milan fassone

MILAN-FOLIES – DOPO MUSACCHIO, RICARDO RODRIGUEZ E KESSIE, PRESO ANCHE ANDRE’ SILVA: FINORA I ROSSONERI HANNO SPESO 99 MILIONI DI EURO - BUFFON: "SMETTO DOPO IL MONDIALE 2018. MA SE VINCIAMO LA CHAMPIONS, CONTINUO UN ALTRO ANNO" – PISTA CALDA VERRATTI-BARCELLONA

Da gazzetta.it

 

BUFFONBUFFON

Gigi Buffon conferma già quanto si sapeva. Con una piccola porticina aperta in chiave futura. In un'intervista a Sky Sport 24 ribadisce che chiuderà dopo Russia 2018. "Sì, al 99,9% andrà così. Farò un'ultima stagione intensa e ricca di appuntamenti importanti, poi sarà ora di dire basta. Ci siamo solamente lasciati una possibilità aperta insieme al "Pres" (Andrea Agnelli): se dovessimo vincere la Champions continuerei giocherei un'ulteriore stagione per cercare di conquistare anche il Mondiale per Club e altri trofei".

 

2. MILAN SCATENATO

Da sportmediaset.mediaset.it

 

ANDRE' SILVAANDRE' SILVA

Non si ferma con André Silva il mercato del Milan, che negli ultimi giorni ha ufficializzato Musacchio (18 milioni)Ricardo Rodriguez (15 milioni) e Kessie (28 milioni) e ora sta completando l'acquisto dell'attaccante del Porto, che bonus compresi costerà 38 milioni. Totale provvisorio: 99 milioni di euro. Fassone e Mirabelli stanno lavorando freneticamente su più tavoli: alcuni sono roventi, altri in stand-by. In attesa di capire infatti se la Lazio accetterà l'offerta da 50 milioni per la coppia Keita-Biglia, i dirigenti rossoneri incontreranno il ds del Psg Antero Henrique per trattare il polacco Krychowiak….

 

3. FAIR PLAY FINANZIARIO

 

Arianna Ravelli per corriere.it

 

Rimandato a ottobre. Il Milan super attivo sul mercato, che al 10 giugno ha già piazzato tre colpi (Musacchio, Kessie, Rodriguez) e tanti altri ne ha in cantiere (Biglia, Conti, più un attaccante a ora di difficile definizione) mostrando di poter contare su un budget consistente, deve rinviare la soluzione del problema del fair play finanziario.

 

FASSONE LIFASSONE LI

Come si sa, il club aveva fatto richiesta all’Uefa per accedere al voluntary agreement (uno strumento mai utilizzato, che prevede una specie di «condono» sul deficit passato e la definizione di un piano, molto dettagliato, di rientro), e l’Uefa aveva chiesto nelle scorse settimane una serie di chiarimenti. Era una specie di esame, perché l’Uefa doveva stabilire se il piano (ambizioso) di sviluppo presentato dal club era, a suo dire, sostenibile. In parole povere, se il modo in cui il Milan intende aumentare i ricavi e ridurre il debito sta in piedi. La risposta non è stata una bocciatura completa, ma neanche un’approvazione, piuttosto un’apertura di credito per il futuro.

 

Venerdì, infatti, il Milan, come si legge in una nota, «non sussistendo i tempi tecnici necessari per addivenire a un’utile intesa» ha ritirato la richiesta iniziale (che risale al dicembre 2016) e ne ha presentata una nuova, come consente il regolamento in caso di cambio di proprietà. La nuova richiesta (con qualche aggiustamento) sarà esaminata a partire da ottobre. In sostanza l’Uefa concede al Milan più tempo per far partire il piano di rilancio, visto che la nuova proprietà si è insediata solo due mesi fa. Il Milan si dice soddisfatto perché non ha dovuto modificare l’intero impianto del suo business plan, ma ha il tempo di farlo partire. L’Uefa non sarebbe stata del tutto convinta delle potenzialità di alcune iniziative che per il Milan devono produrre profitti, come per esempio la nuova società Milan China (si occuperà di licensing, scuole calcio, sponsor), che per ottobre dovrebbe essere già avviata. Inoltre, per allora, altre entrate da possibili dovrebbero diventare certe (come gli incassi dell’Europa League, se il Milan supererà i preliminari).

MARCO FASSONEMARCO FASSONE

 

Dal regolamento Uefa, per accedere al voluntary agreement serve «un business plan di lungo periodo, su previsioni ragionevoli e prudenti». Quelle del Milan sarebbero state troppo ottimiste secondo l’Uefa che vuole anche nuove informazioni sulla proprietà. Se a ottobre non dovesse arrivare l’ok, si passerà al settlement agreement e, a seconda della gravità del rosso, saranno decise le sanzioni da applicarsi alla stagione 2018-2019.

 

 

 

 

4. VERRATTI-PSG E BARCELLONA

VERRATTI 1VERRATTI 1

Da gazzetta.it

 

Marco Verratti vuole lasciare il Psg, il Psg vuole tenere Marco Verratti. La situazione, però, si aggiorna di una nuova, importante puntata: stamattina al Westin Palace di Milano, il procuratore Donato Di Campli ha incontrato il nuovo direttore sportivo parigino, Antero Henrique, ribadendo la volontà del giocatore di lasciare il Psg, già quest'estate. Forte dell'interesse di altri club, tra cui il Barcellona, che ha messo sul piatto un'offerta da 100 milioni di euro per il centrocampista azzurro. I catalani offrirebbero al giocatore 10 milioni a stagione: bonus esclusi, 4 in più di quanto guadagna a Parigi.

 

 Per ora però è muro contro muro. La richiesta avanzata da Di Campli è stata subito respinta dal d.s. portoghese che ha tentato invece di intavolare un dialogo alternativo, spiegando l'ambizione del progetto parigino confortata dalla strategia di investimento sul mercato estivo per costruire una squadra di nuovo competitiva anche per la Champions.

 

VERRATTIVERRATTI

L'emiro del Qatar vuole spendere oltre 200 milioni. Argomenti che però non sembrano poter convincere Di Campli, determinato a continuare la battaglia. Nei prossimi giorni ci sarà dunque un nuovo incontro per proseguire una trattativa tutta in salita per il clan Verratti. E alla finestra ci sono anche il Chelsea (Conte lo voleva già alla Juve) e il Bayern di Ancelotti, che lo ha lanciato al Psg. Al momento i parigini non intendono privarsi di Verratti nemmeno per cifre superiori ai 150 milioni...

 

 

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")