
“LA RIVALITA’ CON ALCARAZ? QUANDO PERDI TROPPE VOLTE DI FILA QUALCHE DUBBIO TI VIENE, MA IO L’AVEVO GIA’ BATTUTO” – JANNIK SINNER SPIEGA COSA E’ CAMBIATO RISPETTO ALLA FINALE DEL ROLAND GARROS: “A WIMBLEDON SONO STATO FORTUNATO, DUE NASTRI A MIO FAVORE, QUALCHE COLPO SULLA RIGA. QUI È ANDATA A BENE A ME, A PARIGI ERA ANDATA BENE A CARLOS" – LE SLIDING DOORS DEL TORNEO AGLI OTTAVI CON IL RITIRO DI DIMITROV AVANTI DI DUE SET (“HO TRASFORMATO UNO STATO D'ANIMO NEGATIVO IN QUALCOSA DI POSITIVO”), IL FUTURO DEL COACH CAHILL E IL BALLO CON IGA SWIATEK – “IO NELLA STORIA DELLO SPORT ITALIANO? HO SOLO 24 ANNI, È SBAGLIATO PARLARE DI STORIA. E POI IO FACCIO LA STORIA PER ME, IL CHE NON SIGNIFICA NON ESSERE CONTENTO PER L'ITALIA…” – VIDEO
1 - JANNIK SINNER: "STO VIVENDO IL MIO SOGNO L'ITALIA MERITA COSE BELLE"
Paolo Brusorio per “la Stampa” - Estratti
Jannik Sinner arriva in sala stampa per il sesto set. Quattro ne ha giocati in campo, nel quinto ha affrontato il protocollo del vincitore che a Wimbledon non è proprio un aspetto secondario e per l'ultimo si presenta con la felpa nera, raccoglie l'applauso e si scioglie in un sorriso. Quello del vincitore. Il settimo set l'avrebbe vissuto poi nel ballo dei vincitori con Iga Swiatek: «Me la caverò», la sua previsione.
Che cosa le è passato nella testa alla fine?
«Tante cose. I sacrifici fatti per arrivare fino a qui da me, da chi lavora con me, i momenti difficili durante il periodo della squalifica. Tutti aspetti che vengono ripagati da un risultato simile. In più, davanti a tutta la mia famiglia. E voi sapete quanto è importante per me».
Che cosa significa vincere Wimbledon?
«Sto vivendo il mio sogno. Da bambino guardavo tutti i tornei e questo è sempre stato speciale. Pensare di essere qui seduto davanti a voi con il trofeo è qualcosa di eccezionale... Ah già non ce l'ho qui, ma avete capito».
Aver battuto Alcaraz può segnare un punto importante nella vostra rivalità?
Soprattutto dopo Parigi.
«Beh certo. Quando perdi troppe volte di fila qualche dubbio ti viene, ma io l'avevo già battuto e comunque mi alleno non solo per battere lui».
Come è riuscito a superare lo choc per la sconfitta di Parigi?
«Non è stato facile, ma quella sera mi sono subito detto che non fosse il caso di tormentarmi con i se e con i ma, perché in fondo avevo giocato una finale Slam, ero stato in campo cinque ore e mezza ed ero andato molto vicino a vincere. Serviva solo recuperare un po' di energie mentali per ripartire. E così abbiamo fatto».
Che cosa è cambiato rispetto a Parigi?
«A parte il risultato non tanto. Qui sono stato fortunato, due nastri a mio favore, qualche colpo sulla riga. Qui è andata a bene a me, a Parigi era andata bene a Carlos».
jannik sinner vittoria wimbledon
Darren Cahill, il suo tecnico, alla domanda sul futuro insieme ha detto "chiedete a Jannik". Così chiediamo a Jannik: continua o no la collaborazione con Cahill?
«Devo essere sincero o dire una bugia?».
Meglio la verità.
«E allora posso dirvi che prima della partita avevamo fatto una scommessa: se avessi vinto, avrei deciso io se continuare insieme o no.Così ora tocca a me».
E che cosa deciderà?
«Se restiamo insieme anche l'anno prossimo è chiaro che lui girerà un po' di meno. Ma, per esempio, gli ho chiesto di stare con me agli Australian Open. E comunque abbiamo ancora tanto tempo per stare insieme da qui alla fine della stagione».
Dopo quattro titoli Slam si può ancora migliorare?
«Di pochissimo, ma sì. Magari anche solo dello 0,01 per cento, ma sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Ed è su quelli che dobbiamo lavorare. E non solo per battere Alcaraz».
Che cosa ha pensato dopo il match vinto per il ritiro di Dimitrov?
«Quella sera, è vero, ero molto preoccupato. Ma ho trasformato uno stato d'animo negativo in qualcosa di positivo. Ed è quanto poi ho messo in campo contro Shelton e Djokovic. É la dimostrazione che le cose possono cambiare molto in fretta. I destini sono strani».
Dalla storia, dai paragoni con il passato, si è sempre tenuto molo lontano. Ma si è reso conto che con questa vittoria entra nella storia dello sport italiano?
«...-ci pensa. Sì, so di essere nella storia con i miei successi. Ma ho solo 24 anni, credo sia sbagliato parlare di storia, aspettiamo ancora un po' per fare un'affermazione simile. E poi io faccio la storia per me, il che non significa non essere contento per l'Italia. Credo che l'Italia si meriti tante cose belle e importanti, ma, ecco, piano a parlare di storia».
2 - JANNIK HA VINTO ANCHE IL DOLORE IMPARANDO DALLE SUE SCONFITTE
Emanuela Audisio per “la Repubblica” - Estratti
il nome di jannik sinner sul trofeo di wimbledon
King Sinner. Wimbledon non è più l'irraggiungibile pianeta verde. Ormai è azzurro.
Lo sport toglie e ridà. Ti accoltella e ti guarisce. Se pensi che basti sognare ti uccide, ma se ti metti a ricostruire ti passa i mattoni. Devi solo capire che le cose veramente belle della vita spettinano più delle righe. Sinner vince il suo primo Wimbledon battendo per la seconda volta Alcaraz sull'erba (2022) e per la prima volta in una finale Slam.
Italians do it better non si può dire perché nelle 137 precedenti edizioni del torneo londinese un azzurro non aveva mai trionfato all'All England Club, sembrava un trofeo maledetto, Matteo Berrettini e Jasmine Paolini si erano dovuti accontentare di disputare la finale.
jannik sinner con il trofeo di wimbledon
(…) Sinner ha dimostrato anche a chi non gioca a tennis che le onde del destino non hanno un padrone, devi solo cavalcarle, senza credere che il vento ce l'abbia con te, perché la colpa si serve del tempo, se tu glielo lasci, lavora lenta e ti esplode dentro. Trentacinque giorni dopo aver perso gli Open di Francia facendosi annullare tre match point consecutivi, Sinner si è ritrovato nella stessa situazione, ma stavolta è sbucato dalla parte giusta, sulla cima. Non è scivolato né si è fatto sbattere giù.
E chissà se era un segno premonitore il tappo di champagne che nel secondo set è finito sulla sua racchetta o lo spot di uno sponsor che a match in corso lo dava già vincente. Il lato oscuro, il dubbio, lo sperdimento lo ha lasciato ad Alcaraz. Nell'anno più duro, più faticoso, più travagliato (dalla squalifica e lo stop per doping, al licenziamento dei suoi collaboratori, all'agenzia che lo trattava, e dopo Parigi di altri due assistenti) quando una parte del mondo lo voleva peccatore lui ha saputo ritrovare la santità e rialzare la testa.
Non solo numero uno del mondo, ma anche capace di battere il numero due, il rivale più giovane, che in Francia gli aveva sfilato il titolo e che prima a Roma lo aveva di nuovo battuto.
jannik sinner e l'abbraccio alla madre
Restare solidi, tornare in officina, lavorare al servizio (soprattutto osare con la seconda palla a 188 km orari) e al lungolinea, saper guidare la propria vita imponendo il proprio stile, avere fiducia nei propri mezzi, non fare i gradassi, prendere i rischi, e piangere anche un po' per liberarsi da quel grumo di dolore (nello spogliatoio del Roland Garros) senza diventare le tue lacrime. Capire che le sconfitte per fare bene devono prima fare malissimo. E che a volte nei giorni in cui tutto va storto ci si salva restando in piedi con molta fortuna (il ritiro di Dimitrov che stava conducendo 2 set a 0).
(…) Alcaraz è stato travolto dalla solidità di Sinner, non da una maggiore fantasia. Chi ha visto e amato il film Lo Spaccone capirà. Lo sport è fatto di numeri e la corona di Wimbledon dice che Jannik ha iniziato a togliersi la scimmia Alcaraz dalle spalle, a ridurre lo svantaggio nei confronti diretti, e a non vivere più lo spagnolo come un incubo. Basta Carlitos, non avrai più il mio scalpo. La loro seconda finale Slam è in parità (1-1).
Sinner ha vinto gli Open Usa 2024, gli Open d'Australia 2024 e 2025, e ora Wimbledon, gli manca solo il successo sulla terra di Parigi che quest'anno ha sfiorato e mancato per poco. Con quattro titoli Slam ha raggiunto giocatori come Jim Courier e Guillermo Vilas e ne ha sorpassati altri come Andy Murray. Dall'inizio della stagione 2024 ha disputato 108 partite e ne ha vinte 99 con un tasso di riuscita del 91%.
Più della metà delle sue nove sconfitte (5) sono state per mano di Alcaraz, che cercherà di rifarsi, ma che non è più il toro indomito di prima. Il 16 agosto Sinner compirà 24 anni, non gli manca il futuro, né il desiderio di attraversarlo. Il ragazzo che volle farsi re ci è riuscito nel tempio più sacro e più antico del tennis. Ora ha il mantello e la corona. E può allargare il suo regno. Non è importante che glielo chiedano gli altri (come sarà), ma che se lo imponga lui stesso. Grazie e a domani.