giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 6- foto lapresse

LA VISITA DI GIORGIA MELONI SI PUÒ CONSIDERARE UN SUCCESSO SOLO PERCHÉ LA DUCETTA NON È FINITA BULLIZZATA COME ZELENSKY. ERA LA PAURA PIÙ GRANDE DELLA PREMIER E DEL SUO STAFF: A RENDERLO EVIDENTE LO SGUARDO TERRORIZZATO DELLA STATISTA FROM GARBATELLA MENTRE TRUMP PARLAVA DEL PRESIDENTE UCRAINO (“NON SONO UN SUO FAN”) – LA SORA GIORGIA È STATA ABILE A DESTREGGIARSI NELLE RISPOSTE ALLE POCHE DOMANDE DIRETTE A LEI (AI GIORNALISTI USA DELL’EUROPA NON FREGA NIENTE), MA TORNA A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE: TRUMP ACCETTA VAGAMENTE L’INVITO A UN VIAGGIO IN ITALIA, MA NON DÀ L’OK A UN INCONTRO CON URSULA VON DER LEYEN…

 

 

 

 

LA PREMIER INCASSA UN SÌ “VERRÀ IN VISITA A ROMA PER DIALOGARE CON LA UE”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/04/18/news/incontro_meloni_trump_casa_bianca_dazi-424135031/

 

giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 1 foto lapresse

Su un filo sottile cammina Giorgia Meloni. Equilibrismi nello Studio Ovale, senza inciampare. Equivicinanza da Bruxelles e Washington. Sui dazi non molla l’Europa, anzi: propone un vertice a Roma tra Stati Uniti e Unione europea, per far rientrare in partita Ursula von der Leyen (che chiamerà nelle prossime ore). Difende anche Volodymyr Zelensky, mentre Donald Trump lo bersaglia. Però incassa anche lodi reiterate dal tycoon. E ricambia picchiando sull’ideologia woke, che l’esercito Maga considera l’anticamera dell’inferno.

 

Quando si ritrova nello Studio ovale, la presidente del Consiglio è travolta dallo show trumpiano. Passano lunghi minuti prima di riuscire a parlare. Il primo concetto è però la sintesi diplomatica perfetta del viaggio (e del suo equilibrismo): «Vorrei invitare Trump a compiere una visita ufficiale in Italia. Se ci fosse la possibilità, vorremmo organizzare un incontro con l’Europa». Poco dopo, aggiunge: «Ringrazio il Presidente per aver accettato l’invito. Considererà se incontrare anche l’Europa».

 

giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 4 foto lapresse

Di più non può dire, perché a porte chiuse Trump non vuole troppo sentire parlare di Ursula. Mostra resistenza, fissa paletti, fa e disfa. Meloni però non si rassegna. Voleva farsi ponte, insiste. «Sui dazi reciproci sono sicura che si possa fare un accordo, trovandosi a metà strada. Sono qui per aiutare». E per sostenere anche la causa di Bruxelles.

 

Di concreto, però, non si vede molto: l’americano tiene il punto sulle barriere doganali. Sui dossier, poi, la faccenda diventa ancora più complessa. Il Presidente Usa la stuzzica sulle spese militari per la Nato, «non sono mai abbastanza», lei cerca di rassicurare, non senza qualche imbarazzo: «Non abbiamo parlato di limiti massimi a cui può spingersi l’Italia, ma del fatto che il nostro Paese manterrà gli impegni. Al vertice dell’Aja di fine giugno noi arriveremo al 2%. Siamo una nazione seria».

 

giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 6 foto lapresse

C’è un punto, però, in cui Meloni si convince che sia necessario contraddire l’alleato. Gli chiedono del fatto che Trump giudichi Volodymyr Zelensky responsabile della guerra, lei non si sottrae: «Sapete come la penso sull’Ucraina. Credo ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin. Ma oggi vogliamo lavorare insieme per arrivare a una pace giusta e duratura».

 

Non si avanza molto sui dazi, dunque. E restano distanze su Kiev. Sul fronte politico, invece, il lavoro di Meloni si fa più semplice. Al fianco di Trump siede il vicepresidente J.D. Vance, che a Monaco teorizzò la decadenza dell’Europa con toni brutali. E la premier prova a compiacerlo: «Qualcuno mi chiama nazionalista occidentale, non so se sia la parola giusta, ma io so che quando parlo di Occidente, parlo di civiltà. Voglio renderla più forte. Se abbiamo dei problemi tra le due sponde dell’Atlantico, questo è il momento di sederci e trovare soluzioni». Subito dopo conia anche uno slogan in inglese che richiama quello dei “Make America Great Again”. “Lavoriamo per rendere l’Occidente di nuovo grande […]. ».

 

giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 8 foto lapresse

[…] Nel chiuso del vertice, come detto, tutto appare più sfumato. L’amministrazione Usa chiede passi in avanti su web tax e investimenti, Meloni evita di parlarne. E anche sui satelliti di Space X di proprietà di Elon Musk (che non si vede nello Studio Ovale), la premier si sfila: «Non abbiamo parlato di Starlink, ma di spazio. Lavoreremo insieme per le missioni su Marte». L’ultima promessa piace molto al tycoon: Roma acquisterà maggiori quantità di gas statunitense, o almeno così sembra. «L’Italia dovrà aumentare le importazioni energetiche. E le imprese italiane investiranno 10 miliardi negli Usa».

[…]

 

OLTRE L’AMICIZIA NIENTE: MELONI LUSINGA TRUMP MA RESTA A MANI VUOTE

Estratto dell’articolo di Giulia Merlo per “Domani”

 

giorgia meloni e donald trump foto lapresse

[…] Incassata la pubblica dimostrazione di affetto americano, Meloni è riuscita a ottenere null’altro: nessuno slogan da portare a casa, se non attestati di stima. Solo un generico riferimento a investimenti per «10 miliardi» che le imprese italiane faranno negli Usa.

 

[…] Chiuse le strade ad accordi di qualsiasi natura, Meloni ha puntato sulla costruzione di un comune piano politico. Lo slogan scelto e preparato, che Meloni ha ripetuto ben due volte, è stato quello di definirsi una «nazionalista occidentale». Un lessico che Trump conosce e una combinazione assolutamente volontaria di parole spesso utilizzate anche dallo stesso presidente. «Make the west great again», far tornare grande l’Occidente, ha detto Meloni parafrasando proprio il motto Maga.

 

donald trump e giorgia meloni alla casa bianca - foto lapresse

Grandi sorrisi, insomma, e tentativi espliciti di lusinga. […] Il clima di familiarità instaurato è stato di fatto l’unica vittoria della premier, che ha preparato l’incontro nei minimi dettagli e ha evitato qualsiasi antagonismo, per ridurre al minimo il rischio di reazioni inconsulte cui il presidente americano ha abituato anche davanti alla stampa internazionale.

 

[…] Meloni è consapevole da giorni di avere gli occhi del mondo addosso e in particolare quelli dell’Unione europea dopo il fallimento delle trattative sui «dazi zero» del commissario europeo per il Commercio, Marcos Sefcovic. Come chiarito in modo esplicito prima della partenza, però, Meloni non ha alcun mandato europeo per discutere di dazi e von der Leyen le ha solo accordato il ruolo informale di facilitatrice. E su questo ha tentato di giocare Meloni, ma senza spingersi oltre.

 

GIORGIA MELONI A WASHINGTON DURANTE L INCONTRO CON DONALD TRUMP

Del resto, il messaggio di Trump è stato chiaro: non ha alcuna fretta di chiudere accordi e gli unici alleati che gradisce sono quelli che – come ha fatto Meloni – fanno professione di perfetto allineamento.

 

[…] 

 

Meloni difende Zelensky con Donald L'invito a un vertice Ue-Usa a Roma

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa

 

[…] Meloni prima di partire per Washington ha ricevuto un mandato informale dalla presidente della Commissione europea: Ursula vuole incontrare Trump, per provare a risolvere a livello di leader il negoziato.

 

giorgia meloni e donald trump alla casa bianca 4

Il presidente americano continua a snobbarla, e non si espone troppo nemmeno davanti a Meloni sulla possibilità di un vertice Europa-Usa a Roma. La premier, che aveva in previsione di aggiornare Von der Leyen subito dopo la visita, conferma di non essere qui per trattare sui dazi, competenza che resta di Bruxelles. Delle tariffe reciproche i due leader, però, parlano. Per il momento Trump non li leverà, ma secondo fonti italiane nel colloquio si sono intraviste aperture sulla trattativa.

 

«Credo che ci si debba parlare con franchezza e trovarsi a metà strada», sostiene Meloni.

GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - MEME

È il suo battesimo da leader nel cuore di Trump. Il tycoon la fa parlare pochissimo ma la riempie di complimenti. Lei sente tutta l'elettricità che trasmette il capopolo dei sovranisti di tutto il mondo.

 

E prova a blandirlo con argomenti che però non sembrano proprio sulle rotaie spirituali e culturali del repubblicano: «Rendiamo l'Occidente più grande» dice Meloni facendo il verso allo slogan Maga, Make America Great Again. L'Occidente è una creatura di cui a Trump importa poco. A lui interessano gli affari. Molto meglio prenderlo su questo lato. Vuole vendere più armi e più gas liquido agli europei. Meloni conferma che l'Italia aumenterà le importazioni energetiche e anche che gli investimenti saranno allargati a collaborazioni su diversi settori, compreso lo spazio.

 

Viene immediato pensare a Starlink, la costellazione di satelliti di Elon Musk, in un primo momento previsto anche lui alla Casa Bianca, ma non avvistato: «Non abbiamo parlato di Starlink – replica Meloni – ma lavoreremo assieme nello spazio, in alcuni ambiti, come la missione su Marte».

giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapressedonald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 5donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 6DONALD TRUMP ACCOGLIE GIORGIA MELONI ALLA CASA BIANCADONALD TRUMP GIORGIA MELONIDONALD TRUMP GIORGIA MELONIGIORGIA MELONI AL TAVOLO CON TRUMP E JD VANCE GIORGIA MELONI AL TAVOLO CON TRUMP E JD VANCE donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 4donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 2donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 7donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 3DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI donald trump accoglie giorgia meloni alla casa bianca 1 donald trump foto lapresse giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapresse giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapressedonald trump giorgia meloni foto lapresse donald trump foto lapressegiorgia meloni e donald trump alla casa bianca 3giorgia meloni foto lapresse donald trump e giorgia meloni alla casa bianca - foto lapresse giorgia meloni e donald trump alla casa bianca 1giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapresse giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapresse donald trump e giorgia meloni alla casa bianca - foto lapresse

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO