olghe balliu

SAPER PALLEGGIARE E’ UN CONTO, SAPER GIOCARE A CALCIO E’ UN ALTRO – LA STORIA DI OLGHE BALLIU, IL TALENTO 13ENNE DEL CITTADELLA CHE FA GOLA AL REAL MADRID - IL PADRE: “HA FATTO 198 PALLEGGI CON UNA PALLINA DA TENNIS, MESSI SI E’ FERMATO A 180” - LA STORIA DEI BABY FENOMENI DA PLAYSTATION BRUCIATI DALLA RIBALTA MEDIATICA E LA PARABOLA DI VINCENZINO SARNO, L’EX BAMBINO PRODIGIO DA 120 MILIONI – VIDEO

 

 

Renato Piva per il Corriere della Sera

 

Il sogno di Olghe: «Diventare calciatore!», risponde lui senza esitazione. Un desiderio certo non facile da realizzare: «Sì, lo so. Devo imparare tanto». Ma del resto che cosa gli piacerebbe fare d' altro se non giocare a pallone?

 

olghe balliu

«Non c' è altro». A 13 anni si sogna senza piani di emergenza, tanto più se ti cerca il Real Madrid di Zidane e Florentino Perez. Olghe Balliu, testa e piedi che volano, vive a Riese Pio X (Treviso). È un piccolo veneto con il cognome albanese di papà Lulzim, operaio in una fabbrica di arredi, 40 anni, trascorsi da terzino in terza categoria: quella che Olghe, quasi certamente, non toccherà neppure di striscio. Ala sinistra degli esordienti del Cittadella, club padovano di B, baby Balliu ha stregato gli osservatori d' Italia e mezza Europa. Il ragazzino è piccolino: uno e 40, per cui regala una testa e mezza a compagni e avversari. I piedi, però, cantano. «Due settimane fa - racconta papà Balliu - abbiamo girato uno spot a Madrid per Adidas, lo sponsor del Real». I bianchi di Spagna, se le regole non lo impedissero, avrebbero già sistemato il talentino trevigiano alla Ciudad Real Madrid, il loro centro sportivo. Per «importare» un baby calciatore deve aver compiuto 16 anni.

Ne mancano tre, ma i madrileni si sono portati avanti.

 

«Due anni fa - ricorda Lulzim Balliu - siamo andati al camp del Real di Curtarolo, pagando 200 euro. Un loro tecnico, visto Olghe, mi ha detto: "Noi non diamo mai nove, ma una tecnica così, a questa età, non l' ho mai vista"». Curtarolo, Padova: al tempo in cui un campione può fatturare anche più di una media industria, i club cercano di farlo crescere in casa. E le grandi società europee conoscono tutte le giovani promesse. Dopo quel primo contatto Olghe, un mese dopo, è stato invitato con il padre a Torino, ultima tappa del tour italiano dei galattici.

 

olghe balliu

Era l' estate 2017. «Lo scorso luglio - dice il papà - siamo stati invitati a Madrid, per tre giorni di osservazione». I voli a carico di papà Lulzim, che torna in Spagna con il figlio anche il 4 gennaio, stavolta spesato da Florentino Perez. Succede ancora due mesi dopo, per lo spot.

 

«Messi è il campione che ammiro più di tutti», dice Olghe, che, tifando Juve, con Cristiano Ronaldo avrebbe già in casa di che strabuzzare gli occhi: «Mi piace Messi per come scarta, perché è veloce e fa tanti assist. Mi ispiro a lui».

 

olghe balliu

Intanto l' aletta del Cittadella gioca a battere Leo a palleggi con pallina da tennis: «198 - segna alla lavagna il padre -, 192 filmati da me. Messi si è fermato a 180». Palle da tennis, ostacoli di legno, cerchi, porticine e ripetute a manetta. È la dieta del talento da coltivare, firmata da un altro di qui, che con Messi qualcosa c' entra. Massimiliano Sambugaro, ingaggiato dal Cittadella come responsabile della tecnica dei ragazzi. Due anni fa, via web, ha sfidato Messi a colpire la traversa da calcio d' angolo, poi si è inventato mille trucchi con il pallone, diventando un personaggio social. «Olghe è forte - assicura - ma deve migliorare nelle scelte di gioco, com' è normale alla sua età. Piccolo di statura? Io guardo alla gamba, ma anche alla tecnica».

 

 

RIECCO "VINCENZINO" SARNO

Vanni Spinella per sport.sky.it

 

vincenzino sarno

La notizia del suo trasferimento è passata un po’ sotto silenzio, oscurata dai dubbi di Cristiano Ronaldo e dai tormenti di Dzeko. Quasi vent’anni fa, però, le prime pagine se le era prese tutte lui, colpaccio da 120 milioni (all’epoca erano di lire) che fece discutere l’Italia intera e interrogò qualche coscienza. Vincenzo Sarno è un nuovo giocatore del Padova, Lega Pro, girone B. Se il nome ha risvegliato in voi qualche ricordo, ebbene sì, si tratta proprio di “quel” Vincenzino Sarno, il bambino prodigio che – correva l’anno 1999, il giorno esatto era il 28 gennaio – veniva acquistato dal Torino per una cifra spropositata visti i suoi 10 anni e un futuro ancora impossibile da tracciare: 120 milioni di lire.

 

 

120 milioni per il nuovo Maradona

vincenzino sarno

Napoletano, mancino, lo chiamavano “il piccolo Maradona”, nel quartiere di Secondigliano in cui è cresciuto. Giusto perché a 10 anni è bene non caricare i bambini di eccessive pressioni. Da quelle parti però diventa presto un idolo: lì dove tutti i ragazzi sognano un futuro da calciatore per sfuggire a una difficile realtà, lui rappresenta la speranza di chi cerca una rivincita nei confronti della vita, aggrappandosi a un dono, quello di saper giocare a calcio. Vincenzino gioca come nessun altro alla sua età. Tanto bene da indurre il Torino a scommettere su di lui, presentandosi alla famiglia con il famoso assegno da 120 milioni che al papà Ernesto, disoccupato, una moglie e 5 figli da mantenere, cambiano letteralmente la vita. Ovviamente, non potendo mettere sotto contratto un bambino di quella età, la cifra è un “omaggio” per la famiglia, per assicurarsi il tesseramento al compimento dei 14 anni. La classica offerta che non si può rifiutare e infatti papà Ernesto si guarda bene dal rispedirla al mittente.

 

Tutta colpa di un torneo di Natale riservato alle giovanili a cui prende parte anche la Scuola Calcio “Gaetano Scirea”, dove Vincenzo gioca negli esordienti: numeri da fenomeno, la folla che lo indica, vittoria del “Pallone d'oro” del torneo e dal giorno dopo la fila davanti a casa Sarno: Napoli, Parma, Empoli, persino il Coventry. Alla fine l’offerta del Torino è la migliore, preferito anche al Napoli, di cui papà Ernesto è tifosissimo, perché “mio figlio più grande, Antonio, non è stato trattato molto bene a Soccavo e perciò ho deciso che Vincenzo sarebbe andato altrove”. Così come ha già deciso che, con Vincenzo e Antonio, trasferirà tutta la famiglia a Torino, dove gli è stato promesso anche un posto di lavoro.

 

Sono le regole del gioco, fa tutto parte dello show: devi accettare che il calcio possa stravolgerti la vita, sperando te ne restituisca una migliore. E noi, come a teatro, ci godiamo lo spettacolo. Signora in balconata, scandalizzata: “E il bambino? Chi ci pensa al bambino?”.

 

 

I palleggi con Batistuta, sognando Del Piero

olghe balliu

Già: qualcuno gli ha chiesto cosa desidera davvero? Lui ovviamente sogna sul serio di diventare un calciatore: è juventino, il suo idolo è il 24enne Del Piero. Non può che sembrargli tutto una favola. Ma in quinta elementare puoi veramente sapere quale sia il tuo sogno? Sono le domande che spaccano l’Italia per qualche giorno, quando la notizia apre tutti i telegiornali, che si fiondano a Napoli per riprendere il piccolo Vincenzo mentre palleggia, destro e sinistro, destro e sinistro, che il ragazzino è già ambidestro e il mister lo potrà schierare indifferentemente su entrambe le fasce.

 

Ma il vortice in cui è finito ha appena iniziato a risucchiarlo. Il circo mediatico ha piazzato il suo tendone. Le tv, nazionali e locali, se lo contendono, Bruno Vespa lo invita a “Porta a Porta” dove lo fa palleggiare con Mancini e Batistuta, e poi gli chiede in quale squadra sogni di giocare. Lui, con il cappellino del Torino calato sugli occhi e la tuta granata addosso, risponde sereno: “Nella Juve”. Risate del pubblico. L’innocenza dei bambini. Allora lo vediamo tutti che è solo un bambino.

 

La notizia dell’esistenza di un possibile erede, un Pibino, rimbalza fino alle orecchie di Maradona in persona e anche a lui chiedono un commento. “Ho letto i giornali, è davvero così bravo? Il Napoli non è più quello di un tempo se gli è sfuggito sotto il naso”. Le parole più sagge le trova Del Piero, nell’immancabile faccia a faccia ricreato in diretta tv: “Gli auguro ogni fortuna, ma spero altrettanto che adesso continui a giocare e a pensare come un bambino di 10 anni, e che si diverta soprattutto”. Applausi del pubblico.

vincenzo sarno

 

 

Il finale della favola

Durò poco, pochissimo, a Torino. “Dopo un mese sono andato via – racconterà – Piangevo tutte le notti, ho chiamato mio padre e gli ho chiesto di venirmi a prendere perché non ce la facevo più a stare lì”. Torna a Napoli, giusto il tempo di convincersi a riprovarci: stavolta è la Roma a opzionarlo e a portarlo nel proprio settore giovanile, categoria Giovanissimi Nazionali, e nel 2002, a 14 anni, si rifanno le valigie. Quando si tratta di spiccare il grande salto, a un passo dalla Primavera, non arriva la conferma e inizia il giro d’Italia nelle serie minori. A 19 anni è titolare della nazionale under20 di Serie C ma finisce ai margini nella sua squadra, la Sangiovannese, con cui ha esordito ancora minorenne nel calcio professionistico. Poi Giulianova, Potenza, Pro Patria, Virtus Lanciano, Virtus Entella, nel mezzo anche Brescia e Reggina in Serie B, fino al Foggia, allenato da De Zerbi e amatissimo dai tifosi.

 

Passano le squadre, passano anche gli anni: nel calcio moderno il suo metro e 67 unito al buon sinistro ne fanno un’ala destra “col piede invertito”, con cui disegna tagli per i compagni ma segna pochi gol. Un “piccoletto”, come quelli che si esaltano nel Napoli di Sarri. Nel frattempo, Vincenzo è diventato anche papà. Ora il mercato invernale, a distanza di 19 anni esatti, ci ha restituito quel nome, risvegliando i ricordi. Prossima tappa Padova, la città in cui la favola del suo idolo da bambino aveva avuto inizio. Forse è un cerchio che si chiude, come nelle migliori storie.

 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)