Chiellini (Juventus), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Paletta (Parma), Ranocchia (Inter), Maggio (Napoli), De Sciglio (Milan), Abate (Milan), Darmian (Torino), Pasqual (Fiorentina). Centrocampisti: Pirlo (Juventus), De Rossi (Roma), Montolivo (Milan), Marchisio (Juventus), Thiago Motta (Paris Saint Germain), Verratti (Paris Saint Germain), Candreva (Lazio), Romulo (Verona), Aquilani (Fiorentina), Parolo (Parma). Attaccanti: Balotelli (Milan), Cassano (Parma), Rossi (Fiorentina), Cerci (Torino), Immobile (Torino), Destro (Roma), Insigne (Napoli).

Le regole che valgono un po' sì e un po' no non devono sorprendere. In fondo, Prandelli è lo stesso allenatore sorpreso due volte - e immortalato in mondovisione - a bestemmiare dopo un gol degli Azzurri; ma trattandosi del sommo pontefice Cesare Prandelli, e non di un poveraccio come Di Carlo (Chievo), Baldini (Empoli) o Dal Canto (Venezia), per lui la squalifica non è mai arrivata.

"Non ricordo cos'ho detto, forse ‘dai andiamo!': in ogni caso non dico mai Dio, semmai dico zio", assicurò Prandelli a proposito del suo labiale dopo il gol di De Rossi in Italia-Giappone 4-3, a Recife, il 19 giugno 2013 in Confederations Cup. E tutti a dire certo, ci mancherebbe, scusi tanto, nonostante il beneamato ct fosse incorso nello stesso infortunio un anno prima, in Italia-Croazia 1-1 (14 giugno 2012), quando dopo il gol di Pirlo su punizione urlò a favore di telecamera il bestemmione di rito, con il "Porco" che in questo caso anticipava lo "Zio" (ehm).

Eppure è lo stesso ct che, all'indomani della disastrosa spedizione azzurra in Sudafrica (Mondiali 2010, Lippi ct), si inventò, d'accordo con Tutankhamon-Abete, quella colossale fesseria che risponde al nome di "codice etico": una "supercazzola con scappellamento a destra come fosse antani" che al confronto il Sarchiapone di Walter Chiari e Carlo Campanini era un prodigio di chiarezza e di concretezza, un monumento alla comprensibilità.

Una sorta di tavola dei 10 Comandamenti del Mosè salvatore del Pallone introdotta perché fosse chiaro a tutti che l'irreprensibilità dei comportamenti, dentro il campo e fuori, sarebbe stata il fondamento del Nuovo Corso azzurro. Amen! Dopodiché fu il diluvio. Di infrazioni punite e impunite, di perdoni e ghigliottine distribuiti a capocchia, di invasioni di campo (leggi: giustizia sportiva) degne di miglior causa.

Last but not least: Prandelli che più veloce di Bolt si affretta a dichiarare Chiellini innocente per la gomitata rifilata a Pjanic in Roma-Juve ("Per me non è stato un gesto violento"), dunque non sanzionabile dal codice etico, quindi abile e arruolato nella lista dei 30 pre-convocati Azzurri. Curioso: un po' perché il giudice sportivo infligge poi a Chiellini 3 giornate con la prova televisiva (atto violento compiuto con "intenzionalità lesiva"), un po' perché lo stesso ct, quando fu De Rossi a rifilare un pugno a Icardi due mesi fa in Roma-Inter, si affrettò ad applicare il codice escludendo il romanista dai convocati per l'amichevole con la Spagna e quasi "dettando" la sanzione a Tosel. I criteri del ct azzurro sono imperscrutabili.

De Rossi, ad esempio, è sempre da codice: fuori nel marzo 2011 per uno schiaffone a un giocatore dello Shakhtar, fuori nel giugno 2011 per un rosso ricevuto a Bari, fuori nel novembre 2012 per il pugno sferrato nel derby a Mauri, fuori nel marzo scorso per il pugno inferto a Icardi. Domanda: che De Rossi sia cattivo mentre Chiellini è la reincarnazione di Gandhi?

Un'altra pasta di ragazzo, per il ct, è Balotelli. Ricordate la sceneggiata al termine di Milan-Napoli (settembre 2013) con insulti e minacce all'indirizzo dell'arbitro Banti, quanto di più diseducativo si possa vedere su un campo di calcio? Arrivarono 3 giornate di squalifica, ma non appena furono scontate, il ct non esitò a precettare Balotelli per il doppio impegno con Danimarca e Armenia; così come per la Confederations Cup, a dispetto delle 3 giornate ricevute per gli insulti rivolti a un assistente dopo Fiorentina-Milan (aprile 2013).

Per Prandelli le piazzate di Balotelli sono simpatici sketch; in quanto alle gomitate, bisogna distinguere se a portarle è un chierichetto come Chiellini - in questo caso l'assoluzione è d'obbligo - o uno sgherro come De Rossi. Se poi qualcuno si permette un tweet contro il suo allenatore, come Osvaldo contro Andreazzoli dopo la finale di Coppa Italia 2013, allora la cacciata dall'Eden è immediata e definitiva.

Due anni fa, alla vigilia di Euro 2012, c'erano due azzurri pesantemente implicati nelle inchieste, penali e sportive, del calcioscommesse: Criscito venne scaricato come un appestato, mentre Bonucci si fece viaggio in business class ed Europeo da titolare. Ci spiegarono che Bonucci ha un carattere forte mentre Criscito, invece, per queste cose ci soffre.

Sul web, intanto, ridere del codice etico di Prandelli è diventato lo sport del momento: vedi l'hashtag #leveritaprandelliane. Si va da "Il Muro di Berlino non è stato abbattuto, ha subìto un cedimento strutturale", a "Capitan Uncino è un campione di morra cinese". Perché, insomma, va bene tutto, anche che il codice etico sia un po' più etico per De Rossi e un po' meno etico per Chiellini e Balotelli: ma prendere in giro la gente no. È troppo.

 

 

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