moncalvo john elkann andrea agnelli

DALLA SUPERLEGA ALLA FIDUCIA MAL RIPOSTA IN PARATICI COL SUO SISTEMA DI ACROBATICHE PLUSVALENZE FINO ALLA SFIDA ALLA PROCURA DI TORINO: COME MAI NEGLI ULTIMI 3 ANNI AGNELLI HA PRESO UNA SERIE DI DECISIONI IMPOSSIBILI DA CAPIRE? NEL LIBRO DI GIGI MONCALVO “JUVENTUS SEGRETA” LA PARABOLA DI ANDREA “MONOCIGLIO” AGNELLI CACCIATO VIA DA JOHN ELKANN DAL CLUB BIANCONERO, DAL CDA DI STELLANTIS E PERFINO DA QUELLO DELLA CASSAFORTE DI FAMIGLIA EXOR - LE DUE IMPROVVIDE OPERAZIONI LEGATE A HIGUAIN E RONALDO. MA A “ROVINARE” ANDREA SONO STATE ALTRE DUE PERSONE: LA MOGLIE DENIZ AKALIN E…

Gigi Moncalvo per La Verità - Estratti

 

andrea agnelli john elkann

Angelo o diavolo? Geniale dirigente sportivo o maestro, anzi master, come direbbe lui che ama gli inglesismi, di utopie e fuffa calcistica? Manager sportivo di alto livello o (presunto) ideatore, (presunto) autore e (presunto) corresponsabile di falsi in bilancio e gestioni fuorilegge? Vincitore sul campo ma inadeguato e sconfitto dietro la scrivania da presidente, oppure tutte e due le cose insieme?

 

(...) Cosciente istigatore di giochi di prestigio finanziari o colpevolmente distratto? Adatto al ruolo e consapevole del pesante cognome che porta, oppure presuntuoso e arrogante, convinto di farla sempre franca proprio grazie alla storica impunità del suo casato? Agnello sacrificale immolato dal perfido cugino John Elkann sull’altare di un sistema calcistico-sportivo che ha cercato di picconare e abbattere? Le uniche certezze: ci sono stati un Agnelli 1 e un Agnelli 2, non ci sarà mai un Agnelli 2.0.

 

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN

Nel mio libro Juventus Segreta (Vallecchi editore, 328 pagine, 26 euro) racconto che cosa diavolo è accaduto ad Andrea Agnelli per indurlo a modificare, a un certo punto dei suoi tredici anni di presidenza e dei nove scudetti consecutivi, i suoi comportamenti, il suo approccio ai problemi e alle persone e quindi il suo modo di amministrare e gestire la Juventus.

 

(...)

Come ha fatto a non capire né a tenere conto che a consentirgli di continuare l’allegra e sconsiderata gestione finanziaria della Juventus, cioè i continui aumenti di capitale garantiti da Exor (e quindi da John Elkann) prima o poi si sarebbe trasformato nel cappio in cui il cugino aveva già infilato il suo collo in attesa che arrivasse il momento di stringere definitivamente quel nodo?

deniz akalin andrea agnelli

 

(...)

Come ha fatto a esporsi in prima persona per il progetto della Superlega arrivando a rompere i rapporti con le istituzioni e con i dirigenti calcistici internazionali facendo il doppio gioco sia all’interno della Lega Calcio che dell’Eca (l’associazione dei club europei), fino a frantumare l’amicizia personale col presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, che aveva voluto come padrino di battesimo di una delle sue due figlie, e azzerare la propria reputazione? Come mai, specie negli ultimi tre anni, Agnelli ha preso una serie di decisioni impossibili da capire, come se gli fosse consentito tutto senza pagare dazio?

 

Agnelli Cherubini Paratici

Come è potuto giungere a sfidare i magistrati della Procura di Torino, rifiutando la collaborazione sua e della Juve alle indagini, mentre la Guardia di finanza scopriva ovunque tracce e documenti non casualmente lasciati in bella vista in certi uffici del club, specie quelli dei collaboratori più fidati che conservavano sotto gli occhi di tutti le carte più delicate, quasi volessero farsi scoprire, e che addirittura scrivevano diari e libretti di cifre e appunti da usare per le lotte intestine nel club?

 

moncalvo juventus segreta cover

Come ha fatto a creare figure cui ha poi consentito di tenerlo in pugno e condizionarlo rovinosamente (ad esempio Claudio Albanese, capo della comunicazione e autentico Rasputin del presidente, e Fabio Paratici con il suo sistema di acrobatiche plusvalenze)? Infine, come ha potuto Andrea farsi travolgere dagli avvenimenti e perdere il controllo della situazione distratto e fortemente condizionato da una donna, sua moglie Deniz, portata via al suo migliore amico? Come ha fatto a non capire quanta diplomazia e quanto rispetto della forma fossero invece necessari per sopravvivere a certi autentici, e autentiche, piranha della finta buona società torinese? Una società popolata di «madamin» come Evelina Christillin o il giro Sandretto Re Rebaudengo che riempiono di adulazioni la principessa Lavinia Borromeo, autonominatasi una e trina vestale, custode e grande sacerdotessa della morale e dell’etica di una famiglia che non è la sua e di cui ormai suo marito si ritiene l’unico sovrano.

 

andrea agnelli

John, dietro il suo volto da bravo ragazzo, nasconde quella che è la fondamentale differenza rispetto al cugino reietto: la spietatezza e un cuore di pietra. Perfino donna Allegra Caracciolo, la vedova di Umberto Agnelli, ha implorato più volte Jacky di non infierire sul suo adorato figlio Andrea. E’ stato tutto inutile: quello non rispondeva, fingeva di concedere la sua benevolenza, abbassava gli occhi e poi infilava il coltello ancor più crudelmente. L’era Agnelli è finita, grazie a John. E quella che si preannunciava come la vigilia dell’anno della celebrazione del centesimo anniversario della proprietà e della gestione della squadra da parte degli Agnelli ha invece portato a questo risultato: non ci sarà mai più quel cognome al vertice del club bianconero. Per ragioni anagrafiche e per l’assenza di una «riserva» maschile in famiglia, a parte Giacomo Dai, figlio di Andrea, che ha solo dodici anni.

ALLEGRA CARACCIOLO

 

L’inizio della fine porta i nomi di due improvvide operazioni legate a Gonzalo Higuain, costato 90 milioni di euro, e Cristiano Ronaldo, 297 milioni in totale. Ma a «rovinare» Andrea sono state altre due persone: Deniz Akalin, la moglie che ama alla follia, e John Elkann, cugino che detesta perfettamente ricambiato. John non è quel «cavaliere Bianco» che oggi vorrebbe far credere. Il libro racconta nei dettagli e documentalmente le sue responsabilità quando la Juventus finì in serie B, senza che l’avvocato del club la difendesse adeguatamente (anzi, chiese la condanna alla serie cadetta) e la gestione del club finì nelle mani di Jean-Claude Blanc e di Giovanni Cobolli Gigli, mentre Luca Montezemolo impediva che la Juve facesse i ricorsi necessari e venne addirittura ringraziato da Joseph Blatter. John dunque ha gravi responsabilità nell’aver accettato passivamente la mortificazione bianconera legata a Calciopoli. Ma la memoria dei tifosi, come si sa, è corta.

matrimonio andrea agnelli deniz akalin a lisciano niccone, in umbria 4

 

John si è disfatto di Andrea approfittando degli imperdonabili errori del cugino commessi nell’ultima fase della sua presidenza. Ma chi aveva in mano il portafoglio non poteva non sapere, da tempo, che si sarebbe arrivati al tracollo. John, pur informato della situazione, a lungo ha finto di non vedere e non ha mai fatto nulla per impedire che il nome della Juve finisse nel fango, intervenendo con decisione al manifestarsi dei primi scricchiolii.

 

Ne ha anzi approfittato per agire in modo spietato e crudele senza tener conto dei legami famigliari. John era al corrente di tutto, perfino della Superlega. Ma c’era e c’è un problema: «Andrea non ha la cattiveria di John», ha scritto Luigi Mascheroni. «He looked like a trust-fund baby» («Sembra il figlio di un fondo fiduciario»), ha scritto il giornalista inglese Tobias Jones del Guardian. Una definizione che, in verità, può andare bene per entrambi i cugini. John non ha avuto alcuna remora e alcun rispetto, nell’umiliare, cancellare e scaricare Andrea. Ha messo in atto una serie di vendette, un elenco di accorgimenti che paiono premeditati tanto sono perfidi. Ha scelto molti modi per dargli una lezione, come aspettava da tempo, senza avere riguardo nemmeno per la presunzione d’innocenza. La prima vendetta: costringere Andrea alle dimissioni e toglierlo di scena.

 

Deniz Akalin Andrea Agnelli John Elkann e Lavinia Borromeo

Non solo dalla Juve, ma anche dal board di Exor (dove lo ha sostituito da Ginevra, la sorella di John, andando a sedersi accanto ad Alessandro Nasi e Tiberto Ruy Brandolini D’Adda) e da quello di Stellantis. Qui il suo mandato sarebbe scaduto nel gennaio 2025: Andrea è stato sostituito da Benoît Ribadeau-Dumas, ex capo dello staff del primo ministro francese, divenuto di recente partner di Exor per individuare opportunità d’investimento globali nel campo della transizione energetica. Nemmeno dopo alcuni confronti personali con John, che per la verità, in modo molto gesuitico, non glielo ha mai chiesto esplicitamente, Andrea era riuscito a capire che era l’ora di togliersi di mezzo.

 

gonzalo higuain

Anzi, ha fatto intendere che non se ne voleva andare e si illudeva di poter contare sulla massima solidarietà del cugino. Non aveva dubbi che sarebbe stato fatto ogni sforzo per difenderlo dalla tempesta che si andava profilando dagli avamposti della Procura. «Sistemeremo tutto» proclamava Andrea con una sicumera che dimostrava quanto fosse lontano dalla realtà. Egli era ed è davvero convinto di non avere responsabilità. E dunque perché mai avrebbe dovuto e dovrebbe arrendersi o smettere di combattere? Un’altra vendetta di John è stata la riassunzione di Francesco Calvo, il dirigente cui Andrea aveva portato via la moglie. Poi la perfidia di John era continuata accettando il patteggiamento con i vertici della giustizia sportiva. Andrea era stato lasciato solo a combattere e a rifiutare quell’ammissione di colpa a suo carico.

 

andrea agnelli deniz akalin

Altra vendetta: la lettera a Uefa, Real Madrid e Barcellona per uscire dalla Superlega con i relativi e onerosi costi di disimpegno previsti dal contratto. Un’altra vendetta: aver ritirato tutte le azioni legali che Andrea da anni portava avanti contro la Figc e l’Inter con la richiesta di 444 milioni per i danni causati da Calciopoli. Ecco spiegata la benevolenza di Gravina & C. E infine la vendetta più significativa, la scelta a favore delle nozze di Alessandro Nasi, l’altro cugino più «presentabile. In estate John e Lavinia non sono sdegnosamente andati al matrimonio di Andrea e Deniz ma hanno avuto un ruolo di primo piano in quello di Alessandro e Alena Seredova: non solo erano presenti ma hanno voluto essere i due testimoni, John per lo sposo e la first lady per la sposa.

ronaldoluciano moggi andrea agnelliandrea agnelli deniz akalin andrea agnelli deniz akalin andrea agnelli deniz akalin luciano moggi andrea agnelli

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"