DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - ABBIATE PAURA VOI CHE VIAGGERETE PER LE TENEBROSE VISCERE DI “CRONOS THE NEW DAWN”, UN "SURVIVAL HORROR” MICIDIALE PER DIFFICOLTÀ E ANGOSCIOSE ATMOSFERE. TRA TERRORE, RACCAPRICCIO E ANSIA SI PERCORRONO I LUOGHI BRUTTI, DESOLATI E INFETTI DI UNA POLONIA DEGLI ANNI ‘80 E SPESSO SI SMETTEREBBE SFIANCATI DI GIOCARE SE QUESTO GIOCO, IN TUTTO IL SUO SORDIDO ORRORE, NON FOSSE ANCHE UNA GRANDE ESPERIENZA… - VIDEO

 

 

Federico Ercole per Dagospia

 

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Mi è capitato spesso, bizzarrie della mente, di recitare come una sorta di mantra i versi di Catullo mentre mi struggevo e insieme mi esaltavo per i disperati successi, viaggiando attraverso i polacchi inferni metropolitani di Cronos The New Dawn, nuovo e micidiale “survival horror” di Bloober Team, ovvero i responsabili del remake di Silent Hill 2 e di di altri notevoli incubi virtuali. Catullo, insieme a qualche inevitabile imprecazione.

 

Così mi ripetevo salmodiando atterrito, nelle tenebre rossastre di cunicoli carnosi edificati da cadaveri come osceni mattoni: Odi et amo, quare id faciam fortasse requiris, nescio sed fieri sentio et excrucior… Poi un improperio e di nuovo… Odi et amo…

 

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Vi chiederete perché lo facessi, e forse non lo so neanche io e mi tormento a proposito di un mio eventuale rincoglionimento da troppi videogiochi come paventano certi educatori, tuttavia in quelle parole latine c’è tutto il mio rapporto sentimentale e critico con Cronos The New Dawn, un’esperienza ludica che sebbene trascorra senza nessun sollievo, senza nessun balsamico divertimento, risulta a suo modo grandiosa nel terrificare, nel non concedere nessuna sicurezza, nel proporre sempre nuovi motivi di disperazione.

 

Si tratta dunque di un “survival horror” esemplare per console e PC ma che non rigiocherei mai e finirlo è stata una liberazione; ma permarrà nella mia memoria infine diluendosi con il tempo quel sentimento d’odio, e lo considero senza alcun riserbo uno dei migliori giochi dell’anno.

 

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L’importante è sapere che anche se adorate quello spassoso tunnel dell’orrore che è Resident Evil (in un’accezione positiva, il bello è proprio essere materia da luna Park) o il terrore psicologico e angosciante di Silent Hill, anche quest’ultimo esperienza non facile da subire emotivamente, magari quest’opera di Bloober Team non fa per voi. Perché Cronos The New Dawn aggiunge ad un disagio continuo e ad una storia disturbante, una difficoltà di gioco a tratti travolgente e una costante avarizia di risorse che alimentano a dismisura un opprimente senso di orrore e malessere.

 

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PANDEMIE, LOCKDOWN E TEMPO IMPAZZITO

Ci si muove nei panni corazzati di palombaro futurista della Viaggiatrice, giunta da un tempo imprecisato in una immaginaria città polacca dell’inizio anni ‘80, per interagire con alcuni cittadini e tentare di modificare gli eventi che hanno portato ad una mostruosa pandemia. Questo morbo nato chissà come è della cui natura pure indaghiamo, ha segregato gli abitanti in casa in un inutile lockdown e provoca alterazioni radicali dei tessuti e della mente causando infine la fusione dei malati tra di loro in disgustose e letali chimere di carne purulenta.

 

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Così si trascorre per condominii decaduti, acciaierie, ospedali, abbazie e nel corso di tempi alternativi. È sempre buio, è tutto rosso, marrone, nero e grigio, ogni superficie è in qualche modo rotta o deforme. Ma questi panorami così oscuri possiedono un indubbio fascino pittorico tra Francis Bacon, Esher e Giger.

 

Ci sono silenzi lunghi in tanta desolazione, interrotti da musiche carpenteriane o dai suoni ributtanti, disperati e minacciosi degli “orfani”, così si chiamano questi infetti. Navigando questi spazi deprimenti, non c’è una mappa quindi orientarsi risulta non facile soprattutto quando si deve fuggire, è possibile trovare decine di documenti, lettere, registrazioni e diari che compongono un racconto suggestivo e politico, persino storico perché restituiscono qualcosa della storia polacca di quegli anni tra influenze sovietica e religiosa.

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SPARARE ALL’ORRORE

Si trascorre da momenti di esplorazione che possono essere anche molto dilatati ad altri di azione frenetica e terribile, non c’è una ritmica precisa degli eventi, così che chi gioca sta sempre in un’attonita tensione. I mostri sono velocissimi e tanti tutti insieme ma la protagonista nel suo scafandro non è una maestra d’agilità, così si spara magari caricando il colpo, si fugge, ci si riposiziona e via…

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Solo che le creature sono tutto fuorché sciocche, i proiettili e i curativi rischiano sempre di finire e spesso lo fanno (la raccolta delle risorse è casuale, va a fortuna) e hanno il brutto vizio di assorbire i corpi dei nemici uccisi per diventare più forti, se non li interrompiamo o non bruciamo prima i cadaveri con una delle pochissime torce a disposizione in un ridotto inventario. Attenzione poi agli insopportabili mostri nascosti tra le mura di carne, che d’improvviso possono attaccare e bloccare il giocatore con un tentacolo di intestina.

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Ci si può comunque potenziare armatura e armi o spazio disponibile ma con estrema oculatezza.

Per concludere la cronaca di questo viaggio nelle viscere di tenebra consiglio quindi Cronos The New Dawn solo agli amanti dell’horror estremo, a chi gradisce un’estetica disperante e del ribrezzo e a chi gioca con un certo virtuosismo, perché non c’è neanche un selettore della difficoltà; chissà magari poi lo implementeranno con una “patch” correttiva. Altrimenti finireste per odiarlo e basta, ma Cronos The New Dawn non se lo merita, affatto.

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