1. LA FIGURACCIA DELL’ITALIA CONTRO IL COSTARICA NON È COLPA DEL GRAN CALDO: PRANDELLI E I SUOI IERI HANNO SBAGLIATO QUASI TUTTO 2. INNANZITUTTO L’APPROCCIO ALLA GARA. IL PRIMO TIRO IN PORTA ARRIVA AL 26ESIMO. E ANCHE DOPO NON E’ CHE SE NE VEDANO MOLTI. IL COSTARICA ERA AGGRESSIVO E AVEVA VOGLIA DI VINCERE. E NOI? SPENTI, PREVEDIBILI, LENTI 3. POI LA REAZIONE AL GOL. NESSUNO HA DATO LA SCOSSA O SI E’ CARICATO IN SPALLA LA SQUADRA. NON ABBIAMO LEADER E CAMPIONISSIMI IN CAMPO 4. TERZO ERRORE: LA FORMAZIONE. CHE ERRORE PENSARE CHE IL 4-1-4-1 CHE AVEVA INCARTATO GLI INGLESI FUNZIONASSE ANCHE COI TICOS. E POI PERCHÉ TOGLIERE VERRATTI PER THIAGO MOTTA VERSIONE PALO DELLA LUCE? 5. FACCIAMO DI BALOTELLI UN CAMPIONE CHE NON E’ MAI STATO. E SE GLI ASSI NELLA MANICA SONO CERCI, INSIGNE E CASSANO ALLORA SARANNO URU-GUAY SERI…

1 - MA CHE BISOGNO C’ERA DI CAMBIARE?

Gigi Garanzini per “la Stampa”

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

 

A nome e per conto dei 60 milioni di commissari tecnici che popolano il Belpaese, un paio di domande secche al titolare del dicastero. La prima. Avendo giocato e vinto la partita con l’Inghilterra grazie al controllo totale della corsia di destra affidata alla coppia Darmian-Candreva, perché spostare a sinistra Darmian per inserire Abate? In altre parole, perché lasciare il certo per l’incerto? La seconda.

 

Ma davvero sono stati i test elaborati al computer a suggerire, oltre a quello di Abate, l’impiego di Thiago Motta al posto di Verratti? Ma che programmi usano in Figc? In base a quali parametri togliere un giovane brevilineo che ha lo stesso passo dei cagnacci costaricani per inserire un anziano che arranca ad ogni cambio di passo?

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

 

Sarà che il Costarica è indietro sulle tecnologie. Ma el señor Jorge Luis Pinto, nel suo piccolo, che cosa ha fatto invece di affidarsi al pc? Ha piazzato Borges praticamente a uomo su Pirlo, esattamente come noi avremmo dovuto fare dopo qualche minuto sullo splendido Ruiz. E quando Pirlo si rintanava per sfuggirgli, gli aggiungeva Campbell perché il calcio l’hanno inventato prima dei computer e quando hai contro uno di un’altra categoria come Pirlo, la prima cosa da fare è provare almeno a circoscriverlo. Provare.

 

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

Che non vuol dire riuscirci. Tant’è vero che dopo mezzora di asfissia, Pirlo è riuscito a trovare una piastrella libera. E da lì, di prima, ha pennellato a Balotelli un pallone che solo Raffaello. Peccato che il fenomeno presunto, o autoproclamato, se lo sia giocato come nemmeno Darko Pancev.

 

Eh, ce ne sarebbero di domande. Per esempio, perché inserire prima Cassano, poi Insigne e infine Cerci che avranno totalizzato sì e no un 10 in pagella, ma tutti e tre insieme, e non farsi prendere nemmeno dalla tentazione di provarci col capocannoniere del campionato? O piuttosto con Verratti, visto che a centrocampo passata l’ora di gioco stavano tutti in piedi per scommessa?

 

Vabbè, ne riparliamo martedì. Quando anziché dagli elogi di questi giorni, in molti casi eccessivi e in alcuni altri ridicoli, gli azzurri saranno reduci da un’ondata di critiche: nelle condizioni psicologiche storicamente più congeniali, dunque, per piazzare l’impresa. Sapendo però che sull’orlo del baratro prima di noi ci son stati gli uruguagi. Caricati a palla dalla vittoria sull’Inghilterra, e con un giorno di riposo in più. Parametro che peserà a quelle latitudini.

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

 

2 - LE TRE RAGIONI DI UN CROLLO

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

SE È vero che l’Italia sa ritrovarsi nei momenti difficili, lo dimostrerà con l’Uruguay. Dopo la sconfitta col Costarica (1-0) basta un pareggio per andare avanti, ma non si può trascurare il fatto che l’Italia sa perdersi nei momenti positivi. Il paradosso è che nel cosiddetto gruppo della morte, con tre blasonate vincitrici del mondiale, si sia già qualificato il Costarica. Con pieno merito, complimenti. Cenerentola non c’è più nel regno del pallone, teniamolo a mente ma preoccupa di più la scomparsa del Principe azzurro, cioè dei nostri in blocco. Ancora una volta, si paga dazio alla seconda uscita, pur essendo stata ampiamente positiva la prima.

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

 

Prandelli ha ammesso la superiorità degli avversari e ha aggiunto che non vuole sentire discorsi negativi. Ma è anche difficile fare discorsi positivi. Forte per aver previsto il gol del Costarica e indebolito per averne previsti tre nostri, dirò che col Costarica si può anche perdere, ma c'è modo e modo. I motivi d’allarme sono almeno tre.

 

1. L’approccio alla gara. Primo e fiacco tiro in porta di Thiago Motta al 26’. Ben più spavaldi e precisi nei passaggi i ticos. Poche idee ma chiare: difesa alta, abile nel fuorigioco, centrocampo fitto ed elastico quando si trattava di assistere l’unica punta. Ci vuole pazienza, si sa. Così su lancio di Pirlo Balotelli ha un’occasione d’oro, ma manda fuori il pallonetto e due minuti dopo tira addosso al portiere. È qui che la partita si mette in salita per l’Italia.

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

 

2. La reazione al gol. Loro erano temibili sui palloni alti e lì ci hanno castigato. Sul gol sbagliano in tanti: Abate che lascia ampia libertà di cross, Buffon che non esce, Chiellini troppo avanti rispetto a Ruiz e Darmian troppo indietro. C’era un tempo abbondante per rimediare. In avvio probabilmente un rigore su Balotelli, come prima uno su Campbell. Poi poco, quasi nulla, una progressiva pesantezza di gambe, peraltro già emersa nel primo tempo, e una progressiva mancanza di idee.

 

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

Nessuno si carica in spalla la squadra. Nessuno salva nessuno. S’era molto parlato dell’accurata preparazione dei nostri, ma ieri sul piano atletico è stato un naufragio. Pure, dicono gli inviati in Brasile, caldo e umidità non erano a livelli- record. Nemmeno quelli entrati freschi, Cassano, Insigne e Cerci, hanno portato a un cambio di passo, anzi si sono intestarditi a dribblare in un fazzoletto di campo e non hanno combinato nulla di buono. Balotelli isolato, quindi nervoso, quindi contrariato. Altro passo indietro. Anzi, altri passi indietro.

 

3. La formazione. Adesso è fin troppo facile dirlo, ma era ottimista Prandelli nel pensare che il 4-1-4-1 che aveva incartato gli inglesi funzionasse a puntino anche coi ticos. Quelli erano zeppi di punte e sguarniti a centrocampo, questi il contrario. E s’è visto, purtroppo. Non si può pensare che tutti abbocchino al lancio lungo per Balotelli. In più, sono mancati gli inserimenti di Marchisio e soprattutto Candreva, più a disagio nella verticale con Abate. Sbagliato togliere Verratti, dal passo corto e veloce, più adatto ai torelli in mezzo al campo, per un Thiago Motta che sembrava un palo della luce. L’Italia camaleontica è rimasta nelle intenzioni.

 

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

Ora la situazione è particolare e, una volta sottolineato che l’occasione persa è enorme, non tutto è compromesso. Ci si gioca tutto con l’Uruguay, proprio quello che era meglio evitare, e giocare per il pari sarebbe l’errore peggiore. Quindi, non trasformiamo in berci le lodi (eccessive, forse) del dopo-Inghilterra. L’Uruguay è nella situazione opposta, caricatissimo nel morale dopo un avvio da incubo. Ha Suarez e Cavani, ha molti giocatori che ci conoscono bene, ha il tifo dalla sua, come tutte le squadre d’America, centro e sud. L’Italia deve ritrovare fiato, orgoglio e gioco. Il difficile comincia adesso.

 

3 - BISOGNA PURE TIRARE IN PORTA

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

Non si vince senza tirare in porta. È un vecchio detto che ha sempre una sua attualità. L’avevamo fatto poco ma bene contro l’Inghilterra, non l’abbiamo mai fatto contro la Costa Rica finendo per meritare la sconfitta. Non ci sono stati veri errori di formazione, c’è stata una modestia generale, un grigio profondo che ci ha chiuso come una cappa. Pensavamo di controllare la partita a centrocampo, era la nostra risorsa, per la quale sacrificavamo gli attaccanti.

 

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

Ma la Costa Rica ha giocato quasi soltanto in quella zona, con una difesa molto alta e con due ali che facevano i registi. Dove pensavamo di essere di più, siamo sempre stati in meno. Improvvisamente ciechi, con due stopper più De Rossi a guardia di nessuno (Campbell, il loro attaccante, partiva anche lui da lontano), abbiamo finito per affidarci alle idee di Pirlo, che peraltro non è felice del nuovo ruolo, dove ha sempre un avversario addosso e meno spazio-tempo per pensare.

 

Doveva accadere qualcosa di meglio nel secondo tempo quando sono entrati tutti i fantasisti, ma Cassano era in una delle sue giornate fastidiose, Insigne non è entrato in partita, Cerci ha puntato l’uomo senza portare a casa risultati. Il caldo ha fatto il resto. Ci siamo lentamente piegati come avessimo tutti preso un pugno allo stomaco. Così è venuto fuori il peggio. In questi casi servono i grandi giocatori, i leader che prendono il branco e lo spingono da soli oltre l’avversario.

 

ITALIA COSTARICAITALIA COSTARICA

Ma non ne abbiamo. Sapevamo di questo limite. Facciamo di Balotelli una leggenda mentre il Milan pensa di venderlo. Lo aspettiamo ogni partita non per quello che è qualche volta stato, ma sempre e soltanto per quello che potrebbe essere. È troppo poco per un Mondiale. Senza un tiro, con una difesa impaurita, con un centrocampo sovrastato per numero, corsa e perfino tecnica, la nostra partita è scivolata via come una pietanza inutile.

 

ITALIA COSTARICA MONDIALI  BRASILE 2014ITALIA COSTARICA MONDIALI BRASILE 2014

L’abitudine in questi casi è prendersela con gli errori dell’allenatore. Non mi sembra ci siano stati. È stata solo una partita giustamente persa e giocata male da una formazione su cui nessuno prima aveva qualcosa da ridire. Dobbiamo ogni tanto rassegnarci a capire che il nostro calcio è questo, questi i giocatori a disposizione. Speriamo adesso bastino comunque per andare avanti. 

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...